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XV

IOT

MEDICAL 11 - SETTEMBRE 2016

Non c’è previsione sui prodotti per Internet delle cose che

non sbandieri per i prossimi anni milioni e milioni di mi-

crocontrollori venduti con sopra un modulo wireless e poi

un sensore o una periferica con funzioni specifiche. Di

ciò ne può senza dubbio beneficiare il comparto medicale

perché i dispositivi IoT potrebbero consentire, per esem-

pio, ai medici di monitorare in remoto i livelli di alcune

sostanze nei pazienti e modificare loro le prescrizioni con

un semplice SMS oppure intervenire tempestivamente al

superamento delle soglie impostate come critiche. Questi

prodotti sono ormai proposti in una moltitudine di forme

che ne semplificano l’installazione non solo nei vestiti,

negli occhiali, negli orologi e nelle scarpe ma anche in

cerotti da applicare sulla cute o addirittura in dischetti di

pochi millimetri da impiantare sottocute.

Internet degli oggetti medicali

In generale, un dispositivo IoT medicale è composto da

un microcontrollore, un transceiver wireless e una perife-

rica che generalmente è un sensore che misura una o più

variabili legate alla nostra salute ma può anche essere un

dispositivo per la somministrazione graduale di farmaci di

vario tipo. Nel ruolo del microcontrollo troviamo soprat-

tutto le architetture ARM a 8 o a 16 bit laddove le risorse

a disposizione sono limitate e le prestazioni da garantire

consistono nel raccogliere un po’ di misure da un sensore

e trasmetterle di tanto in tanto a un host che le memoriz-

za per le successive elaborazioni. Se invece l’ambiente è

adeguato all’installazione di un vero e proprio nodo di

rete a radiofrequenza con scambio di dati bidirezionale

allora è più facile trovare gli MCU ARM a 32 bit capaci di

gestire una gamma più ampia di risorse.

Per il modulo di trasmissione e/o ricezione dati senza

fili da incorporare nei dispositivi IoT ad uso medicale

sono candidate molte tecnologie ugualmente promet-

tenti. I transceiver più semplici sono i noti RFID (Radio

Frequency IDentification) che possono avere l’econo-

mica frequenza portante di 125/134 kHz se sono Low

Frequencies e hanno distanza di tratta di 10 cm, ma poi

si cresce a 13,56 MHz (High Frequencies) se si vuole una

tratta da 10 cm a 1 m, a 433 MHz (Ultra High Frequen-

cies) per una tratta da 1 a 100 m, da 865 a 868 MHz o

da 2,45 a 5,8 GHz se si vuole occupare l’affollata banda

ISM e, infine, da 3,1 a 10,6 GHz per le più sofisticate Ul-

tra Wide Band con tratta che arriva a 200 metri. Attual-

mente le più promettenti sembrano essere le NFC (Near

Field Communication) che sono un sottoinsieme delle

HF a 13,56 MHz, ma oltre alle RFID i costruttori consi-

derano oggi attentamente anche alcune tecnologie wire-

less emerse più di recente come, ad esempio, ZigBee che

garantisce nelle due bande ISM le velocità di 250 kbit/s

a 2,4 GHz e 20 kbit/s a 868 MHz con consumi molto

bassi ed è, inoltre, assai più semplice da implementare a

livello circuitale rispetto alle tecnologie Wireless Perso-

nal Area Network (WPAN) come Bluetooth e Wi-Fi.

D’altra parte, i transceiver a 2,4 GHz offrono prestazioni

Saranno i piccoli microcontrollori con a bordo un transceiver wireless multiprotocollo a

gestire le applicazioni medicali attraverso una miriade di reti formate esclusivamente dai

dispositivi IoT

Lucio Pellizzari

La medicina diventa wireless

con gli MCU multistandard per IoT

Medical

Fig. 1 – Un tipico dispositivo IoT per applicazioni

À

transceiver e da un modulo dedicato che nella mag-

gior parte dei casi è un sensore

Transceiver

RFID

NFC

Bluetooh

W

i

-F

i

Medical

Device

Sensor

MCU