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EON
EWS
n.
550
-
FEBBRAIO
2012
I
semiconduttori resistono all’on-
da d’urto della crisi mondiale. Anzi,
in uno scenario a tinte fosche con
le aziende giapponesi e l’economia
nipponica in difficoltà nel dopo-Fu-
kushima, i chip riescono comun-
que a tenere dimostrandosi tutto
sommato un comparto anticiclico.
Secondo i dati della SIA, la Semicon-
ductor Industry Association
w.
g), il settore è riuscito
ad archiviare il 2011 in territorio po-
sitivo. Certo la crescita è stata flebi-
le, ma ha permesso all’industria dei
semiconduttori di mettere a segno
un nuovo record con un giro d’affari
da 299,5 miliardi di dollari. Una ci-
fra che dimostra chiaramente come
ormai il comparto sia strategico e
funzionale nel complesso mondo
dell’economia moderna con i chip
che ormai sono diventati parte inte-
grante non solo della telefonia e dei
pc, ma anche dell’industria automo-
bilistica, dell’aeronautica e persino
di segmenti come l’ottica o la grande
distribuzione. Certo è innegabile che
a dicembre nell’industria dei semi-
conduttori ci sia stato un rallenta-
mento (23,8 miliardi, con un calo
del 5,5% su base mensile con un
impatto sul quarto quarter, -7,7%
a 71,5 miliardi di dollari), ma non
ci sono motivi per negare un cauto
ottimismo. “Fra i disastri natura-
li di Giappone e Tailandia, nonchè
l’impatto negativo della congiun-
tura mondiale negativa, è indubbio
che il 2011 sia stato un anno con
sfide complesse da affrontare per il
mondo dei chip – ha spiegato Brian
Toohey, presidente di SIA – A dispet-
to di un contesto difficile, l’industria
si è dimostrata resistente e in buona
salute grazie alla capacità di saper
portare innovazione in diversi aspet-
ti della società moderna”. Ma soprat-
tutto al fatto che il comparto, nono-
stante i tempi di magra, ha sempre
continuato ad investire costruendo
cosi’ il proprio futuro. “Quest’anno
la nostra industria investirà miliardi
in conto capitale e R&D con ritorni
nel breve e nel lungo periodo – ha
aggiunto Toohey – L’industria deve
il suo successo ai grossi investimenti
in ricerca combinati all’attenzione
per le risorse umane, alla elevata
capacità di esportare e di riorganiz-
zarsi. Tutti elementi che ne fanno
un’avanguardia del futuro dell’eco-
nomia”. E, in effetti, nelle difficoltà
l’industria dei chip ha saputo rein-
ventarsi in tempi brevissimi come
vuole la velocità dell’economia mo-
derna. In Giappone ad esempio tre
grandi gruppi dell’elettronica stan-
no mettendo assieme le forze per
lanciare una joint venture nei chip
per competere a livello globale. Pa-
c-
be
registrare una perdita vicina ai 10
miliardi di dollari, è in trattative con
Renesas Electronics
e Fujitsu
per un’alleanza che punta a realiz-
zare prodotti di qualità sfruttando le
economie di scala. Nei piani delle tre
aziende c’è lo spin off delle attività di
produzione di chip che confluiranno
in una newco che dovrebbe garan-
tire la sopravvivenza dell’industria
giapponese dei chip.
La nuova società del Far East pro-
durrà infatti chip per smart pho-
nes, automobili o altri prodotti ca-
paci di competere con i prodotti di
grandi rivali come Intel
e Samsung Electronics
w.
). Per realizzare que-
sto grande progetto, la joint ventu-
re ricevere anche qualche centinaio
di milioni di dollari dal governo di
Tokyo con l’obiettivo di creare un
gruppo da 500 miliardi di yen (pa-
ri a 6,5 miliardi di dollari). Quale
miglior esempio per capire come
l’industria dei chip non si arrende
alle difficoltà del momento? Anche
perchè il futuro è nella tecnologia.
Indipendentemente dal fatto che il
mercato sia in un lento Occidente o
nei veloci Paesi emergenti.
L’
industria automobilistica te-
desca tiene a galla i conti di Infi-
neon
). I risul-
tati del quarto trimestre del 2011
del secondo gruppo europeo dei
semiconduttori hanno mostrato
un aumento del 3% dei ricavi ri-
spetto allo stesso periodo del 2010
grazie alla crescita a doppia ci-
fra delle vendite realizzate dalla
divisione Automotive che hanno
più che compensato la debole per-
formance delle altre divisioni. A
giudizio unanime degli analisti
di settore, la trimestrale di Infi-
neon è stata di gran lunga mi-
gliore rispetto a quelle presentate
dai suoi diretti concorrenti, come
STMicroelectronics
in Europa, e Texas Instruments
e Freescale
negli Stati Uniti. Il
motivo della migliore performan-
ce, suggeriscono gli stessi esper-
ti, risiede nella scelta strategica
di concentrarsi su mercati meno
esposti alla congiuntura econo-
mica e con più elevati margini
di profitto e di non tagliare gli
investimenti. Basti pensare che
negli ultimi tre mesi dell’anno
scorso sono stati investiti qua-
si 300 milioni di euro, una parte
consistente dei quali è stata indi-
rizzata all’avvio della produzio-
ne dei nuovi wafer di silicio da
300 millimetri negli stabilimenti
di Dresda, alla costruzione di un
nuovo fabbricato in Malesia do-
ve verrà avviata la seconda linea
di produzione dei wafer da 200
millimetri e all’espansione dalla
capacità produttiva dell’impianto
di Cegléd dove vengono realizzati
moduli di alimentazione. Nono-
stante il difficile contesto econo-
mico atteso in Europa nella prima
metà del 2012, il colosso tedesco
si aspetta per il trimestre in corso
ricavi sostanzialmente invariati, o
al massimo in lieve flessione. Infi-
neon, infatti, continuerà a bene-
ficiare dei segnali positivi prove-
nienti dalle casa automobilistiche
tedesche che grazie al lancio di
nuovi modelli - con un contenuto
sempre più elevato di tecnologia
- alimenteranno le vendite delle
divisione Automotive. Inoltre, il
gruppo guidato da Peter Bauer
potrà contare sui primi segnali
di stabilizzazione nel mercato dei
chip per la sicurezza relativi alle
carte di credito e a quelle d’identi-
tà, compensando così la debolezza
stagionale dei chip impiegati nei
dispositivi per aumentare l’effi-
cienza energetica e nelle turbi-
ne delle pale eoliche. Sulla base
dei risultati dell’ultimo bilancio
e alla luce di queste prospettive
non negative per il 2012, tenuto
conto di una disponibilità di cassa
al 31 dicembre 2011 di circa 2
miliardi di euro, il management
di Infineon ha deciso di premiare
gli azionisti, decidendo di asse-
gnare un dividendo per azione di
0,12 euro rispetto ai 0,10 euro
dell’anno precedente che equivale
a un’uscita di circa 130 milioni di
euro dalle casse sociali. Gli stessi
azionisti possono gioire anche del
fatto che da inizio anno i titoli
del gruppo tedesco hanno gua-
dagnato circa il 30% sulla piazza
finanziaria di Francoforte, con le
quotazioni che non sono lontane
dai massimi degli ultimi 12 mesi.
Tra gli analisti, c’è chi è convinto,
come Simon Schafer di Goldman
Sachs, che la corsa del titolo è
appena cominciata mentre la
maggioranza ritiene che gli spazi
di ulteriore apprezzamento siano
piuttosto limitati.
Infineon ringrazia
le case
automobilistiche tedesche
I chip sono più forti
della crisi
Il gruppo guidato da Peter Bauer ha
presentato una trimestrale positiva
grazie al contributo della divisione
Automotive che ha registrato una
crescita del fatturato a doppia
cifra rispetto allo stesso periodo
del 2010. Da inizio anno, il titolo ha
guadagnato circa il 30% ma per
alcuni analisti la corsa è appena
cominciata
E
LENA
K
IRIENKO
F
EDERICO
F
ILOCCA
Nonostante la tragedia
di Fukushima e
il rallentamento
dell’economia, l’industri
dei semiconduttori
tiene. Secondo SIA
mette a segno nel 2011
una crescita di appena
lo 0,4%, ma in termini
assoluti siamo ai massi
di tutti i tempi con un g
d’affari da 299,5 miliard
di dollari. E intanto
il settore investe e il
Giappone tenta di ripar
Foto Infineon