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EMBEDDED

FEBBRAIO

62

SOFTWARE

|

SELF DRIVING

virtualizzati con un impatto minimo sulla BOM

dell’autovettura. È possibile impostare canali

privati attraverso regioni di memoria condivisi

come pure applicare autorizzazioni di lettura/

scrittura, solo lettura o solo scrittura.

Le velocità di comunicazione non sono più limi-

tate dalle proprietà elettriche dei cablaggi ma

possono essere caratterizzate da una velocità

pari a quella dell’accesso in memoria. Inoltre è

possibile implementare metodologie di autenti-

cazione e rilevamento delle intrusioni in modo

da garantire che i segnali provengano dalle fonti

corrette (Fig. 3).

Portabilità del software

I costruttori automobilistici non vogliono “ripar-

tire da zero” ogni volta che devono realizzare un

nuovo modello di autovettura.

Il software scritto per un particolare tipo di vet-

tura deve poter essere trasferito sui nuovi model-

li non modo da evitare la riscrittura del codice.

Lo standard AUTOSAR è stato sviluppato per af-

frontare questo problema e consente ai principali

OEM e fornitori strategici di livello 1 (Tier 1) di

scrivere i moduli software basati su uno standard

comune in modo da consentire di “mappare fun-

zioni e reti funzionali per i diversi nodi di con-

trollo di un sistema in modo quasi indipendente

dall’hardware associato”

(3)

.

Una delle più recenti aggiunte all’ecosistema

AUTOSAR è AUTOSAR Adaptive Platform (AP).

Mentre il set di applicazioni della piattaforma CP

1 )

+ À

-

do il codice è compilato, AP implementa un am-

biente POSIX progettato per consentire l’aggiun-

ta “al volo” di nuove applicazioni a un veicolo.

AUTOSAR AP è stato anche scritto per suppor-

tare il concetto di macchine virtuali. In ogni caso,

AUTOSAR AP non è stato progettato per sosti-

tuire CP, quindi è importante che un controllore

del dominio sia in grado di ospitare entrambe le

piattaforme (Adaptive e Classic). In questo modo

un codice già scritto per i microcontrollori della

piattaforma CP (Classic Platform) potrà essere

À

minime per quanto riguarda il comportamento

delle temporizzazioni.

Scelta dell’hypervisor

Sul mercato esistono parecchi ‘embedded hyper-

visor’ e tutti, almeno in teoria, svolgono le mede-

sime funzioni. Molti di essi, comunque sono stati

sviluppati effettuando semplicemente una “ridu-

zione” (strip-down) di un sistema operativo esi-

stente. I driver del dispositi-

vo sono mantenuti in questa

À

-

data e assegnati agli “ospiti”

per mezzo di un servizio del-

l’hypervisor. I sovraccarichi

di elaborazione aggiuntivi

associati all’esecuzione di

un RTOS (Real-Time Ope-

rating System) sulla cima

di un altro sistema operati-

vo potrebbe potenzialmen-

te aumentare l’intervallo

di variazione del tempo di

risposta di un sistema, fe-

nomeno questo noto sotto il

nome di jitter. Ciò potrebbe

comportare l’insorgere di

problemi nel momento in cui

si cerca di eseguire software

AUTOSAR di tipo “safety- o

timing-critical”. Il modello

di controllore del dominio

Fig. 3 – Isolare i collegamenti in rete garantisce una comunicazione sicura e protetta

del veicolo