POWER 1 - APRILE 2013
XXIV
Power
modesta per la maggior parte degli alimentatori. Al-
cuni produttori addirittura non realizzano apparati
per un solo valore della linea di alimentazione, per
ragioni abbastanza ovvie.
Il problema principale è legato alla tolleranza della
linea di alimentazione. Maggiore è la tolleranza ri-
spetto al valore nominale – 5%, 10% o superiore –
maggiori saranno problemi che l’alimentatore deve
affrontare, specialmente nel caso debba fornire la
massima uscita quando la linea di alimentazione è
al minimo: si tenga presente che un alimentatore in
grado di operare sull’intero range deve essere specifi-
cato per tensioni comprese tra 90 e 264 VAC.
A causa delle fluttuazioni continue della tensione di
linea l’alimentatore incontra maggiori difficoltà a ga-
rantire un’uscita regolata anche in assenza di varia-
zioni del carico.
Come spesso succede nel campo della progettazione,
esistono i cosiddetti “corner cases” (ovvero i casi li-
mite) che richiedono un’attenta analisi dei datashe-
et, necessaria per verificare se le specifiche relativi ai
valori minimi e massimi siano garantite nel caso peg-
giore (worst case) o solamente nei punti nominali.
Per quanto concerne il lato DC, è necessario esami-
nale i valori nominali delle tensioni e delle relative
correnti. Per quanto concerne questo aspetto non vi
è alcuna considerazione da fare: l’alimentatore è in
grado di fornire ciò che viene richiesto o non lo è.
Inoltre è necessario verificare che la regolazione d’u-
scita dell’alimentatore soddisfi i requisiti imposti (in
altre parole è necessario stabilire se l’alimentatore è
in grado di mantenere l’uscita nominale all’interno
delle tolleranze nonostante le variazioni della corren-
te assorbita dall’alimentatore stesso).
Molti costruttori propongono terminali a vite per l’u-
scita in DC, anche se i connettori sono previsti co-
me opzione standard. I terminali a vite permettono
di ridurre i costi dei cavi di interconnessione, anche
se richiedono un maggior lavoro nella fase di assem-
blaggio finale e possono dare origine a errori nei ca-
blaggi.
Un altro fattore che è necessario prendere in consi-
derazione è la conformità alle normative. Le princi-
pali riguardano l’efficienza, la correzione del fattore
di potenza (PFC Power Factor Correction), le proble-
matiche relative alla sicurezza come l’isolamento e le
modalità di guasto; le normative RoHS (Reduction
of Hazardous Substance) e le interferenze elettroma-
gnetiche (EMI).
Quindi è necessario verificare che il prodotto sia cor-
redato di tutte le certificazioni e risulti conforme agli
standard richiesti. Nella tabella di figura 4 è riportato
un elenco di conformità ai vari standard dell’alimen-
tatore della serie XL375 di N2Power. Nel caso il pro-
dotto non soddisfi a tutti gli standard e alle normati-
ve richieste, l’unica via percorribile è rivolgersi a un
altro fornitore. Infatti non esiste un modo per modi-
ficare questa situazione e ottenere la certificazione.
La quasi totalità degli alimentatori, come quelli della
serie XL375 di N2Power (Fig. 5), dispongono di pro-
tezioni standard come ad esempio protezione con-
tro sovratensioni (OVP – Over Voltage Protection),
shutdown e limitazione della corrente di uscita, oltre
allo shutdown di tipo termico. Questo alimentatore
di N2Power prevede lo shutdown su richiesta, nel ca-
so di assenza di alimentazione in ingresso o qualo-
ra vengano rilevati valori eccessivi di carico o di tem-
peratura: esso fornisce sempre un allarme al sistema
host che segnala un arresto imminente inmodo da con-
sentire lo svolgimento delle necessarie operazioni ausi-
liarie prima che venga a mancare la potenza.
Infine è necessario verificare la capacità dell’alimen-
tatore di gestire fenomeni transistori che si verificano
sulla linea. Tutti gli alimentatori sono in grado in qual-
che misura di affrontare eventi di questo tipo. A questo
proposito IEC rende disponibile una forma d’onda di
prova per i fenomeni transitori. Nel caso l’applicazio-
ne fosse sottoposta a fenomeni transitori di maggiore
entità, dovuti a carichi posti nelle vicinanze (relè, moto-
ri), fulmini o ad altri fattori, potrebbe essere necessaria
l’aggiunta di un’ulteriore protezione contro i fenomeni
transitori realizzata mediante componenti passivi sulla
rete AC, davanti all’ingresso dell’alimentatore.
Fig. 5 – Un alimentatore come il modello XL375 di
N2Power integra numerose funzionalità di prote-
zione che sarebbe difficile implementare median-
te componenti esterni
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