EON
ews
n.
558
-
novembre
2012
10
D
ossier
Spinoff e startup
Lo spin off è un’impresa
a cui l’università partecipa
come socio - spiega Claudio
Nidasio - e ha lo scopo di
sviluppare, produrre e com-
mercializzare beni e servi-
zi che derivano dai risultati
della ricerca universitaria,
software, metodologie e si-
stemi ingegneristici
che sono già pronti
per essere porta-
ti sul mercato. Lo
spin off ha una du-
rata di cinque anni.
La start up è inve-
ce un’iniziativa im-
prenditoriale a cui
l’università non par-
tecipa come socio,
ma che può usare
strumentazioni
e
attrezzature dell’ateneo (a
condizioni particolarmente
vantaggiose, ndr) per la fase
di sviluppo precompetitivo,
progettazione, ingegnerizza-
zione e prototipazione, per
arrivare a definire e produrre
un prodotto, bene o servizio.
In questo caso la durata è di
tre anni, al termine dei quali
la start up può chiedere di
diventare spin off e quindi
ottenere la partecipazione
dell’università. Entrambe de-
vono avere un docente che
garantisca la rilevanza scien-
tifica dell’iniziativa e possono
coinvolgere dottori in ricerca,
studenti e laureandi”.
I soggetti che
possono accedere
all’incubatore
universitario
A tal riguardo sono possibili
diversi modelli.
L’incubatore dell’università di
Bologna, ad esempio, è un
consorzio esterno a cui par-
tecipano l’università stessa,
la Fondazione dell’univer-
sità, Alma Mater, e quella
della Cassa di Risparmio di
Bologna. Almacube prende
in esame progetti imprendi-
toriali basati sulla tecnolo-
gia che provengono anche
da interlocutori non univer-
sitari. “Non è sempre stato
così - commenta Fabrizio
Bugamelli.
L’apertura al territorio è sta-
ta graduale e, facendo oggi
un bilancio, la presenza di
imprese nate all’esterno è
benefica per tutti. Le nuove
imprese apprendono come
muoversi sul mercato non
solo dal manage-
ment dell’incubato-
re, ma anche dalla
viva esperienza dei
colleghi.
Spesso
sono iniziative che
nascono da gruppi
di ex studenti che,
dopo avere lavorato
per alcuni anni alle
dipendenze e avere
preso confidenza
con le regole del
mercato, avviano una pro-
pria attività imprenditoriale a
forte contenuto innovativo”.
Il modello seguito dall’incu-
batore dell’università di Tren-
to è invece puramente acca-
demico; sia le start up sia gli
spin off devono coinvolgere
dottori in ricerca, laureandi o
studenti ed essere collegati
a un docente.
L’università di Trento aderi-
sce al consorzio nazionale
,
che ha la finalità di
promuovere gli spin off acca-
demici, e al progetto consor-
tile IMPRESA, infrastrutture
e management per la crea-
zione di spin off accademici,
sostenuto anche da finanzia-
menti del Ministero dello Svi-
luppo economico.
Il progetto è partito opera-
tivamente nel 2009, spiega
Claudio Nidasio, ed è pie-
namente inserito all’interno
dell’università, ha una per-
sona dedicata ed è dotato di
risorse e finanziamenti fun-
zionali a seguire il business
plan e le fasi di sviluppo, af-
frontando le criticità”.
C
on il report
redatto da una task force di
esperti dell’innovazione tec-
nologica, riuniti dal Governo
allo scopo di esprimere pareri
e opinioni su come rendere
l’Italia un Paese ospitale per
l’innovazione, il tema start up
è stato finalmente liberato dal-
la nicchia in cui era confinato.
Non si tratta semplicemente di
esperienze di giovani volonte-
rosi, senza prospettive di la-
voro dipendente ma con idee
originali da sviluppare, da oggi
si riconosce nella start up una
via di rilancio e di rinnovamen-
to dell’industria.
Il report, divulgato a fine set-
tembre, ha ispirato la stesura
del decreto legge sull’Agenda
Digitale, che dovrà ora segui-
re il proprio iter parlamentare
prima di diventare legge del-
lo Stato. Nella definizione di
cosa sia una start up conte-
nuta nell’Agenda Digitale, è
molto chiara l’importanza del-
la ricerca, come elemento che
contraddistingue un’impresa
innovativa. Ne consegue che,
essendo le università il luogo
dove più di ogni altro si con-
duce ricerca, il motore che
innesca la nascita di nuove
imprese innovative si colloca
proprio lì, nei nostri atenei.
Molte università hanno pre-
disposto già da tempo delle
strutture dedicate alla promo-
zione d’impresa (laboratori
start up) e all’assistenza nei
primi anni di vita della nuova
azienda, attraverso una serie
di servizi di consulenza sul
business plan, di orientamen-
to nella gestione e supporto
nella ricerca di finanziamenti
(
incubatori).
Ne parlano Marco Cantames-
sa, presidente di
I3P
,
incuba-
tore del Politecnico di Torino;
Claudio Nidasio, Divisione
supporto alla ricerca scientifi-
ca e al trasferimento tecnolo-
gico dell
;
Fabrizio Bugamelli, consiglie-
re delegato di
,
incubatore dell’Università di
Bologna.
Innovazione e crescita
partono dall’Università
Restart Italia! Ripartire sulla
strada dell’innovazione digitale
per avviare così un processo
virtuoso di crescita e non
ostacolare le idee di impresa
fondate sull’innovazione
tecnologica con i macigni della
burocrazia e della fiscalità,
perché queste piccole realtà
in gestazione o appena venute
alla luce (start up e spin off)
potranno diventare le grandi
aziende di domani e dare
prospettive di crescita al Paese
F
rancesca
P
randi
Marco
Cantamessa,
presidente di I3P
(
Politecnico di
Torino)