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EON
ews
n.
573
-
marzo
2014
18
A
ttualit
Á
vestitori si siano rivolti da tem-
po versoaltri settori.
Uno dei problemi principali per
le start-up è connesso, secon-
dogli esperti,agli alti costi delle
maschere; non vanno sottova-
lutati neppure quelli legati alla
sempre maggiore complessità
delle soluzioni adottate e infat-
ti la parte di verifica dei chip è
diventata ormai la più onerosa.
Per contro, la complessità è
una scelta che è diventata una
necessità inderogabile, visto
che lesoluzioni piùabassoco-
stonon sono ingradodi creare
sufficientevaloreper lestart-up
al finedi potersi differenziare.
I costi per losviluppodi unchip,
inoltre, sono passati da pochi
milioni di dollari a cifre compre-
se tra i 30 e i 40milioni di dol-
lari per componenti realizzati
con un processo produttivo a
28 nm, e questo senza tenere
contodellapossibilitàdi ulterio-
ri aggravi dei costi legati all’e-
ventualità di dover intervenire
con delle modifiche sul chip.
Queste cifre non sono partico-
larmente appetibili per i ventu-
re capitalist e questo è un altro
elemento che spiegherebbe il
loro allontanamento dal setto-
re. Molti concordano sul fatto
che l’innovazione nel mondo
dei semiconduttori non potrà
più arrivare da una nuova pro-
liferazione delle start-up, ma
dovràproveniredaaltreparti.
Parallelamente, il numero di
chip sta diminuendo, come il
numero delle aziende di semi-
conduttori.
L’industria sta infatti avendo un
sempre maggiore consolida-
mento delle aziende, mentre
per i prodotti la tendenza è
quella di realizzare chip sem-
prepiùcomplessima innumeri
inferiori.
Per quanto riguarda i chip, ci
sono comunque alcuni progetti
che possono potenzialmen-
te favorire l’innovazione. Un
esempioèProgrammableSoC
(PSoC) di
,
in pratica
un controller ARM 10 con tutte
le periferiche necessarie e uno
spazio libero per poter inserire
I
l rapporto fra l’innovazione nei
chip e le fonti di finanziamento
necessarieper sostenerlaèun
aspetto diventato decisamente
importante, soprattutto in uno
scenario che vede sempre
meno venture capitalist dispo-
sti a rischiare i propri fondi in
questo settore. Questo tipo
di investitori, che provvedono
all’apporto di capitale di rischio
per finanziare una start-up o la
crescita di un’attività in settori
solitamentecaratterizzati daun
elevato potenziale di sviluppo,
hanno sostenuto per anni le
aziendedi semiconduttori della
SiliconValley; da qualche tem-
po però si sono spostati verso
altri settori di business, come
il Web, una migrazione questa
che sta avendo diverse riper-
cussioni, che a loro volta sono
al centro delle discussioni fra
gli esperti che si chiedono, non
senza qualche preoccupazio-
ne, quale possa essere il pros-
simo motore per l’innovazione
inquesto settore.
Tra gli addetti ai lavori è sem-
brato esserci comunque un
certo ottimismo, dato che il
supporto all’innovazione in
questo settore potrebbe arri-
vare da diversi fronti. Ci sono
infatti grandi aziende, comeper
esempio
o
,
che
sono sempre più verticalmente
integrate, così come ci sono
Paesi, fra cui India eCina, che
stanno investendonel
settore e resta anco-
ra anche uno sparuto
gruppo di investitori
cheprestaattenzione
alle start-up legate ai
chip.
Una constatazione
che fa riflettere co-
munque è, secondo
gli analisti, che i finan-
ziamenti di venture
capital per le start-up
collegateai chip sono
ormai talmente limitati
che dal 2011 sembra
difficile persino repe-
riredei dati specifici a
questo riguardo.
In effetti, i motivi di
questa disaffezione sembra-
no essere ben fondati. Se si
ascoltano i pareri degli esperti
del settore, le start-up legateai
semiconduttori pare siano sta-
te negli ultimi anni dei pessimi
investimenti. Alcune statistiche
sostengono infatti che, dopo il
2011, gli investitori non hanno
neppure recuperato tutto il ca-
pitale investito e che, in talune
circostanze, investire nei semi-
conduttori comporti un rischio
del 50%di perdere finoal 60%
dell’investimento fatto. Se si
considera che in un finanzia-
mento tramite venture capital
il rischio dovrebbe in qualche
modo ricompensato, questo
spiega facilmenteperchégli in-
Chi pagherà l’innovazione
dei chip ?
emersi durante la scorsa edizione dell’
ateCircuit
riguarda il legame fra innovazione e investimenti nei semiconduttori, dato che le
st
art-up e gli investitori che hanno storicamente sostenuto questo settore sono ormai sempremeno
F
rancesco
F
errari
Gli ottomembri che, lasciato il laboratorio del premio Nobel
WilliamShockey, hanno dato vita alla prima start-up della
Silicon Valley, Fairchild Semiconductor. Da sinistra a destra:
GordonMoore, C. Sheldon Roberts, Eugene Kleiner, Robert
Noyce, Victor Grinich, Julius Blank, Jean Hoerni e Jay Last
(anno 1960)
- FonteWikipedia
Andamento
degli
investimenti
delle venture
capital nelle
startup dei
chip (Fonte
GSA - Global
Semiconductor
Alliance)
1...,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17 19,20,21,22,23,24,25,26,27,...28
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