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XIX

MEDICAL 14 -

MAGGIO 2017

PHOTOACOUSTIC

IMAGING

La spettroscopia fotoacustica è una tecnica sensoristica già

nota a livello industriale, che consente di rivelare le onde so-

nore generate da alcune sostanze quando sono irradiate dalla

luce. In pratica, consiste nel focalizzare l’emissione di un laser

impulsato su un piccolo volume di molecole gassose o liquide,

le quali si scaldano e si raffreddano sincronizzandosi con il pe-

riodo degli impulsi laser e perciò periodicamente si allargano

per distanziarsi e subito dopo si riavvicinano. Di conseguenza,

il loro volume si dilata e si restringe generando onde di pres-

sione che si propagano nel materiale al di fuori del bersaglio

proprio come le onde sonore. Ripetendo gli impulsi fra una

decina di Hz e qualche kHz in base alla densità del materiale

si ottengono onde acustiche nell’ordine dei MHz e cioè nel-

la banda degli ultrasuoni che sono rilevabili con trasduttori a

basso costo. Per queste onde acustiche si parla anche di fono-

ni per analogia con i fotoni delle onde elettromagnetiche ma

ciò che interessa ai fini applicativi è la loro correlazione con la

luce incidente. A seconda della composizione delle molecole,

infatti, si riscontra un ben preciso spettro di risonanza fotoa-

custica e ciò consente di implemen-

tare effetti selettivi di grande effica-

cia difficilmente ottenibili con altre

tecnologie di ispezione. La qualità

della visualizzazione offerta dalla

spettroscopia fotoacustica nelle

analisi chimiche prevalentemente

orientate alle applicazioni industria-

li, ha recentemente indotto molti

laboratori a sperimentare questa

tecnologia nella rilevazione delle

molecole organiche ai fini medica-

li. La Photoacoustic Imaging (PAI)

o visualizzazione di immagini, ottenute grazie all’effetto foto-

acustico, si implementa usando un laser a impulsi con lun-

ghezza d’onda nel vicino infrarosso non ionizzante e perciò,

innanzi tutto, di comprovata tollerabilità sui tessuti e, in secon-

do luogo, sufficientemente corti per non causare diffrazione

ottica. Con questi impulsi si irradia un tessuto organico, dietro

al quale o lateralmente a esso si posiziona un sensore a ultra-

suoni, che può pertanto captare le onde acustiche prodotte

dall’eccitazione laser sul tessuto. Gli impulsi riescono a pene-

trare per qualche cm (ma i test dimostrano che si può arrivare

a ben oltre 10 cmdi profondità) nel tessuto organico inmodo

indolore a eccezione di un debole calore del tutto innocuo

e si può tenere conto

della distanza percorsa

misurando il tempo di

viaggio intracorporeo.

Con questo approccio è

possibile distinguere la

presenza di talune ben

precise molecole nel

sangue o in altre cellule

e individuare in modo non invasivo le patologie più critiche

come, per esempio, le metastasi tumorali, senza bisogno di

ricorrere ad agenti radioattivi o a radiazioni ionizzanti la cui

tollerabilità sui tessuti è tutt’oggi ancora discussa. Inoltre, la ri-

soluzione delle immagini fotoacustiche è dell’ordine di qual-

che decina di nm e quindi notevolmente superiore non solo

rispetto a tutte le attuali tecnologie ambulatoriali, ma anche

rispetto alle tecnologie d’imaging medicale, che richiedono

sedi ospedaliere attrezzate, come per esempio la tomografia

ottica a coerenza di fase (OCT). L’imaging fotoacustico ha

già due varianti, che sono la tomografia Photoacoustic To-

mography (PAT) e la microscopia Photoacoustic Microscopy

(PAM), che si differenziano per la risoluzione delle immagini

e per la geometria di posizionamento dei trasduttori ultra-

sonici, ma non v’è dubbio che le applicazioni per entrambe

siano appena agli albori. Un test già sperimentato con succes-

so è la valutazione fotoacustica della forma dei globuli rossi

dall’esterno e cioè senza contatto diretto con il sangue. Si trat-

ta di una tecnica diagnostica di grande importanza perché,

quando i globuli rossi sono contaminati da un batterio o da

un virus, si ingrossano e se invece sono infettati dalla melani-

na tumorale perdono il tipico colore rosso diventando neri.

Ciò consente di valutare dall’esterno il loro stato di salute e

individuare le patologie eventualmente presenti direttamente

sul paziente, senza dargli alcun fastidio. Sono già state fatte

sperimentazioni sulla rivelazione fotoacustica di una varietà

di molecole e microrganismi contenenti sostanze cromofore,

ovverosia sensibili su talune lunghezze d’onda e si è anche ca-

pito che alcune cambiano la lunghezza d’onda di risonanza

in funzione della temperatura e quindi per esempio in funzio-

ne della patologia in corso. Per l’imaging fotoacustico basta

un laser al neodimio (Nd:YAG) sufficientemente palmare ed

economico per essere alla portata di tutti i medici e, inoltre, i

test si fanno in tempo reale, senza alcun malessere per chi li

affronta e con un’efficacia diagnostica notevolmentemigliore

Lucio Pellizzari

Sensori di

visione acustici

Sono europei i pionieri nell’imaging fotoacustico e con questa innovativa tecnologia si

realizzano sensori medicali con risoluzione a livello molecolare utilizzabili direttamente

sulle persone senza alcun fastidio

Medical

Fig. 2

– Recendt è riuscita a focalizzare

in 1 µm3 degli impulsi di pochi femtose-

condi e grazie a un trasduttore acustico

brevettato può visualizzare immagini tri-

dimensionali delle molecole

Fig. 1

– Lo scanner fotoa-

custico palmare realizzato

da Quantel consente di indi-

viduare istantaneamente le

molecole malate con gran-

de precisione e un’estrema

semplicità d’uso