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EON

ews

n

.

596

-

aprile

2016

12

pone di quattro fasi

e oggi ci troviamo

nella seconda. La

prima fase, quella di

interazione, comin-

ciò circa otto anni

fa con l’introduzione

degli smartphone e

il passaggio dai bot-

toni al touchscreen.

Questa fase continua

e si arricchisce con

sempre nuovi miglio-

ramenti: possibilità

di usare guanti, indifferenza

all’umidità e così via. La se-

conda fase, quella che stiamo

attraversando, la chiamiamo di

personalizzazione, perché ci si

focalizza sulla perfetta identifi-

cazione della persona che uti-

lizza il device in modo da forni-

re un’esperienza sicura e con

informazioni personalizzate.

Le tecnologie di identificazio-

ne biometrica fanno parte di

questa fase: impronta del dito,

identificazione dell’iride, della

voce, del viso e così via. La

terza fase riguarda la

consapevolezza am-

bientale. Qui il device

fa un uso intelligente

delle

informazioni

relative all’ambiente

e allo stato di esse-

re

dell’utilizzatore

(emozioni, malattia

e così via), ad esem-

pio per informare

circa zone da evitare

perché sono partico-

larmente inquinate

o trafficate oppure per effet-

tuare chiamate di emergenza

in caso di malessere. L’ultima

fase, chiamata di omnipresen-

za, vedrà un superamento del

device personale in quanto

l’interfaccia verrà integrata in

tutte le infrastrutture e rea-

girà e interagirà in presenza

dell’essere umano e di quel

preciso essere umano. Le

nuove interfacce uomo mac-

china dovranno quindi essere

progettate per collaborare con

questi device.

tecnologie tattili?

Tarantino:

Il futuro è sicura-

mente nelle tecnologie “Fles-

sibili”. Per ora un primo ap-

proccio si osserva nel mondo

consumer con tutti gli oggetti

wearable, ma nei prossimi anni

queste tecnologie avranno si-

curamente uno sbocco anche

in quello industriale. Nel futuro

avremo poi tecnologie touch in

grado di attivarsi anche senza

un vero e proprio contatto “fi-

sico” e la possibilità di attivare

gesture in 3D con applicazioni

che andranno dal mondo con-

sumer e del gaming a quelli

dell’industriale e dell’edilizia

con la modellazione 3D in real

time, grazie all’associazione

con le tecnologie della realtà

aumentata.

Apuzzo:

Tra le sfide tecno-

logiche si annuncia molto in-

teressante quella del ricono-

scimento delle gesture in 3D.

Oggigiorno queste tecnologie

sono già fattibili, ma vengono

realizzate con sensori costosi

come telecamere stereo, ra-

dar, infrarosso, ecc.; l’obiettivo

è quello di utilizzare supporti

low-cost (come pad di rame

o sensori disegnati su fogli di

ITO) e di arrivare a offrire un

sistema in grado di interpreta-

re in modo sicuro il movimento

della gesture dell’utente in uno

spazio tridimensionale.

Cooper:

Riteniamo che le tec-

nologie tattili capacitive diven-

teranno sempre più comuni in

tutte le applicazioni. Le solu-

zioni capacitive e induttive ten-

dono a non soffrire l’umidità

e la polvere e a non riportare

guasti meccanici.

Synaptics:

Nella visione del-

la nostra azienda il percor-

so evolutivo delle tecnologie

di interfacciamento (di cui

le tecnologie tattili sono una

componente n.d.r.), si com-

segue da pag.11

WILLIAM COOPER

,

product marketing

engineer di Texas

Instruments

Vocabolario minimo (fonte: Wikipedia)

Questo box è ad uso di coloro che non conoscono queste tec-

nologie. Non presentandone i vantaggi e gli svantaggi non è da

considerarsi tecnologicamente esaustivo.

Schermo tattile resistivo:

è una tipologia realizzativa di touchscre-

en. È costituito da due pellicole trasparenti conduttive caratteriz-

zate da una certa resistenza elettrica, sovrapposte ma separate

tra loro. Quando il pennino o il dito dell’utente tocca lo schermo,

le due pellicole vengono a contatto e si crea un particolare cir-

cuito elettronico detto partitore di tensione. Ciò fa sì che ai capi

del circuito creatosi si produca una tensione diversa a seconda

del punto in cui il dito ha toccato lo schermo; misurando questa

tensione, il dispositivo elettronico su cui lo schermo è montato è

in grado di determinare la posizione del dito.

Schermo tattile capacitivo:

è una tipologia di touchscreen che

sfrutta la variazione di capacità dielettrica tipica dei condensa-

tori sul vetro dello schermo stesso, che viene ricoperto da un

sottile strato di ossido metallico sulla parte esterna. Ai quattro

angoli del pannello viene applicata una tensione che si propaga

uniforme su tutta la superficie dello schermo per via dell’ossido

di metallo; quando il dito o un materiale conduttore di elettricità

tocca lo schermo, avviene una variazione di capacità superficiale

che viene letta da una matrice di condensatori a film posizionati

su un pannello posto al di sotto della superficie del vetro. Questi

tipi di schermi sono particolarmente usati negli smartphone e

nei tablet di ultima generazione.

Schermi multi-touch:

utilizzano in genere tecnologie capacitive o,

più raramente, resistive. Tali tecnologie hardware devono essere

accompagnate da un apposito software di gestione, in genere

molto più complesso di quello che accompagna i display “single-

touch”. Questo software deve infatti essere in grado di stabilire

la posizione dei punti di contatto processando i dati rilevati dai

diversi sensori.

La pluralità di punti è spesso usata per implementare funziona-

lità avanzate come il ‘pizzica per lo zoom’ o per attivare alcuni

sottoprogrammi assegnati a gesti predefiniti.

Interfaccia aptica:

è un dispositivo che permette di manovrare un

robot, reale o virtuale, e di riceverne delle sensazioni tattili in ri-

sposta (retroazione o feedback). Un esempio potrebbe essere un

joystick con ritorno di forza, un mouse in cui la rotellina si blocca

quando il puntatore arriva ai margini dello schermo, o un display

in braille utilizzato dai non vedenti. Le interfacce aptiche sono

utili e necessarie in quei contesti in cui la sola visione di quanto

sta accadendo non è sufficiente all’operatore per garantire un

controllo corretto.

Ecco quindi che vengono applicate nei settori di robotica avan-

zata, come la robotica chirurgica e quella spaziale, e in quelli

relativi alla realtà virtuale, come la telemanipolazione o l’adde-

stramento con operazioni simulate.

Oltre che nel settore della robotica, le interfacce aptiche sono

utili ove è necessaria un’interazione fra computer e operatore

come nel settore della modellazione solida ove l’interfaccia ap-

tica permette all’utente di sfruttare le proprie capacità manuali

mantenendo il senso del tatto.

R

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