Table of Contents Table of Contents
Previous Page  21 / 102 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 21 / 102 Next Page
Page Background

TECH INSIGHT

21

- ELETTRONICA OGGI 458 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

SOLAR CELL

struttura reticolare comune analoga a quella rappre-

sentata in figura 3. Il minerale fu individuato la prima

volta negli Urali e il suo nome deriva dal presidente

Lev Perovski della Società Geografica Russa.

In pratica, oggi vengono chiamate perowskiti anche

tutte quelle composizioni che rispettano la formula

generica ABO3, dove A è un catione a grande raggio

ionico e B un elemento a piccolo raggio ionico. Oggi

si studiano strutture metallo-organiche a perowskite

contenenti ad esempio ioduro di piombo e metilammo-

nio CH3NH3PbI3 che, essendo abbastanza trasparenti

(Fig. 4), possono essere depositate al di sopra di una

comune cella al silicio per migliorarne le caratteristi-

che anche del 40%. Il basso costo di questo composto

rispetto al silicio è consentito dal fatto che può esse-

re ottenuto da fase vapore o da soluzione, facendo

combinare lo ioduro di metilammonio con il cloruro di

piombo. Si ottengono in tal modo densità di corrente

che vanno dai 16 ai 22 mA/cm

2

a seconda del metodo

utilizzato, operando con un’intensità di illuminazione

di 100 mW/cm

2

.

Il vantaggio di questo materiale rispetto al silicio è de-

rivato non solo dalla facilità di ottenimento e dal basso

costo, ma soprattutto dal fatto che, a seconda del teno-

re dello ione alogeno (iodio, cloro o bromo) si possono

ottenere valori di energy-gap diretto che vanno da 1.6

a 2.3 eV (contro un band-gap indiretto di 1.1 eV del si-

licio), ciò che permette di catturare efficacemente an-

che la porzione infrarossa dello spettro solare. Un ul-

teriore vantaggio deriva dall’elevata lunghezza di dif-

fusione sia per gli elettroni sia per le lacune, superiore

al micron. Le mobilità dei portatori si aggirano sui 10

cm

2

/Vsec. Inoltre, si è osservato che l’assorbimento

di un fotone genera una coppia elettrone-lacuna con

un’efficienza prossima al 100%, e così anche per la ge-

nerazione di fotoni in seguito alla loro ricombinazione.

Strutture innovative

Viste le caratteristiche ottenibili, si pensa di utilizzare

composti del tipo perowskite non tanto come materiali

stand-alone per la conversione fotovoltaica, ma piut-

tosto per realizzare celle-tandem a due strati, ognuno

dei quali è in grado di convertire con maggiore effica-

cia una specifica porzione dello spettro solare.

Il silicio non è in grado di convertire le radiazioni infra-

rosse, a causa del fatto che l’energy-gap di 1.12 eV fa

sì che esso diventi “trasparente” alle radiazioni di lun-

ghezza d’onda superiore ai 1100 nanometri. Se però

si abbina al silicio uno strato di materiale in grado di

convertire la porzione infrarossa dello spettro solare,

allora si possono raggiungere efficienze più elevate.

La struttura-tandem risultante è quella di figura 5, che

abbina uno strato superficiale di ioduro di piombo-

metilammonio a un substrato in silicio policristallino.

Lo strato di perowskite organica è racchiuso entro

due strati di TCO (Transparent Conductive Oxide),

costituito da FTO (Fluorine-doped Tin Oxide), ovvero

ossido di stagno drogato con fluoro.

L’impiego delle strutture a perowskite porta però con

sé alcuni problemi che i gruppi di ricerca stanno cer-

Fig. 3 – Struttura reticolare della perowskite CaTiO3

Fig. 4 – Cella solare realizzata con perowskite a ioduro

di piombo-metilammonio su vetro