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POWER 13 -
APRILE 2017
Ci sono studi di settore che dimostrano che la durata del-
la batteria è a tutti gli effetti uno dei criteri che incide più
di altri sulle scelte dei consumatori al momento dell’ac-
quisto di un prodotto elettronico. D’altra parte, quando i
consumatori leggono nelle specifiche una decina di gior-
ni di autonomia, poi pretendono che il loro smartphone
duri effettivamente quanto c’è scritto. Il problema non ri-
guarda solo le tecnologie chimiche con cui sono costruite
le batterie, perché coinvolge per lo più il modo di utilizza-
re l’energia che esse producono affinché duri più a lun-
go possibile e poi l’eventualità di ricaricarle con sorgenti
locali autonome. Ciò ha fatto crescere l’esigenza di solu-
zioni di gestione dell’energia di alimentazione a elevate
prestazioni e di conseguenza am-
plificato l’importanza dei circuiti
integrati a ciò dedicati noti come
PMIC, o Power Management Inte-
grated Circuit, e Battery Charger
nel loro ruolo di caricatori locali
adibiti a sfruttare le risorse dispo-
nibili per massimizzare l’efficienza
energetica dei sistemi elettronici.
Circa un paio di anni fa, sono state
proposte le BIF, o Battery Inter-
Face, come interfacce adibite al
monitoraggio delle celle ricaricabili a bordo dei sistemi
elettronici portatili e palmari. Le specifiche sono MIPI Al-
liance e prescrivono che basti un solo pin di contatto per
acquisire tensione, temperatura e carica di una batteria e
poi dallo stesso pin fornire una stringa capace di riassu-
mere lo stato in cui si trova, in modo che i microcontrol-
lori attorno decidano cosa fare. Soluzioni simili ci sono
già ma evidentemente sono per lo più custom per ogni
costruttore e perciò, dopo la versione base 1.0, il Working
Group MIPI non andò oltre la v1.1 uscita nell’estate 2014.
Ciononostante, si può considerare un sintomo che dimo-
stra quanto sia cresciuta la preoccupazione dei progettisti
nei riguardi della gestione delle batterie.
I chip adibiti a tale scopo hanno la responsabilità di assi-
curare una buona linearità all’alimentazione dei circuiti
integrati, perché è dall’assenza di picchi di tensione e
corrente che deriva la qualità delle prestazioni dei pro-
dotti elettronici. Adattare la potenza elettrica alle esigen-
ze dei sottosistemi è indispensabile affinché soddisfino
i requisiti imposti nei prodotti e, tuttavia, questi hanno
caratteristiche proprie mai perfettamente identiche per-
ché correlate alle funzionalità da svolgere. È pertanto dif-
ficile pensare a circuiti di gestione delle batterie davvero
universali ed è perciò inevitabile consentire un minimo
di libertà progettuale da parte dei progettisti e una certa
diversità fra le caratteristiche di questi chip. Oggi, molte
aspettative di mercato riguardano
i prodotti elettronici a bassissimo
consumo legati alle applicazioni
per Internet-of-Things, IoT, e ai
dispositivi indossabili (wearable)
medicali o consumer che molti
analisti pronosticano come le due
più importanti tendenze di cre-
scita di quest’anno. I PMIC per
questi prodotti hanno dimensioni
millimetriche e buona versatilità
d’installazione e adattamento sul-
le infinite caratteristiche elettriche che si troveranno a
governare soprattutto quando le sorgenti sono costituite
dai sempre più diffusi Energy Harvester che catturano
l’energia dispersa nell’ambiente e perciò hanno inevita-
bilmente un funzionamento irregolare nel tempo.
Batterie su chip
Cymbet è nata con la missione di sviluppare e produrre
la Solid-State Smart Battery (SSB) EnerChip come solu-
zione allo stato solido per l’accumulo e l’utilizzo dell’e-
nergia a bordo dei sistemi microelettronici. La cella è,
in pratica, un film di elettrolita solido spesso 150 μm
frapposto a due film solidi che fanno da elettrodi e per-
Lucio Pellizzari
Energia sotto controllo
per i chip IoT e wearable
L’energia è preziosa per gli oggetti IoT e per i prodotti indossabili di nuova
generazione e perciò diventano strategiche le soluzioni in grado di ottimizzarne
l’utilizzo attraverso sorgenti locali oppure batterie miniaturizzate solide,
ricaricabili e usa e getta
Power
POWER
MANAGEMENT
Fig. 1
– L’EnerChip è una batteria allo stato solido che
Cymbet integra su chip da 5x5 mm con capacità di 5, 12 o
50 μAh, ideale come buffer di energia a fianco delle sorgen-
ti di energy harvesting