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I

n un mercato che ogni anno

muove decine di miliardi di dol-

lari, il fatturato 2014 ascrivibile

ai supercondensatori è stato sti-

mato dagli analisti di

Lux Rese- arch

in ‘soli’ 483 milioni di dollari.

Tuttavia, gli stessi analisti preve-

dono per il 2021 una più ricca

quota di 1,3 miliardi di dollari, in

larga parte grazie alla doman-

da proveniente dal settore dei

trasporti. I supercondensatori

trovano oggi applicazione come

complemento alle batterie tradi-

zionali per assorbire l’energia in

frenata ed erogarla rapidamen-

te in ripresa. Sono gli elevati co-

sti di produzione e le modeste

densità di energia a prevenirne

l’impiego come sistemi prima-

ri di alimentazione. I progressi

nelle tecnologie attuali, come

quella basata sul carbone attivo,

e l’introduzione di nuovi mate-

riali come il grafene e i nanotubi

in carbonio (CNT) potrebbero

cambiare questo stato di fatto

nei prossimi cinque-dieci anni.

Ridurre i costi

di produzione

Gli elettrodi realizzati con mate-

riali basati sul carbonio hanno

innanzitutto il vantaggio del bas-

so costo della materia prima.

Un primo passo nella riduzione

dei costi di produzione del gra-

fene è stato fatto dai ricercatori

dell

Università della California Los Angeles ,

che sono riusciti a

produrre supercondensatori uti-

lizzando un comune masteriz-

zatore DVD Lightscribe, come

documentato dalla ricerca pub-

blicata sul numero 4 di

Nature Communications

del gennaio

2013. Lo scorso anno, poi, un

gruppo di ricerca della

Rice Uni- versity

guidato da James Tour è

riuscito a produrre una pellicola

di grafene poroso illuminando

con luce laser il prodotto della

combustione di un economico

materiale polimerico. La tecnica,

che non richiede né attrezza-

ture particolari, né una camera

bianca, è stata recentemente

affinata e il materiale prodotto

(denominato LIG, Laser Indu-

ced Graphene) è stato impiega-

to per creare supercondensatori

multistrato su supporto flessibi-

le, come documentato nell’arti-

colo

Flexible and Stackable La- ser Induced Graphene Super- capacitors

pubblicato lo scorso

13 gennaio su ACS Applied

Materials and Interfaces.

Migliorare la densità

di energia

Il motivo per cui i superconden-

satori non hanno rimpiazzato le

batterie tradizionali è che offro-

no densità di energia tipicamen-

te inferiori a 30 Wh/kg, contro

una media di 200 Wh/kg delle

tradizionali batterie a ioni di litio.

Il grafene ha le potenzialità per

mitigare questo divario: nel

2013 un gruppo di ricercatori

sudcoreani del

Gwangju Institu- te of Science and Technology

ha messo a punto dispositivi

in grafene con una densità di

energia di 83 Wh/kg. Nell’artico-

lo

Graphene based Superca- pacitors with Improved Specific Capacitance and Fast Charging Time at High Current Density

consultabile su Arxiv è dichiara-

to che il tempo di scarica di un

dispositivo da 64 Wh/kg è di soli

25 secondi con una densità di

corrente di 5 A/g. Più di recente

la ricerca sui supercap si sta in-

dirizzando verso dispositivi che

uniscono grafene a una varietà

di nanomateriali, in particolare

nanotubi in carbonio. In una ri-

cerca pubblicata lo scorso aprile

sul Journal of Applied Physics,

Paper-based ultracapacitors with carbon nanotubes-graphe- ne composites

, ricercatori della

George Washington University

sono ricorsi al connubio grafe-

ne-CNT per realizzare super-

condensatori con una densità di

capacità di 100 F/g. Lo scorso

novembre poi, Nunzio Motta,

Jinzhang Liu e Marco Notarian-

ni della

Queensland University of Technology (QUT)

e Matteo

Pasquali e Francesca Mirri del-

la Rice University hanno realiz-

zato supercondensatori ad alte

prestazioni utilizzando film di

grafene come elettrodi e nano-

tubi come collettori di corrente.

I risultati del loro sforzo, rias-

sunto in due articoli pubblicati

sul

Journal of Power Sources

e

Nanotechnology ,

sono disposi-

tivi dalle densità di energia re-

lativamente modeste (8-14 Wh/

kg) ma dalle interessanti den-

sità di potenza: tra 250 e 450

kW/kg. La peculiarità di questi

supercondensatori è che sono

realizzati su pellicole plastiche

flessibili che, nelle intenzioni dei

propositori, potranno essere in-

corporate nel corpo della vettura

per accelerare la fase di carica

delle vetture elettriche o per ri-

lasciare energia quando serve

un’accelerazione repentina.

EON

ews

n

.

583

-

febbraio

2015

3

M

assimo

G

iussani

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agina

Il grafene potrebbe diventare il materiale

d’elezione nei supercondensatori per i sistemi

di recupero dell’energia in ambito automotive

Auto,

un pieno di grafene

'LRGHVB$3 B [ PP LQGG

Immagine SEM

di un elettrodo

costituito da

una pellicola

di grafene e

nanotubi in

carbonio che

fungono da

collettori di

corrente (Fonte:

Queensland

University of

Technology)