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63 • FEBBRAIO • 2017

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HARDWARE

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DATA STORAGE

interfacce SAS da 12Gbit/s raggiungono anche

1200MB/s. Gli SSD basati sulla tecnologia PCIe

di terza generazione supportano tipicamente 4

canali con bande di circa 1GB/s per canale, ot-

tenendo una banda complessiva di 4GB/s. Si

prevede che nel lungo termine, il mercato degli

eSSD SATA migrerà verso le soluzioni in tecno-

logia PCI-e (per l’avvio) e verso gli SSD SAS (per

l’archiviazione in volumi).

La banda superiore di PCIe consente alle CPU

di interfacciarsi con più chip NAND contempo-

raneamente, riducendo le latenze e migliorando

le velocità di lettura/scrittura. Ciò ha dato avvio

a una transizione verso gli SSD che presentano

una connessione diretta verso il bus PCIe attra-

verso il protocollo di interfaccia NVM, il quale

ha ottenuto un’ampia adozione in molti sistemi

operativi.

I primissimi modelli di server che supportano

questa interfaccia sono già disponibili, ma il

numero di dispositivi è limitato al numero delle

connessioni PCI Express libere all’interno del

chipset della scheda madre. Quando saranno di-

sponibili gli SSD enterprise basati sul protocollo

PCIe con capacità superiore a 4TB~8TB, questa

À

À

le architetture di storage di tipo Tier 0. Anche

gli SSD PCIe di tipo DWPD (Drive Write per

Day – scrittura dell’intera capacità dell’SSD al

giorno) saranno ampiamente

disponibili nel fattore di for-

ma AIC (Add-In-Card) per

la connessione diretta ne-

gli alloggiamenti PCIe della

scheda madre. Sebbene que-

sto approccio riduca la ne-

cessità di cablaggi, esso non

consente attualmente alcuna

funzionalità di connessione

a caldo – quindi non sarebbe

possibile rimuovere o sostitu-

ire schede senza interruzioni

di servizio.

È importante osservare che

le funzionalità di inserimento

“a caldo” (hot plug) sono state

pensate per ovviare ai guasti

imprevedibili dei singoli HDD

in un array. Dato che gli SSD

non hanno parti in movimen-

to, i loro tassi di guasto sono molto più prevedibi-

li. Le singole celle di memoria potrebbero usurar-

si e guastarsi, ma la ridondanza intrinseca tiene

conto di questo e il software di monitoraggio è in

À

-

gendo i propri limiti di durata. In tal senso, i tas-

si di guasto sono di conseguenza simili rispetto a

quelli di altri dispositivi su semiconduttore all’in-

terno del server come le CPU o le DRAM.

Per sistemi di storage più complessi e di dimen-

sioni maggiori, l’interfaccia SAS da 12 Gbit/s

rimarrà prevedibilmente l’interfaccia standard.

Quest’ultima supporta la completa protezione dei

dati fornita attraverso la connessione SATA, una

funzionalità dual link e una grande infrastrut-

tura esistente di controllori, adattatori HBA,

espansori, schede madri e JBOD.

Per servire applicazioni differenziate e la loro

diversa tipologia di carichi di lavoro, i produttori

di eSSD stanno sviluppando supporti ottimizza-

À !

(

raw da 0,5TB, 1TB, 2TB, 4TB) e fasce di durata

(25, 10, 3 o 1 DWPD) per assicurare l’equilibrio

ottimale fra durata, capacità e costo per tutte le

applicazioni e tutte le architetture.

La ridondanza RAID subirà un crollo?

Si registra una tendenza verso l’abbandono

dell’uso della protezione tradizionale basata su

Fig. 2 – Si prevede che nel lungo termine il mercato degli eSSD SATA

passerà alle soluzioni basate sul protocollo PCIe (per l’avvio) e agli

eSSD di tipo SAS (per l’archiviazione dati in volumi)ì