XXV
MEDICAL 14 -
MAGGIO 2017
NANOTECHNOLOGY
Nanomateriali biomedicali
Finanziato dall’Unione Europea il progetto Mag(net)
icFun, o “Functionalized Magnetic Nanoparticles and their
Application in Chemistry and Biomedicine”, mira a svilup-
pare nanoparticelle magnetiche per impieghi chimici e
biomedici. In quest’ambito si studia come produrre e ap-
plicare le nanoparticelle magnetiche per rilasciare farma-
ci a cellule specifiche all’interno del corpo, migliorare la
risoluzione dell’imaging a risonanza magnetica e deconta-
minare l’acqua dalle sostanze inquinanti. Per l’Italia parte-
cipa il dipartimento
Nanomaterials for Biomedicals (NfB)
dell’
Istituto Italiano di Tecnologia di Genova
diretto dalla
dott.saTeresa Pellegrino. L’attività dell’NfB consiste nella
preparazione e caratterizzazione di nano-oggetti realizzati
con materiali nanostrutturati per applicazioni biomediche
e composti da parti organiche e parti inorganiche, ciascuna
con le sue proprietà ottiche, chimiche e magnetiche. L’o-
biettivo è di valorizzare i nanomateriali, per utilizzarli in so-
stituzione delle attuali chemioterapie e radioterapie e a tal
scopo sviluppare soprattutto le nanoparticelle magnetiche
e magneto-plasmoniche per l’ipertermia magnetica o per la
foto-ablazione. Grazie ai brevetti dell’NfB, è sorta la spin-off
HiQ-Nano
, che ha come
slogan “the art of produ-
cing nanoparticles” e si
occupa di sintetizzare e
produrre nanoparticelle
con funzionalità appli-
cative specifiche. Si può
scegliere fra nanopar-
ticelle magnetiche con
diametro da 6 a 20 nm,
nanoparticelle
d’oro,
d’argento e di silicio, na-
noparticelle fluorescenti
da utilizzare come agen-
ti di contrasto, nano perline (nanobead) con superficie
esterna custom adatta alle condizioni d’utilizzo e diametro
che va da 25 a 150 nm e, infine, quantum-dots per sorgenti
d’illuminazione. Un progetto portato avanti al
Nanostruc-
tured Fluorinated Materials Lab (NFMLab)
del
Dipartimen-
to di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica Giulio Natta
(CMIC) del Politecnico di Milano
si occupa di sviluppare
nanoparticelle composte da liposomi, che sono grassi già
presenti nel sangue ma facilmente sintetizzabili in laborato-
rio. Ci sono due vantaggi perché, innanzitutto, hanno una
cavità al loro interno dove si può inserire un agente diagno-
stico o terapeutico e, inoltre, in base alla composizione mo-
lecolare del loro mantello possono essere sintetizzati con
capacità selettive più affini a taluni tessuti organici piuttosto
che ad altri. Se si aggiunge la magnetizzazione, che consen-
te di attirarli in punti ben precisi dell’organismo, si ottengo-
no agenti con ottime funzionalità teranostiche.
Nano decontaminazione
Una possibilità applicativa molto promettente delle na-
noparticelle magnetiche è l’osmosi per la purificazione
dell’acqua dalle sostanze inquinanti come microorga-
nismi, metalli o sostanze organiche. Al CMIC del Poli-
tecnico di Milano hanno dimostrato che la separazione
magnetica che consente di adsorbire gli inquinanti è ef-
ficace e veloce, spende poca energia e per di più consen-
te di recuperare le nanoparticelle magnetiche disperse
senza ulteriori passaggi di filtrazione.
Captive Systems
è nata come spin-off del Politecnico di
Milano per produrre e commercializzare nanoparticel-
le magnetiche utilizzabili per captare gli inquinanti in
acqua, aria e suolo. Le particelle di magnetite sono trat-
tate in modo tale da disperdersi facilmente nell’acqua
ma conservare affinità con le fasi oleose, che possono
adsorbire o emulsionare mentre nel contempo sono
suscettibili ai campi magnetici. Hanno dimensioni che
variano da alcuni nanometri alle decine di micrometri
e vengono sospese in fluidi capaci di polarizzarsi in pre-
senza di un campo magnetico, in modo tale da separare
efficacemente il contenuto inquinante catturato. La loro
superficie è rivesti-
ta da gruppi funzio-
nali che favorisco-
no selettivamente
l’interazione con
le sostanze inqui-
nanti da rimuovere
come, per esempio,
olio, arsenico, idro-
carburi o tensioat-
tivi.
Graftonica
è
nata come start-up del
Dipartimento di Scienza dei Ma-
teriali dell’Università di Milano-Bicocca
e si occupa dei
processi chimici che consentono di far crescere uno stra-
to di polimero sulle nanoparticelle in modo da coniuga-
re le proprietà funzionali di queste con quelle strutturali
della plastica.
Ciò consente di circondare ogni singola nanoparticella
con una “capsula” dello stesso materiale in cui verrà inse-
rita, in modo tale da favorirne l’aggregazione e impedire
la sua dispersione in altri materiali.
Con questi additivi polimerici le nanoparticelle acquista-
no proprietà meccaniche, elettriche e magnetiche tipi-
che di altre classi di materiali, diventando, così, competi-
tive nelle applicazioni attualmente riservate a ceramiche
o metalli, con il vantaggio di un’elevata sostenibilità am-
bientale.
Questi processi consentono di ottenere materiali macro-
molecolari funzionalizzati con proprietà utilizzabili nella
fotonica, nella nanomedicina e in tutte le applicazioni
della filiera plastica biocompatibile.
Fig. 2
– Le nanoparticelle magnetiche
ingegnerizzate da Captive Systems di
Milano possono separare l’acqua dal
petrolio come si vede nella provetta in
centro mentre a sinistra sono mescolati
e a destra c’è solo acqua
Fig. 3
– Graftonica ha ingegnerizzato la
polimerizzazione delle nanoparticelle per
conferirle proprietà meccaniche, elettriche
o magnetiche che le trasformano in mate-
riali macromolecolari funzionalizzati