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XX

POWER 15 -

GENNAIO/FEBBRAIO 2018

Power

Da un punto di vista concettuale, la conversione di ener-

gia realizzata dai sistemi di potenza è uno dei campi più

affascinanti che si incontrano nello studio dell’elettro-

tecnica e dell’elettronica. In termini generali, la gestione

dell’energia elettrica si rende necessaria in campo indu-

striale allo scopo di adattarla alle caratteristiche dei diversi

apparati che devono essere alimentati. Le varie tecniche

di conversione consentono di effettuare questa trasforma-

zione minimizzando le perdite di potenza, dal momento

che eliminarle del tutto è praticamente impossibile.

Tipologie di convertitori

Dato che i fattori della potenza elettrica sono la tensione

e la corrente, che possono entrambe essere continue o

alternate, la conversione si presenta in quattro forme dif-

ferenti, ciascuna delle quali presenta specifiche modalità

operative. La potenza elettrica, sia continua sia alternata,

può essere convertita in potenza continua o alternata,

con diversi valori dei parametri elettrici di ingresso e

d’uscita. Ricorrendo agli acronimi ben noti ad ogni pro-

gettista e ad ogni tecnico avremo quindi la conversione

DC-AC, AC-DC, AC-AC e DC-DC (DC = Direct Current

o corrente continua, AC = Alternate Current o corrente

alternata). In questa sede non ci occuperemo di conver-

sione AC-AC, che viene solitamente effettuata da trasfor-

matori posti a monte e a valle delle linee che traspor-

tano l’energia elettrica. Questo trasporto richiede una

tensione elevata per consentire di ridurre la corrente,

responsabile delle perdite di potenza per effetto Joule.

La conversione AC-DC corrisponde al “raddrizzamento”,

operazione con cui si genera una tensione continua par-

tendo da una alternata per alimentare i circuiti elettro-

nici. In realtà, la tensione in uscita al convertitore non

è esattamente continua, ma contiene un residuo di ar-

moniche, o fattore di ripple. Per questo motivo, uno dei

criteri principali per valutare la bontà di un convertitore

AC-DC è dato dal residuo di ripple, che dovrà essere il

più basso possibile. La conversione DC-DC nasce invece

dall’esigenza di avere una tensione più elevata o meno

elevata di quella disponibile. Ciò si rende necessario per

il fatto che in un sistema elettronico complesso si vor-

rebbe avere un basso livello dei campi elettrici interni.

Dato che, però, a parità di potenza ridurre la tensione

equivale ad aumentare la corrente, potrebbe nascere (in

piccolo) un problema analogo a quello sopra accennato

per il caso degli elettrodotti. È questo il motivo per cui

negli attuali sistemi elettronici si utilizzano convertitori

DC-DC locali di piccola portata. Per concludere questa

sintetica carrellata introduttiva, i convertitori DC-AC tra-

sformano una tensione continua in una alternata, in ge-

nere sinusoidale, a una determinata frequenza. In que-

sto caso, la bontà di un convertitore sarà inversamente

proporzionale all’ampiezza delle armoniche, superiori

alla prima, presenti nella tensione d’uscita.

Convertitori DC-DC

I convertitori DC/DC hanno assunto un’importanza sem-

pre maggiore con la diffusione dei dispositivi elettronici

mobili alimentati a batteria, dai cellulari ai computer lap-

top. Questi sistemi, infatti, sono composti da varie sezioni

che richiedono tensioni di alimentazioni diverse da quel-

la della batteria. Essi inoltre offrono il vantaggio di gene-

rare diversi livelli di tensione controllati, partendo dalla

tensione variabile della batteria, consentendo di ridurre

l’ingombro dei sistemi e di evitare di dover ricorrere a

batterie multiple. I convertitori lineari utilizzano un rife-

rimento interno e regolano la tensione d’uscita mediante

una retroazione. I loro vantaggi principali sono il basso

rumore d’uscita e la precisione della tensione generata.

Viceversa, i convertitori switching agiscono per commu-

tazione, generando una tensione d’uscita che dipende

dal duty cycle, corrispondente al rapporto fra tempo di

on e di off. Nonostante lo svantaggio del maggior rumo-

re d’uscita, che peraltro può essere ridotto mediante un

apposito filtro, i convertitori di questo tipo vengono pre-

feriti spesso per la loro maggior flessibilità, dovuta anche

al grande numero di differenti topologie disponibili, che

consentono di far fronte a svariate esigenze applicative.

Recentemente, grazie all’impiego di frequenze di com-

mutazione sempre più elevate, questi convertitori hanno

migliorato le loro prestazioni in termini di precisione

della regolazione e di rapidità della risposta transitoria.

Andrea Cattania

Nuove soluzioni

di conversione

e di alimentazione

Sebbene quello dei convertitori sia un settore maturo, i produttori propongono ancora

al mercato nuove idee e prodotti innovativi