Table of Contents Table of Contents
Previous Page  26 / 32 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 26 / 32 Next Page
Page Background

EON

EWS

n

.

618

-

APRILE

2018

26

complessivo di Apple, con

vendite pari a 19,2 milioni

di unità l’anno scorso e rap-

presenta l’11% dei ricavi di

Apple. L’allontanamento da

Intel sarebbe un importan-

te cambiamento per la sua

linea Mac, e avviene dopo

anni di crescente attenzione

sulla progettazione dei pro-

pri chip per i suoi dispositivi.

La società ha infatti proget-

tato i propri processori per

iPhone dal rilascio di iPhone

4 nel 2010, e la decisione

di Apple arriva dopo anni

di rapidi miglioramenti ed

evoluzioni dei processori

basati su ARM che Apple

ha integrato nei suoi dispo-

sitivi iOS, Apple Watch e

Apple TV. Come detto, tutto

il processo avverrà in modo

graduale e secondo alcune

voci lo stesso Mac verrà ri-

progettato per garantire il

miglioramento delle presta-

zioni, mentre l’evoluzione

dei nuovi chip porterà alla

sostituzione completa an-

che dei potenti chip Xeon, il

cuore degli ultimi modelli di

iMac Pro. L’ultimo importan-

te cambiamento di Apple nei

processori del Mac risale al

2005, quando fu Steve Jobs

ad annunciare il passaggio

dai chip PowerPC di IBM a

quelli di Intel. Secondo gli

esperti, i chip Intel rimarran-

no più a lungo sulle mac-

chine di fascia alta, come

l’iMac Pro e la prossima ver-

sione del Mac Pro, attesa

entro l’anno, fino a quando

l’azienda non sarà in grado

di produrre internamente

chip abbastanza potenti da

soddisfare le esigenze de-

gli utenti Mac professionisti.

Come accennato, progetta-

re i futuri computer in base

ai propri chip consentireb-

be ad Apple una maggiore

flessibilità nel lancio di nuo-

vi prodotti e negli aggior-

namenti ma garantirebbe

anche un ulteriore livello di

controllo dell’hardware, con

una maggiore sicurezza per

gli utenti.

U

n articolo apparso su

Bloomberg

(https://www.

b l o omb e r g . c om / n ews /

ar ticles/2018-04-02/ap-

ple-is-said-to-plan-move-

from-intel-to-own-mac-chips-

from-2020) rivela che Apple

potrebbe sostituire nei Mac

i processori x86 di Intel con

chip realizzati in-house. An-

che i computer di Apple

avrebbero dunque chip pro-

dotti in casa, come già acca-

de per gli iPhone e gli iPad,

un passaggio che però non

dovrebbe esser immediato,

ma nel 2020. L’iniziativa ha

un nome in codice, “Kalama-

ta”, ed è ancora in una fase

di sviluppo iniziale. Inoltre,

fa parte di una strategia più

ampia per far funzionare la

famiglia di dispositivi Apple

in modo più uniforme. Brut-

te notizie, dunque, per Intel,

non tanto per l’impatto sul

volume ma perché potrebbe

creare un pesante “prece-

dente”, come ha spiegato

Kevin Cassidy, analista di

Stifel Nicolaus & Co., a Blo-

omberg: “Non vediamo per

ora ricadute importanti sui

guadagni del chipmaker, ma

il problema assumerebbe

proporzioni maggiori se la

scelta di Apple si inserisse

in un più ampio trend: grandi

clienti che sviluppano da soli

i loro componenti”. E aggiun-

ge: “Non ci aspettiamo altri

produttori di PC diano il via

alla progettazione delle pro-

prie CPU”. Kinngai Chan,

analista del gruppo Summit

Insights, afferma: “Anche se

è possibile che Apple pos-

sa sostituire Intel in alcune

delle sue linee di prodotto,

pensiamo che sarà difficile

per Apple sostituire comple-

tamente Intel entro il 2020,

specialmente per quanto

riguarda i prodotti di fascia

alta”.

Nuovi chip

per i nuovi Mac

Il Mac gioca un piccolo ruo-

lo nel quadro finanziario

Apple dirà

addio a Intel

?

A

NTONELLA

P

ELLEGRINI

Secondo fonti di Bloomberg, Apple avrebbe approvato

un piano per sostituire i chip di Intel attualmente usati

nei Mac con processori sviluppati in-house

Per iMac Pro,

Apple ha scelto

di optare

per un processore

Intel Xeon

L’elettronica del futuro?

Sarà riciclabile

Grazie a un finanziamen-

to europeo, Gianluca Fiori

dell’

Università di Pisa

studierà una

tecnologia che può aprire la por-

ta a innumerevoli applicazioni.

Un foglio di carta e una semplice

stampante a getto d’inchiostro:

è tutto quello che, in uno sce-

nario futuribile, potrebbe ser-

vire per fabbricare dispositivi di

elettronica di consumo – come

un telefonino o una radio – con il

vantaggio di poter avere sistemi

“personalizzati”, a basso impatto

ambientale, facilmente smaltibili

e riciclabili. Parlando con il pro-

fessor Gianluca Fiori, docente

di Elettronica al dipartimento

di Ingegneria dell’informazione

dell’Università di Pisa, tutto

questo appare vicino e realizza-

bile, in particolare grazie a un

progetto di ricerca finanziato

dall’Europa con un ERC Consoli-

dator Grant, che nei prossimi 5

anni sarà portato avanti dal suo

gruppo. Lo studio, condotto in

collaborazione con l’Università

di Manchester, riguarda le appli-

cazioni di materiali bidimension-

ali, come il grafene, nel campo

dell’elettronica per la costruzi-

one di circuiti elettronici con-

tenuti per esempio nei nostri

computer e smartphone, e che

in futuro potranno essere stam-

pati su supporti flessibili come la

carta. “Grazie alla collaborazione

con l’Università di Manchester,

insignita del premio Nobel 2010

per le ricerche sul grafene - spie-

ga Fiori - possediamo degli in-

chiostri ricavati da questo mate-

riale del tutto simili agli inchiostri

delle nostre stampanti, ma con

proprietà elettroniche eccellenti.

Questa tecnologia può aprire la

porta a innumerevoli applica-

zioni, che vanno da etichette in-

telligenti per l’industria 4.0 a dis-

positivi biomedicali per l’analisi

dei segnali biometrici, a metodi

smart anti contraffazione, giusto

per citarne alcune”. Il professor

Fiori e il suo gruppo di ricerca

stanno dunque lavorando per

rendere reale quello che ora,

nell’immaginario collettivo, sem-

bra un film di fantascienza: “La

nostra è una ricerca di base, ma

in quanto scienziati siamo chia-

mati a “sognare” e ipotizzare

scenari futuri in cui i nostri studi

trovino un’applicazione concreta

nella realtà: i finanziamenti che

vengono dall’Europa ci aiutano

proprio in questo”.

brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi brevi

T

ECNOLOGIE