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EON
EWS
n.
554
-
GIUGNO
2012
19
A
TTUALIT
À
namento. Per quanto riguar-
da il supporto, invece, Mentor
offre, tramite gli uffici locali,
dal training alla consulenza.
L’azienda spinge molto sull’im-
portanza del training, visto sia
nell’ottica dell’utilizzo del tool
che come training tecnologico
con l’apporto dello specifico
know-how. “Il nostro lavoro sia
di training sia di consulenza
tipicamente non è orientato
a fare il prodotto per il clien-
te, ma consiste nel lavorare
insieme al cliente con l’ottica
di trasferire il know-how.” ha
commentato Merati.
Le sfide
e le problematiche
Uno dei problemi da risolve-
re era legato al fatto che sul-
la stessa scheda i progettisti
hanno voluto condensare
quelle che erano quattro fun-
zioni diverse della scheda pre-
cedente. In altre parole, nella
configurazione precedente,
che è stata sviluppata intorno
al 2004-2005, c’erano alcune
funzioni che erano svolte da
quattro schede differenti.
A questi vanno aggiunti i di-
versi problemi legati al nu-
mero e alla velocità delle
connessioni.
Di fatto, le problematiche
maggiori per questa sche-
da, a parte lo sbroglio, sono
legate alle frequenze digitali
in gioco sulla stessa sche-
da, con delle richieste di pu-
lizia spettrale di conversione
e di generazione allo stato
dell’arte.
In sostanza i problemi mag-
giori erano legati alla signal
integrity per tutti i link seriali
presenti sulla scheda e an-
che quelli legati alle DDR2.
“Tipicamente su queste sche-
de il rumore digitale influenza
moltissimo la pulizia spettrale
delle parti di conversione, e
questo non è un problema di
signal integrity ma piuttosto di
power integrity” ha precisato
Boschiroli.
Occorre considerare, inoltre,
che è stata utilizzata compo-
nentistica normalmente repe-
ribile sul mercato industriale.
Lo sviluppo
del progetto
Per le varie fasi del progetto
sono state fatte un’analisi pre
layout di signal integrity e di
power integrity, e successiva-
mente un’analisi post layout.
Per la parte relativa ai proble-
mi di signal integrity, gli speci-
fici tool hanno fornito la confi-
denza oggettiva sulla corret-
tezza della strada intrapresa,
ma hanno anche fornito un
feedback indispensabile per la
parte DDR dove elementi co-
me per esempio l’esperienza
non sempre sono sufficienti.
I tool sono stati utili anche per
l’analisi della parte di power
integrity, dove è stato usato un
processo iterativo. “Sono sta-
te fatte delle ipotesi su quelle
che potevano essere le divi-
sioni dei piani di massa - ha
precisato Boschiroli - e quin-
di dopo un paio di iterazioni
siamo riusciti a ottenere una
simulazione accettabile”.
Un altro degli obbiettivi del
progetto era relativo allo svi-
luppo dei processi: mettere
cioè a disposizione processi
e tool che possano risolvere
questo tipo di problemi.
Anche in questo caso sono
stati ottenuti i risultati voluti tra-
mite l’integrazione di tutta la
parte di constrains relativa allo
sbroglio nel tool di schematic
entry, utilizzando il software
di Mentor, in modo da avere
integrato in un unico database
tutti i requisiti, compresi quelli
per lo sbroglio.
sviluppo del prodotto. È infat-
ti anche un ottimo modo per
capire che cosa dobbiamo
fare e quali sono le esigenze
dei nostri clienti: sicuramente
è un’ottima interazione mer-
cato-fornitore.”
I protagonisti
e il progetto
Selex Galileo è una realtà
che può contare complessi-
vamente su oltre 3500 dipen-
denti, di cui circa 800 nel sito
di Nerviano.
Entrando più in dettaglio nel
progetto, il design ha coinvol-
to un team formato da Aldo
Boschiroli, Maurizio Pagani,
Matteo Seminari e Gregorio
Vitale.
Matteo Seminari è il progetti-
sta e la persona responsabile
dello sviluppo della scheda,
coadiuvato dai suoi collabo-
ratori; Gregorio Vitale è il re-
sponsabile del gruppo di spe-
cialisti hardware che ha svi-
luppato sia la parte hardware
sia quella FPGA a Nerviano
per la parte dedicata ai radar;
Maurizio Pagan è la perso-
na dedicata al Business pro-
cessing improvement, cioè
a sviluppare ed elaborare il
processo.
“Questa operazione” - ha pre-
cisato Aldo Boschiroli, head
of the hardware and PCB,
che ha gestito tutto il team di
sviluppo - è stata importante
per Selex Galileo non soltan-
to per sviluppare la scheda,
ma anche per mettere a di-
sposizione in azienda il flusso
con le procedure e gli stru-
menti necessari per sviluppa-
re questa tipologia di prodotti.”
Per il progetto, il fine, ha pre-
cisato Boschiroli, era quello di
avere un processo integrato
di sviluppo dei PCB parten-
do dal design dello schema
elettrico fino allo sbroglio, per
risolvere fondamentalmente
delle problematiche che at-
tengono i PCB moderni e
quindi di signal integrity, di po-
wer integrity e di rumore delle
parti analogiche.
Per quanto riguarda i dettagli
della scheda, si tratta di un
componente in formato 6U
su un backplane proprietario,
fa parte di un sistema di sor-
veglianza il front end di un ra-
dar, ed è la parte dedicata al-
la conversione del segnale e
generazione degli impulsi. Su
questa scheda ci sono due
AD converter che possono
operare a una frequenza di
mezzo GHz e due DDS per la
generazione del segnale con
il clock di generazione fino a
1 GHz, il tutto è governato e
controllato da un FGPA, uno
Stratix IV di Altera. In parti-
colare su questa scheda co-
me main processor è stato
installato un Power PC 460 a
1 GHz mentre per la memoria
utilizza DDR2 a 400 MHz e
le comunicazioni con l’FPGA
avvengono con un PCIe
a quattro linee a 2,5 GHz.
L’FPGA Stratix 4 comunica
con il resto del processing del
radar in totale con altri 10 link
seriali da 2,5 GHz l’uno.
Gli strumenti
e il supporto
I tool utilizzati per risolvere i
complessi problemi legati allo
sviluppo della board di Selex
Galileo sono quelli della linea
Expedition, che è la linea di
punta di di Mentor Graphics.
Questi tool hanno permesso
di risolvere i problemi sia da
un punto di vista della signal
integrity sia della power inte-
grity, e tra l’altro, la board ave-
va sia parti digitali sia analo-
giche, ed era caratterizzata
anche da una notevole com-
plessità di routing in termini di
congestione sotto la BGA.
Mentor, come ha precisato
Merati, ha sviluppato una se-
rie di tecniche proprio per po-
ter fare routing utilizzando via
sepolte, fori ciechi e così via.
Non è stato utilizzato invece
nessun programma custom
e, di fatto, ci sono poche real-
tà che ancora sviluppano so-
lazioni custom, dato che so-
litamente se si personalizza
troppo un ambiente si corre
poi il rischio di avere notevoli
difficoltà nelle successive fasi
di cambiamento e di aggior-