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MEDICAL 2 - giugno 2013
XII
Medical
È possibile raggiungere questo obiettivo adottando de-
gli standard comuni, in modo che dispositivi realizzati
da diversi produttori possano comunicare tra loro. I
dispositivi devono potersi connettere in modo sicuro
all’interno dell’ecosistema ospedaliero e, attraverso i
sistemi di comunicazione, arrivare alle abitazioni per-
mettendo ai dati di passare attraverso le reti sanitarie
e quelle delle società di telecomunicazione. Inoltre, ri-
ducendo la variabilità nei workflow di un determinato
trattamento, si ottiene un aumento degli esiti sanitari
positivi a fronte di un’ottimizzazione dei costi.
Le informazioni prese in considerazione sono prin-
cipalmente quelle che riguardano il paziente. Questi
dati non devono essere solamente accurati, ma devono
anche essere disponibili nel luogo e al momento op-
portuno, fornendo i dettagli necessari al medico o a
un dispositivo per capire le condizioni di un paziente e
decidere come agire. I dati sono ovunque, ma la man-
canza di interoperabilità rende difficile trarne vantag-
gio per ottimizzare la cura dei pazienti. In un reparto
di terapia intensiva, ad esempio, la possibilità di sincro-
nizzare una radiografia con il ciclo respiratorio di un
paziente si è rivelata una soluzione che ha migliorato la
qualità dell’immagine. Purtroppo ad oggi la capacità di
interconnettere e sincronizzare automaticamente que-
sti dispositivi non è ancora disponibile. Un ulteriore
esempio di potenzialità non sfruttata riguarda i sistemi
di blocco e di allarme per interrompere la sommini-
strazione di farmaci via flebo nel caso in cui il paziente
mostri segnali di difficoltà respiratoria. Sfortunatamen-
te, siamo come bloccati in un mondo riluttante ad assu-
mersi qualunque rischio, in cui l’interconnessione tra
questi tipi di dispositivi è considerata un ulteriore peso
ai fini dell’integrazione, obiettivo di cui nessun produt-
tore intende farsi carico. Tutto questo, mentre i costi
continuano ad aumentare e il sistema sanitario diventa
sempre più complesso.
Ostacoli
L’elenco dei soggetti coinvolti è lungo: governi, inve-
stitori, fornitori, medici, produttori di dispositivi, legi-
slatori, organizzazioni che definiscono gli standard e
pazienti. Ognuno di essi potrebbe trarre beneficio da
una maggiore interoperabilità tra i dispositivi, ma le
barriere alla sua adozione sono numerose.
Sebbene le organizzazioni sanitarie e i legislatori di tut-
to il mondo stiano cercando di regolamentare il settore
dei dispositivi medicali, non esistono ancora imposizio-
ni vincolanti per quanto riguarda l’interoperabilità. E
benché tutte le parti in causa concordino sulla neces-
sità di definire standard e linee guida, le posizioni di-
vergono quando si tratta di stabilire i confini
di tali aspetti. Per questo motivo, non esiste
ancora una vera regolamentazione per l’inte-
roperabilità, e le aziende riescono a cavarsela
applicando il minimo indispensabile..
La seconda, e più importante, dinamica re-
lativa all’interoperabilità è costituita dall’ef-
fetto rete, secondo cui una rete di piccole
dimensioni che si collega a una rete di di-
mensioni maggiori ne beneficia in maniera
sproporzionata. Chi già è presente nel mer-
cato della sanità non è incentivato a favorire
l’interoperabilità con i dispositivi di altri sog-
getti per via del rischio di erosione della propria quota
di mercato. Sono quindi in pochi a dominare il settore
e all’interno di determinate strutture ospedaliere l’eco-
sistema dei dispositivi è monopolizzato da un numero
ancora più ristretto di soggetti.
In conclusione, la maggior parte dei produttori di di-
spositivi medicali è stata da sempre caratterizzata da
un’integrazione verticale. Questo significa che il con-
cetto di standard e componentizzazione è sempre stato
applicato all’interno della singola azienda. L’interope-
rabilità tra i vendor significa invece trasmettere il con-
cetto di interoperabilità ai fornitori stessi dell’azienda,
facendolo diventare il minimo comune denominatore
per la creazione di un dispositivo. Gli standard per l’in-
teroperabilità del software dovrebbero essere imple-
mentati in modo analogo rispetto ai protocolli di co-
municazione di base. E lo stesso vale per i componenti
connessi — le aziende dovrebbero appoggiarsi ai loro
fornitori per l’acquisto di componenti pre-fabbricati e
integrati all’inizio della catena del valore.
Progressi
Nonostante le barriere illustrate in precedenza, sono
comunque stati compiuti dei progressi. Gli operatori
sanitari, sempre più consapevoli dei costi sostenuti,
stanno infatti richiedendo ai vendor una sempre mag-
giore interoperabilità tra i vari dispositivi. La Food and
Fig. 2 – Integrazione verticale
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