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XV

LIGHTING 13 - MARZO 2017

LIGHT SOURCE

In questo articolo saranno descritti alcuni tra i parametri

più importanti presenti nei datasheet dei diodi a emis-

sione luminosa (LED) che costituiscono la base di molte

sorgenti luminose utilizzate nei test: la comprensione di

tali parametri è indispensabile per avviare la progettazio-

ne della sorgente luminosa

È opportuno menzionare che esistono software commer-

ciali ideati per facilitare la progettazione delle sorgenti

luminose. Questi software non sono però alla portata di

tutti. Ad ogni modo, è possibile progettare una sorgente

luminosa senza usare i software in questione, rendendo

la sorgente luminosa facilmente modificabile.

Durata operativa

In generale, i LED non si “fulminano” all’improvviso

dopo un certo numero di ore di utilizzo (come nel caso

delle lampade a incandescenza). Questo fatto potrebbe

diffondere la concezione errata che un LED sia desti-

nato a durare per sempre. In realtà, l’emissione di un

LED (come ogni fonte di illuminazione) si ridurrà nel

tempo. Nello spettro della luce visibile, la luce emessa

dalla fonte è definita come flusso luminoso ed è espressa

in lumen (lm). Il mantenimento dei lumen è il termine

utilizzato per descrivere il flusso luminoso residuo in un

determinato momento. Diversi costruttori di LED han-

no adottato lo standard L70 di IES (Illuminating Engi-

neering Society) per esprimere la durata operativa. Lo

standard L70 permette di calcolare la vita operativa in

base al numero di ore trascorse prima che il flusso lumi-

noso si riduca al 70% del suo livello originale. Il livello

L70 è stato scelto in virtù del fatto che l’occhio umano

non può rilevare la differenza nell’emissione di una sor-

gente luminosa finché questa non si riduce del 30%.

Un’altra concezione errata è che l’emissione di un LED si

riduca in maniera lineare nel corso del tempo. In realtà,

durante le prime centinaia di ore della vita operativa di

un LED, l’intensità luminosa può aumentare o diminuire.

Anche se queste fluttuazioni potrebbero non essere per-

cepibili dall’occhio umano, un sensore di luce potrebbe

essere in grado di rilevarle e reagire di conseguenza. Per-

tanto, è importante che l’intensità luminosa resti costante

durante il test. Va notato che la vita operativa non è sem-

pre menzionata sui datasheet. Nel caso fosse riportata, lo

standard utilizzato non è obbligatoriamente L70, ragion

per cui questo aspetto va controllato con attenzione.

Temperatura

L’intensità luminosa è correlata anche alla temperatura

di esercizio. Le variazioni di temperatura possono facil-

mente raddoppiare o dimezzare l’intensità luminosa re-

lativa. Il grafico di figura 1 riporta i dati relativi a un LED

rosso KPTR-3216SURCK di produzione Kingbright.

La variazione di temperatura influenza anche la lun-

ghezza d’onda dominante di picco del LED. Questo

può causare un problema nel dispositivo in prova (DUT

– Device Under Test). Il fotodiodo oggetto del test sarà

caratterizzato da una determinata risposta spettrale. Le

variazioni della lunghezza d’onda di picco potrebbero

causare un incremento o una diminuzione dei risultati

attesi in funzione della risposta spettrale in questione.

Oltre a dover considerare la temperatura dell’ambien-

te di prova, non bisogna ignorare il calore generato dal

LED stesso. L’efficienza radiante (il rapporto tra la po-

tenza radiante emessa e la potenza assorbita) è compresa

nell’intervallo tra 5 e 40% per i LED, vale a dire che il

95% della potenza è dissipata in forma di calore. Può

risultare utile minimizzare il più possibile la corrente di

pilotaggio del LED, così come lasciare il LED acceso solo

per un breve periodo, ma inevitabilmente sarà necessa-

ria una certa corrente per illuminare sufficientemente il

DUT. Di conseguenza, potrebbe essere necessario l’uso

di un dissipatore di calore o l’implementazione di altre

tecniche di gestione termica.

Mantenimento dell’intensità luminosa

Durante il test del dispositivo, l’intensità luminosa deve

essere mantenuta attraverso la retroazione ottica. Nel-

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è possibile stabilire la distanza ideale tra DUT e sor-