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EDA/SW/T&M

SIMULAZIONE

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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015

le caratteristiche degli I/O, per tutte le temporizzazioni inter-

ne al chip e persino per gli effetti parassiti ai contatti esterni.

Solo se si tiene conto di tutto il tool di simulazione circuitale,

si può generare per ogni nodo del circuito la forma d’onda

più verosimile a quella realmente presente.

Altri due fastidi tipici dei moderni sistemi con frequenze di

lavoro ben oltre il GHz sono i jitter e la Bit Error Rate, o BER,

la cui valutazione può essere fatta analizzando i diagram-

mi a occhio. In pratica, per jitter si intendono le elongazioni

che si generano ai gradini di salita e discesa degli impulsi,

disegnando variazioni delle forme d’onda nel tempo che

si traducono in valori falsati di ampiezza, fase e frequenza

che a loro volta si manifestano chiudendo parzialmente il

diagramma a occhio. Oggi si sa che ogni tipo di jitter cau-

sa un diverso effetto sul diagramma a occhio e per cui in

questo modo si può riconoscere, ad esempio, l’interferenza

intersimbolica oppure altre problematiche semplicemente

usando l’oscilloscopio. D’altra parte, con la simulazione si

possono volutamente applicare numerose cause di jitter e

analizzarne le conseguenze valutando molti più scenari in

un sol colpo e perciò ottenendo un quadro delle prestazio-

ni del sistema più completo. L’oscilloscopio costringe a fare

una misura per ogni variabile da esaminare ma è più reali-

stico e consente, per esempio, di misurare il jitter introdotto

dal rumore termico che non si può simulare malgrado ne sia

la causa predominante. La sua natura casuale, infatti, non ne

consente una simulazione fedele e costringe ad acconten-

tarsi di una sua rappresentazione gaussiana, che può solo

assomigliargli quanto più possibile ma non sarà mai specu-

lare a quella realmente rilevata dall’oscilloscopio.

Test mirati

Uno degli effetti causati dai jitter è l’aumento della probabili-

tà d’errore BER, che può essere direttamente letta in termini

di tasso d’errore nel tempo nelle “bathtub curves” o “curve a

vasca da bagno” costruite componendo i risultati di un buon

numero di diagrammi a occhio rilevati con l’oscilloscopio.

Purtroppo, nel caso di bassi valori di BER ossia di debole

distorsione queste curve sono difficili da acquisire se non

prolungando le misure per molto tempo e nei sistemi più

complessi possono servire anche parecchi giorni. La velo-

cità di errore BER può essere estrapolata più efficacemente

con la simulazione, che permette di introdurre un gran nu-

mero di condizioni al contorno e ottenere immediatamente

una valutazione più completa. Un altro fatto che può ren-

dere molto diverse le forme d’onda direttamente misurate

da quelle simulate

è la

differenza fra i modelli delle piste di

rame nei circuiti stampati e la loro effettiva fisionomia so-

pra la scheda, che tipicamente mostra variazioni casuali di

larghezza, densità e spessore che ne cambiano l’impedenza

e possono falsare il diagramma a occhio. Affinché la simu-

lazione sia realistica, occorre verificare che le piste di rame

sulle schede, i pin dei contatti dei chip e i connettori per i

cablaggi abbiano dei modelli che corrispondano nelle ca-

ratteristiche in tutte le condizioni di impiego ossia nell’intera

banda di interesse, perché solo così la distribuzione dell’im-

pedenza lungo tutto il tragitto percorso dalle forme d’onda

può corrispondere a quella realmente presente sulla sche-

da. Inoltre, la modellizzazione diventa più difficile quando ci

sono degli I/O che incorporano dei buffer per immagazzi-

nare temporaneamente piccole quantità di segnale, che poi

rilasciano con una temporizzazione modificata, per adattarsi

in entrata al circuito interno e in uscita al canale di comuni-

cazione esterno. In questi casi occorre fare un bel po’ di test

e misure usando proprio l’oscilloscopio per poter costruire

un modello che corrisponda fedelmente alle caratteristiche

dell’I/O da mettere nel tool di simulazione. Si può anche usa-

re un analizzatore vettoriale per applicare degli stimoli sugli

I/O in tutta la banda di interesse e misurare quanta ener-

gia venga trasmessa e quanta venga riflessa all’interfaccia

di contatto a ogni frequenza, ricavandone così un modello.

Similmente con un riflettometro si può esaminare quanta

energia venga riflessa o trasmessa nel dominio del tempo

quando si applicano i gradini di salita o di discesa che tipi-

camente causano i jitter. Certamente la simulazione è oggi

un potente strumento che accompagna il progettista dall’i-

nizio della fase di progetto e ne accelera lo svolgimento, a

patto di perdere un po’ di tempo per definire molto bene i

modelli di tutti i componenti del sistema circuitale affinché

tengano conto di tutte le variabili che possono modificarne

le caratteristiche. D’altro canto, alcuni fenomeni sono elusi

dalla simulazione e per affrontarne lamessa a punto bisogna

per forza realizzare un adeguato prototipo sul quale esegui-

re delle misure nelle reali condizioni di funzionamento del

sistema. Le misure dirette rimangono quindi un’importante

risorsa da affiancare alla fase di simulazione per aiutare il

progettista nel ciclo di sviluppo.

n

Fig. 2 – Per generare le “bathtub curve” che evidenziano la probabilità

di guasto nel tempo la simulazione è molto più rapida ed efficace delle

misure dirette