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N
el futuro degli schermi per
dispositivi portatili c’è anche
la flessibilità. Sono diverse le
grandi aziende produttrici di
schermi attivamente impegna-
te nella realizzazione di display
in grado di piegarsi e di adat-
tarsi a superfici curve. Dopo i
primi prototipi si cominciano a
vedere dei tentativi di produzio-
ne su larga scala, ma ci sono
ancora problemi da risolvere
prima che sia possibile rendere
la produzione di massa eco-
nomicamente sostenibile an-
che per gli schermi di media e
grande dimensione.
Nel giugno dello scorso anno
ha fatto la comparsa il primo
‘paperphone’, un prototipo di
smartphone pieghevole rea-
lizzato dai ricercatori dello Hu-
man Media Lab della Queen’s
University
del Motivational Environments
Research Group dell’Universi-
tà dell’Arizona
esso di pochi millimetri
e realizzato con tecnologia e-
ink e sensori flessibili, il dispo-
sitivo ha presentato una nuova
modalità di input, interpretando
come comandi i diversi modi di
piegarne i bordi e gli angoli.
Lo schermo infrangibile, flessi-
bile o addirittura pieghevole è
per molti, tra gli addetti ai lavori,
ricercatori e analisti, un’evolu-
zione attesa e quasi inevitabile
per i dispositivi consumer. In
un futuro non troppo lontano,
qualunque superficie si potrà
trasformare in schermo e, per
gli schermi tattili, in un’interfac-
cia utente. Secondo gli analisti
di NPD DisplaySearch
mercato
per gli schermi flessibili è de-
stinato raggiungere quota 8,2
miliardi di dollari nel 2018.
OLED:
flessibili per natura
I Led organici (Oled) si presta-
no molto bene alla deposizio-
ne su supporti flessibili come
pellicole plastiche o metalliche
e offrono anche un elevato ren-
dimento energetico che contri-
buisce a ridurre i consumi dei
dispositivi portatili. Tra le gran-
di aziende dedite alla ricerca
sugli schemi flessibili a Oled
si possono citare i due giganti
LG
Samsung
a an-
che AUO
-
ny
Toshiba
quanto-
meno curioso che uno dei pro-
dotti più interessanti in questo
campo, presentato lo scorso
5 giugno a Boston nell’ambito
del Display Week Symposium
2012 della Society for Infor-
mation Display
ovenga da
un’azienda come Sharp
e solo a
gennaio si era detta non inte-
ressata ad entrare nel mercato
degli schermi Oled.
Il prodotto in questione è più
che altro una tecnologia, deno-
minata IGZO (dai componenti
indio, gallio e ossido di zinco
che realizzano il materiale
che sostituisce il silicio amor-
fo degli schermi tradizionali),
che può essere applicata al-
la realizzazione di schermi a
cristalli liquidi e a Led organici
con il risultato di una superiore
trasparenza e risoluzione e di
consumi particolarmente ridotti.
La tecnologia Igzo è stata re-
centemente affinata da Sharp
e Semiconductor Energy Lab
grazie alla scoperta di una
nuova struttura cristallina, bat-
tezzata Caac (da C-axis Ali-
gned Crystal) che offre una
maggior stabilità e che ha per-
messo di raggiungere risolu-
zioni di quasi cinquecento punti
per pollice con una trasparen-
za quasi totale dello schermo.
Accanto ai display LCD Igzo
da 4,9” a 720x1280 pixel (302
ppi), e da 6,1” a 2560x1600
pixel (498 ppi) pensati per
smartphone e tablet, a Boston
hanno fatto bella mostra an-
che uno schermo Oled bian-
co con filtri RGB da 13,5” a
3840x2160 (in pratica una TV
a colori 4k nello schermo di un
ultrabook) e uno schermo Oled
flessibile da 3,4” a 540x960 pi-
xel (326ppi), mostrato in figura.
L’azienda giapponese ha reso
noto che la messa in produzio-
ne degli schermi LCD in tec-
nologia Igzo-Caac avrà inizio
nel corso del 2012. Diverso il
discorso per gli schermi Oled,
dato che è prima necessario
risolvere i problemi dei costi e
dei tempi di produzione e che
la linea ufficiale di Sharp è an-
cora quella di non voler entrare
in questo particolare segmento
del mercato.
EON
EWS
n.
554
-
GIUGNO
2012
3
M
ASSIMO
G
IUSSANI
T
ERZA
P
AGINA
Le future generazioni di schermi per dispositivi
portatili saranno sottili, resistenti e... flessibili
Sempre più sottili
e flessibili