Elettronica_Oggi_433 - page 93

LIGHTING 4 - GENNAIO/FEBBRAIO 2014
XVII
LCD
talità degli schermi a cristalli liquidi anche di tipo
touch-screen e, nonostante rappresenti una fra-
zione non secondaria del costo del display, non
trova per ora alternative che siano valide dal pun-
to di vista della trasparenza, della conducibilità
elettrica e del costo. Inoltre, proprio poiché la
progressiva diffusione del display touch-screen si
dovrà accompagnare a una riduzione del costo, vi
è la necessità di eliminare quell’importante com-
ponente di costo che è proprio legata alla presen-
za dell’ossido di Indio.
Un metallo raro
Il problema rappresentato dall’impiego dell’ITO
è non solo il costo ma – vista l’elevata e crescen-
te richiesta – soprattutto la futura reperi-
bilità e disponibilità del suo costituente
fondamentale: l’Indio. L’Indio (l’aspetto è
simile a quello dello stagno, Fig. 2) rientra
infatti nella categoria dei “metalli rari”. Si
stima che la sua diffusione nella crosta ter-
restre sia di circa 0,1 parti per milione, una
cifra analoga a quella che rappresenta la
diffusione dell’argento.
Peccato però che l’argento si possa rinve-
nire puro in piccoli filoncelli all’interno
di alcuni tipi di rocce, e quindi si trova
naturalmente concentrato in talune zone
della superficie terrestre, mentre l’Indio si
ricava essenzialmente come sottoprodotto
dalla raffinazione dei minerali dello zinco
di alcune zone della crosta terrestre che ne
contengono solo minime tracce, rendendo
difficoltosa e costosa la sua separazione,
per via chimica ed elettrolitica, dagli altri
metalli presenti assieme allo zinco.
L’Indio viene prodotto soprattutto dalla
Cina – che peraltro detiene le maggiori quote
produttive anche di molti altri metalli rari e ha
deciso di contingentare l’esportazione di Indio a
favore della richiesta interna – e dal Canada, con
produzioni minori da parte di pochi altri Stati. Il
suo prezzo attuale è di circa 700-800 dollari al chi-
lo (contro i 200 dollari di dieci anni fa), ma il suo
problema maggiore è la disponibilità, poiché si
stima che le attuali riserve siano limitate, al pun-
to che in Giappone, ad esempio, se ne comincia
a effettuare il riciclo dagli schermi in disuso. La
produzione mondiale annua è passata dalle 300
tonnellate del 2000 a poco meno di 700 tonnella-
te attuali, stabili da quasi 5 anni, ciò che è indica-
tivo delle difficoltà di reperimento.
La ricerca di un’alternativa
Poiché la crescente domanda di ITO e la limita-
ta disponibilità fanno presagire il progressivo au-
mento di prezzo, vi è chi comincia a pensare alla
messa a punto di possibili sostituti. Alcune alter-
native già ora si possono intuire, e lo studio di
IHS indica infatti che entro il 2017 (Fig. 3) i sosti-
tuti dell’ITO rappresenteranno il 34% del merca-
to, e per quest’anno se ne prevede un incremento
di oltre il 320%. Alcuni laboratori stanno speri-
mentando quali soluzioni alternative il ricorso a
nanotubi di carbonio, di argento o a strati di gra-
fene, ciò che permetterebbe di incrementare la
Fig. 2 – Aspetto dell’Indio metallico, prodotto da
Indium Corp.
Fig. 3 – Secondo IHS, nel 2017 i sostituti dell’ITO
rappresenteranno il 34% del mercato dei display LCD
1...,83,84,85,86,87,88,89,90,91,92 94,95,96,97,98,99,100,101,102,103,...104
Powered by FlippingBook