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EON
ews
n.
558
-
novembre
2012
e comune, e della Camera
di Commercio. “La triplice
elica dell’innovazione, con
accademia, industria e poli-
tica unite nel circolo virtuoso
dell’innovazione si
applica molto bene
alla nostra realtà -
nota Cantamessa.
L’attività dell’incu-
batore è favorita
dall’amministrazio-
ne pubblica; l’incu-
batore si appoggia
sul Politecnico che
vi convoglia tutta
una serie di idee e
tecnologie; l’incu-
batore è collegato
alla terza elica, le
imprese, che vengono spinte
a stringere rapporti di colla-
borazione fra di loro”.
Tutto ciò ha fatto sì che I3P
abbia raggiunto delle dimen-
sioni considerevoli, con un
numero elevato di parteci-
panti, moltiplicando così le
opportunità per tutti gli sta-
keholders, finanziatori com-
presi. “Ogni settimana viene
a trovarci una grande impre-
sa - spiega Canta-
messa, per sondare
le possibilità di inve-
stimento e collabo-
razione con qualche
nuova startup”. L’o-
biettivo è così cen-
trato. È il sistema
industriale stesso
che esce dalla lo-
gica asfissiante del
breve periodo per
rigenerarsi su oriz-
zonti lunghi. Perché
nessuna industria
è eterna, cambiano le ne-
cessità e le tecnologie ed è
assolutamente inefficiente,
per i singoli e per il sistema
economico nel suo comples-
so, continuare a puntellare
realtà produttive in declino.
Molto aperto al territorio è
l’incubatore del Politecnico
di Torino, I3P.
Metà delle imprese nell’in-
cubatore nasce da soggetti
non universitari - commenta
Marco Cantamessa.
Si tratta ad esem-
pio di manager che
hanno un’idea da
sviluppare, oppu-
re di imprenditori
che decidono di
mettersi in proprio,
dopo avere venduto
un’impresa prece-
dente, e di lavorare
a stretto contatto
con l’università. Per
il Politecnico que-
sta è una grande
opportunità, perché
tutto ciò si traduce in
contratti che vengo-
no commissionati, partecipa-
zioni congiunte a progetti di
ricerca europei piuttosto che
nazionali o regionali”. “Quan-
do il legame con il territorio è
forte, gli incubatori tendono
a costituirsi come struttura
giuridica indipendente, come
avviene nel nostro modello -
continua Cantamessa.
Diversamente sono degli uf-
fici dell’università preposti al
trasferimento tecnologico e
alla creazione d’impresa”.
Quali sono i benefici
per l’università?
Cambia l’immagine dell’uni-
versità che, accanto ai tradi-
zionali obiettivi formativi e di
ricerca, inserisce le finalità
economico-sociali del sa-
pere, operando nel trasfe-
rimento tecnologico e nella
creazione d’impresa.
Per essere appetibile un’u-
niversità deve oggi differen-
ziarsi dalle altre e creare va-
lore aggiunto per il territorio,
proponendosi come sogget-
to che può mettere in campo
strumenti in grado di soste-
nere lo spirito imprenditoria-
le di alcuni dei suoi studenti
migliori” osserva Fabrizio
Bugamelli.
Un progetto universitario
che comprenda una busi-
ness plan competition, dei
percorsi formativi all’impren-
ditorialità, che nel caso di
Bologna sono organizzati
nelle facoltà di ingegneria e
di economia, e la creazione
di un laboratorio di
incubazione di im-
presa (con spazi of-
fice, assistenza ge-
stionale, e così via),
ha un costo relati-
vamente contenuto
ed è un modo intel-
ligente di proporsi
agli studenti attuali
e futuri. Questa
esperienza è ben
radicata nel mondo
anglosassone”.
Non dimentichia-
mo poi - aggiunge
Bugamelli, che per
valutare le prestazioni di un
ateneo, il Ministero dell’istru-
zione, dell’università e della
ricerca considera, tra i vari
parametri, anche la capacità
di trasferimento tecnologico,
e utilizza dati oggettivi, qua-
li ad esempio il numero di
spin off generati e i brevetti
ottenuti. Tutto ciò si tradu-
ce poi in maggiori o minori
contributi alle spese correnti
dell’università”.
Il successo
dell’incubazione
accademica
Radicamento nel territorio e
dimensioni dell’incubatore
sono i due principali fattori di
successo dell’attività di incu-
bazione, come spiega Marco
Cantamessa di I3P. Torino,
con i due incubatori accade-
mici, quello del Politecnico
e quello dell’Università, è il
paradigma a cui tutti fanno
riferimento.
La nascita stessa degli in-
cubatori torinesi è collegata
a una politica territoriale di
promozione dell’innovazione
e delle imprenditorialità lo-
cale molto forte, contrasse-
gnata da una collaborazione
attiva di tutte le istituzioni
pubbliche, regione, provincia
Start-up innovativa, i requisiti
dell’agenda digitale
Per essere innovativa la startup deve possedere alme-
no uno dei seguenti requisiti(*):
le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al
30
per cento del maggiore valore fra costo e valore tota-
le della produzione della start-up innovativa. Dal computo
per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese
per l’acquisto di beni immobili. Le spese risultano dall’ul-
timo bilancio approvato e sono descritte in nota integra-
tiva. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro
effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta
dal legale rappresentante della start-up innovativa;
impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi
titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della for-
za lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo
di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di
ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure
in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre
anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca
pubblici o privati, in Italia o all’estero;
sia titolare o licenziatario di almeno una privativa indu-
striale relativa a una invenzione industriale, biotecnologi-
ca, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una
nuova varietà vegetale direttamente afferenti all’oggetto
sociale e all’attività d’impresa.
(*)
dal Decreto legge “Ulteriori misure urgenti per la crescita
del Paese”, Sez. IX, “Misure per la nascita e lo sviluppo di im-
prese start-up innovative”
Claudio
Nidasio,
Divisione
supporto
alla ricerca
scientifica e al
trasferimento
tecnologico
dell’Università di
Trento
Fabrizio
Bugamelli,
consigliere
delegato di
Almacube
(
Università di
Bologna)