Pagina 25 - EON 555

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EON
EWS
n.
555
-
LUGLIO
/
AGOSTO
2012
25
D:
Qual è la sua opinione
riguardo l’andamento del
mercato?
R:
È difficile racchiudere il
mondo dei microprocessori
in un singolo mercato. Ne
esistono infatti diver-
si, segmentati in ba-
se all’uso a cui sono
destinate le CPU,
uso che ne indiriz-
za, ovviamente, le
caratteristiche archi-
tetturali.
Palmari, tablet, per-
sonal computer, ser-
ver, laptop, dispo-
sitivi embedded impiegano
infatti CPU con architetture
diverse e obiettivi, a volte,
contrastanti. Basti pensa-
re, ad esempio, all’interes-
se molto elevato che può
avere la presenza di unità
funzionali dedicate alla ri-
produzione di stream video
nei tablet, rispetto a quel-
lo praticamente nullo per la
stessa capacità in un ser-
ver, oppure all’importanza di
consumi ridotti in un dispo-
sitivo portatile, dove la dura-
ta delle batterie è assai più
importante delle prestazioni
assolute.
Di fatto, ciascuna tipologia di
sistemi impone alcune quali-
tà alle sue componenti ed è
il successo, o meno, del pro-
dotto completo a decretare
il mercato, e i volumi, per le
CPU impiegate.
Cioè, in sintesi, i micropro-
cessori tendono a essere
sempre più considerati una
commodity.
In questo momento, in par-
ticolare, l’interesse dei con-
sumatori si è orientato verso
dispositivi che consentano
l’accesso a Internet in ogni
situazione e, quindi, per pro-
cessori caratterizzati da per-
formance ragionevoli, bassi
consumi, buone caratteristi-
che multimediali ed eventua-
le integrazione, in un model-
lo ‘system on a chip’, anche
delle componenti di connet-
tività (networking).
All’opposto, invece,
è la fascia alta dei
server a presentare
una minore dinami-
cità, anche a cau-
sa del la congiun-
tura economica e,
quindi, ci si potrà al
massimo attendere
una ridistribuzione
dei volumi grosso modo si-
mili a quelli presenti fra le
architetture attuali, a scapito
di quelle meno innovative.
D:
Quali sono le principa-
li strategie adottate dalla
vostra società nel breve/
medio periodo per soddi-
sfare al meglio le richieste
di questo mercato?
R:
IBM (
una società caratterizzata
dal fatto di avere al suo in-
terno sia unità di progetta-
zione e produzione di com-
ponenti microelettronici sia
dipartimenti che impiegano
questi componenti per pro-
durre sistemi completi, de-
stinati all’utente finale, come
server, storage, networking.
Questa peculiarità è ormai
P
AROLA
ALLE
A
ZIENDE
MICRO
piuttosto rara in un mercato
dove invece la maggior parte
dei fornitori tende ad appiat-
tirsi su di una sola tipologia
di microprocessore, diffe-
renziandosi quindi principal-
mente sul prezzo. In parti-
colare nei sistemi, server e
storage, collocati nella fascia
alta, e destinata all’uso in
ambienti “Enterprise”, hanno
invece valore caratteristiche
come l’efficienza delle fun-
zionalità di virtualizzazione,
le prestazioni su workload
complessi, l’integrazione con
i software di amministrazio-
ne, di monitoring, provisio-
ning, e così via.
E di fatto IBM è in grado di
controllare, per buona parte
dei suoi prodotti hardware,
l’intera filiera, dalla progetta-
zione alla produzione. Ed è
questo livello di integrazio-
ne della catena cpu-chipset-
microcodice-hypervisor-si-
stema operativo-middleware
che le permette di offrire
prodotti innovativi, sfruttando
una sinergia altrimenti im-
possibile nel caso di uso di
componenti ‘off the shelf’.
D:
In che modo state im-
plementando queste stra-
tegie?
R:
Il numero di brevetti con-
seguito ogni anno da IBM,
dimostra le sue capacità di
innovazione in moltissimi
campi tra cui, non ultimo,
quello della microelettroni-
ca. IBM produce processori,
come quelle delle famiglie
Power o Z, dotati di caratte-
ristiche tecnologiche e archi-
tetturali estremamente avan-
zate, e li impiega all’interno
nei propri sistemi.
D’altro canto, viste le quote
di mercato, nel mondo dei
server è impossibile trascu-
rare la famiglia x86. IBM ha
di conseguenza stipulato ac-
cordi con Intel e AMD per
utilizzare anche i loro pro-
cessori. Anche in questo ca-
so, però, IBM utilizza queste
CPU integrandole con un
proprio chipset per ottenere
sistemi con migliori caratte-
ristiche, come una maggiore
scalabilità del numero di co-
re, una minore latenza del
sistema di memoria o una
migliore efficienza dei mec-
canismi di condivisione delle
cache.
D:
Quali sono le previsioni
a medio/lungo termine?
R:
A causa dei costi, pro-
babi lmente cont inuerà la
tendenza verso una standar-
dizzazione delle architettu-
re dei processori e un ulte-
riore consolidamento delle
capacità produttive su di un
numero limitato di fab, che
forniranno materiale ai vari
produttori.
Dal punto di vista tecnologi-
co, siamo arrivati a chip in
cui le dimensioni dei transi-
stor sono ormai misurabili
in termini di atomi di silicio.
Sebbene si sia comunque
riusciti a mantenere un mi-
glioramento della densità e,
in modo minore, delle pre-
stazioni, è chiaro che le di-
mensioni stesse dell’atomo
non sono un limite superabi-
le e prima o poi sarà neces-
sario un cambiamento, una
disruption.
Purtroppo l’attuale situazio-
ne economica non permet-
te investimenti in ricerca su
quella scala che sarebbe ne-
cessaria per introdurre un li-
vello di innovazione in grado
di portare a un cambiamento
radicale degli stessi materiali
oggi utilizzati per la fabbrica-
zione dei microprocessori.
Nel frattempo, consideran-
do il peso sempre maggiore
preso dal segmento consu-
mer e la difficoltà di miglio-
rare le prestazioni assolute
di un core, ci si può aspet-
tare una sempre maggiore
attenzione alla riduzione dei
consumi, a microprocessori
dotati di un numero cospicuo
di core, eventualmente inte-
grati da unità specializzate
per scopi specifici (networ-
king, multimedia, sicurezza,
gaming, e così via).
GIORGIO
RICHELLI
Ci si può
aspettare una
sempre maggiore
riduzione
dei consumi
Intervista a Giorgio Richelli, architect
systems and technology group
IBM Italia
A
CURA
DELLA
REDAZIONE