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EDA/SW/T&M

DSO

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- ELETTRONICA OGGI 446 - GIUGNO 2015

A proposito della trasformata di Fourier

Tutti i segnali hanno una forma d’onda la cui intensità è

funzione del tempo ed è perciò fondamentale catturare e

analizzare correttamente l’andamento nel tempo dei segna-

li. La trasformata di Fourier è una tecnica fondamentale per

trasformare una funzione dal dominio del tempo al domi-

nio della frequenza e ottenere una rappresentazione del-

lo spettro di un segnale campionato da una forma d’onda

tempovariante. In pratica, rende misurabile lo spettro istan-

taneo in modo tale che in ogni momento si possano rica-

vare le componenti in frequenza dei segnali e ciò consente

di vedere l’evoluzione dello spettro dei segnali nel tempo

mostrando chiaramente quando si palesa un’interferenza

affinché il debug consenta di rilevare gli eventi nel domi-

nio del tempo strettamente correlati agli eventi nel dominio

della frequenza.

Nella trasformata di Fourier discreta (DFT, Discrete Fourier

Transform) ogni segnale viene rappresentato con un cer-

to numero di campioni nel dominio del tempo e poi viene

trasformato in un congruo numero di campioni nel domi-

nio della frequenza che vengono calcolati come somma di

prodotti fra i campioni nel dominio del tempo e una funzio-

ne base contenente la frequenza misurata. La trasformata

rapida di Fourier (FFT, Fast Fourier Transform) consente

di eseguire efficacemente le DFT e trasformare i campioni

dal dominio dal tempo al dominio della fre-

quenza e perciò gli oscilloscopi utilizzano

spesso le FFT a tal scopo.

Una limitazione tipica delle convenziona-

li implementazioni delle FFT nei moderni

oscilloscopi è che vengono calcolate su

tutto il segnale acquisito anche quando c’è

una sola parte della banda di frequenza

occupata che interessa. Dal punto di vista

computazionale questo è inefficiente e ral-

lenta il processo di conversione e analisi.

La tecnica nota come Digital Down Con-

version (DDC) migliora questa fase perché

concentra la conversione dei campioni sul

solo intervallo di frequenza d’interesse mentre la riduce

nettamente al di fuori accorciando i tempi di esecuzione

delle FFT. Grazie a essa l’oscilloscopio è più vicino a un’o-

peratività in tempo reale e consente maggior flessibilità

nella scelta delle condizioni di analisi con il vantaggio di

poter implementare il debug simultaneamente su domini

multipli. Inoltre, poiché la conversione avviene in banda

base si può anche decidere di sovracampionare i segna-

li e migliorare ulteriormente il rapporto segnale/rumore

nell’intervallo delle frequenze d’interesse.

In ogni caso, dato che ad ogni spettro FFT è correlato a un

segnale nel dominio del tempo molte informazioni si pos-

sono ottenere solo osservando l’andamento dello spettro

dei segnali nel tempo. Non è raro che un segnale apparen-

temente stabile e continuo nel dominio del tempo presenti

invece un aumento del rumore nel dominio della frequen-

za oppure delle componenti spurie invisibili nel tempo. Il

pieno controllo nel dominio del tempo è una caratteristica

disponibile solo negli oscilloscopi a elevate prestazioni e

consente di focalizzare l’esecuzione delle trasformate FFT

su istanti di tempo precisi in modo tale da potersi accor-

gere degli errori e individuare chiaramente i momenti nei

quali succede qualcosa di anomalo, soprattutto quando le

anomalie si ripetono nel tempo con una certa periodicità.

Inoltre, può essere fondamentale non limitare l’analisi nel

dominio della frequenza a un singolo canale perché molti

eventi si manifestano contemporaneamente su più canali

e occorre perciò osservarli tenendo conto di tutte le loro

componenti. Ciò significa che la visione congiunta nei do-

mini del tempo e della frequenza dei segnali “vittima” e dei

segnali “aggressori” diventa determinante per diagnostica-

re chiaramente ciascuna problematica d’interferenza.

Dinamica di un oscilloscopio

Per visualizzare correttamente i segnali utilizzando le FFT

è importante fidarsi della dinamica degli oscilloscopi. Una

dinamica elevata e priva di segnali spuri

è fondamentale per garantire la corretta

cattura delle caratteristiche dei segnali e

la loro conversione nel dominio della fre-

quenza. Inoltre, la dinamica di un oscil-

loscopio è indissolubilmente legata alle

prestazioni dello stadio di conversione

analogico/digitale (ADC) e al numero ef-

fettivo di bit (ENOB) perché un Enob più

elevato comporta un miglior rapporto se-

gnale/rumore (SNR), maggiore precisione

e una dinamica più ampia. Un ADC ideale

dovrebbe convertire una data tensione in

uno dei 2K livelli di quantizzazione dispo-

nibili dove K vale 8 per un ADC a 8 bit che offre 256 livelli

di quantizzazione. Tuttavia, gli ADC sono soggetti a errori

di offset, guadagno, non-linearità e rumore che riducono

la dinamica e il numero di bit Enob dal miglior valore di

8 a un valore che può scendere da 7 perfino fino a 4 bit.

Certamente un oscilloscopio è molto più di un ADC perché

integra anche un front-end amplificato e diversi filtri, i quali

possono a loro volta influenzare il valore dell’Enob. Pertan-

to, tutte le parti della catena di acquisizione devono essere

prese in considerazione per massimizzare la dinamica ef-

fettivamente effettiva di uno strumento.

Il pieno controllo nel

dominio del tempo

è una caratteristica

disponibile solo negli

oscilloscopi a elevate

prestazioni