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XI

POWER 14 -

SETTEMBRE 2017

SUPERCAPS

tegia efficace, in quanto queste sono spesso sovradimensio-

nate al fine di sopportare i picchi di corrente e di potenza

richiesti. Nel caso degli EDLC, in virtù della loro capacità

di carico di picco, tale sovradimensionamento non è ne-

cessario. Tutti coloro che desiderassero migrare verso l’uso

di condensatori, dovrebbe porsi alcune domande del tipo:

qual è la quantità di energia necessaria per la funzione desi-

derata, ossia quali sono i tempi di funzionamento e di buffer

desiderati o necessari e con quali valori di corrente, oscilla-

zione di tensione potenziale e potenza di uscita? L’utilizzo di

un condensatore si rivela ottimale se il 100% della tensione

di carica viene dimezzato, il che corrisponde a un’efficienza

energetica del 75%. In presenza di oscillazioni di tensione di

ridotte dimensioni, è necessario un incremento di capacità

a parità di potenza di uscita, o in alternativa è richiesta la

presenza di un convertitore DC/DC per fornire il range di

tensione richiesto per l’applicazione.

In base a considerazioni prettamente energetiche, al volume

dell’EDLC e al costo dei componenti, spesso appare chiaro

come una soluzione composta da soli condensatori non abbia

molto senso. La soluzione ideale non è dunque da ricercarsi

nell’alternativa tra batteria o supercondensatore, ma in una

combinazione di entrambi. Una soluzione ibrida di questo

tipo permette di sfruttaremeglio la capacità della batteria pro-

lungandone al contempo la durata per singola carica. Al tem-

po stesso viene notevolmente prolungata, per via del minore

carico di corrente, la vita utile della batteria – fino al 100% in

base ai primi dati di natura empirica. Tutto ciò si può realizza-

re sfruttando diverse topologie, da un semplice collegamento

in parallelo fino a sistemi connessi logicamente e controllati

in modo attivo.

Un esempio di applicazione: avvitatore a batteria

L’esempio pratico di un avvitatore a batteria da 14,4V è utile

per spiegare il comportamento di soluzioni che prevedono

rispettivamente solamente condensatori EDLC, solamente

batterie a ioni di litio e una combinazione di batteria agli ioni

di litio ed EDLC, relativamente a parametri quali tempo di

carica, potenza e il tempo di funzionamento. Attualmente, gli

avvitatori a batteria sono sempre più spesso dotati di batterie

a ioni di litio. Queste sono più leggere e hanno una capaci-

tà nettamente maggiore rispetto alle batterie

NiCd e NiMh.

Soluzione con EDLC

Con cinque celle EDLC da 350F collegate in

serie e una tensione di carica di 13,8V sono

state avvitate, nel corso di un test pratico, circa

40 viti per legno (4,5 x 40 mm) in un asse di

legno prima di dover ricaricare nuovamente

l’utensile. Con una corrente di carica di 20A,

il condensatore era di nuovo completamente

carico nel giro di circa 35 secondi. A tale sco-

po non occorre alcuna elettronica di carica,

bensì soltanto un limitatore di tensione di fine carica. Un

vantaggio di questa soluzione consiste nel poter fare a meno

di un’opzione di arresto per bassa tensione, poiché anche in

caso di diminuzione del numero di giri, è disponibile una

coppia di valore sufficiente. Rispetto alle batterie, infatti, gli

EDLC sono in grado di fornire molta più corrente e posso-

no supportare senza danni anche a tensioni molto basse. Gli

EDLC consentono fino ad oltre 100.000 cicli di ricarica.

Soluzione con batteria agli ioni di litio

Con una batteria agli ioni di litio di capacità nominale pari a

1,5 Ah sono state avvitate, con una singola carica, circa 250 viti

per legno delle stesse dimensioni nello stesso asse di legno.

Dopo di che ci è voluta circa un’ora per ricaricare completa-

mente la batteria.

Tutti i migliori avvitatori a batteria sono dotati di un’op-

zione di arresto per bassa tensione per la protezione della

batteria. Poiché la profondità di scarica (depth of dischar-

ge, DOD) di una batteria agli ioni di litio è pari al 70%, ciò

significa che sono effettivamente disponibili 1,05 Ah degli

1,5 Ah nominali. L’eventuale scarica della batteria, inoltre,

avrebbe come conseguenza danni persistenti. Col trascor-

rere del tempo, cala la percentuale di capacità nominale

utilizzabile. All’atto pratico, la batteria sopporta tra i 150 e

i 200 cicli di carica.

Soluzione ibrida

Per la soluzione ibrida, la batteria agli ioni di litio da 1,5 Ah

è stata accoppiata con 15 EDLC da 25F ciascuno. In questo

caso, con l’avvitatore a batteria è stato possibile avvitare cir-

ca 300 viti nell’asse di legno. Anche con questa soluzione, il

tempo di ricarica è stato di circa un’ora, ma la vita utile del-

la batteria raddoppia fino a circa 400 cicli di carica mentre

la DOD è migliorata raggiungendo percentuali comprese

tra l’80 e il 90%. Tutte e tre le soluzioni proposte hanno

pregi e difetti, per cui non è possibile fornire consigli di

natura generale. Inoltre devono venire esaminati i detta-

gli della particolare applicazione considerata. In sintesi,

i fattori da tenere in considerazione sono la tipologia di

utilizzatore, i vincoli a cui è soggetto il dispositivo e le sue

modalità di utilizzo.

ALDO

Fig. 2

– Confronto tra le caratteristiche di un supercondensatore e una batteria NiMh