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65 • SETTEMBRE • 2017

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HARDWARE

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EDGE COMPUTING

mento profondo), devono avere la consapevolezza

della situazione (situational awareness), ottenu-

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ritardi anche negli ambienti più severi e in pre-

senza di oggetti in rapido movimento. In questo

caso, i limiti della latenza diventano più severi e

il superamento di un limite può rivelarsi critico e

portare a gravi guasti del sistema o addirittura a

situazioni potenzialmente pericolose per il perso-

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;

che vi sono differenti esigenze per quanto concer-

ne le prestazioni in real time delle applicazioni

connesse in rete e nessun tipo di richieste, siano

esse più o meno critiche, dovrebbe subire ritardi.

Questo è il motivo per cui ogni server deve essere

in grado di gestire funzionalità real time.

Bilanciamento della rete e dei server

Tali funzionalità real time possono essere otte-

nute mediante il bilanciamento del carico (load

balancing) del canale di comunicazione; nel caso

in cui siano richieste prestazioni “hard real time”,

questo canale di comunicazione deve anche esse-

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applica ai server utilizzati nelle applicazioni. Essi

possono essere bilanciati utilizzando le macchine

virtuali, condividendo le loro risorse quando ne-

cessario. Queste macchine virtuali possono anche

essere anche costituite da server connessi in rete

oppure da risorse connesse in rete, come ad esem-

pio quelle di memorizzazione; in quest’ultimo

caso i più diffusi modelli di architettura di memo-

rizzazione sono NAS (Network Attached Storage)

o SAN (Storage Area Network). Nel caso siano

richieste prestazioni “hard real time”, è possibile

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-

nistica. Installando un sistema connesso in rete

di questo tipo, innanzitutto è possibile fornire

servizi real-time di elevato livello qualitativo. In

secondo luogo, il sistema risulta più economico,

in quanto è possibile far girare una molteplicità

di applicazioni su macchine virtuali

installate su un singolo si-

stema virtualizzato, invece

di ricorrere a server dedicati

per ciascuna applicazione.

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tegie di questo tipo permette

di consolidare il numero dei

server e di non sprecare po-

tenza di elaborazione, con un ovvio vantaggio in

termini di costi. Questo è il motivo per cui si as-

siste all’installazione di un numero crescente di

server virtualizzati in ambienti operativi gravo-

si, dai server edge per reti carrier grade installa-

ti sui tetti alle numerose applicazioni in ambito

industriale, come ad esempio robotica e sistemi

di controllo macchina.

Si immagini ora che il sistema virtualizzato sia

una cella robotizzata per l’assemblaggio di veico-

li o un’apparecchiatura utilizzata in applicazioni

Industry 4.0, oppure si tratti di un server video

per la video sorveglianza di luoghi pubblici con

funzioni di rilevamento di oggetti in real-time.

Altri esempi potrebbero essere quelli di un siste-

ma per la guida autonoma, come pure di un’ap-

parecchiatura di rete con compiti di ispezione dei

pacchetti installata sui tetti. Pur nella loro diver-

sità, tutti questi sistemi hanno requisiti simili

sia di elaborazione sia di tipo ambientale – come

ad esempio la possibilità di funzionare in range

di temperatura esteso e l’implementazione in un

fattore di forma ridotto – ma esigenze nettamen-

te diverse per quel che riguarda il progetto del

sistema. Per poter soddisfare richieste così varie

e diverse tra di loro non è certamente possibile

utilizzare un server standard “universale”.

Gestire le problematiche

di un progetto personalizzato

Per sistemi così eterogenei come quelli appena so-

pra delineati, PICMG (PCI Industrial Computer

Manufacturers Group) ha di recente introdotto la

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on-module, con l’obiettivo dichiarato di aiutare i

progettisti a sviluppare server dedicati a prezzi

competitivi utilizzando componenti standard (off-

the-shelf) commercialmente disponibili. I server-

on-module si possono considerare alla stregua di

super-componenti di tipo “application-ready”, in

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di progettazione. Grazie a essi, infatti,

è necessario progettare solamente la

Fig. 2 – La combinazione tra il modulo

COM Express con pinout Type 7 e

la scheda carrier supporta in modo

native 4 canali 10 GbE, consenten-

do la realizzazione di topologie fault-

tolerant conformi al protocollo TSN

(Time Sensitive Networking) 802.1