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XXII

Power

POWER 14 -

SETTEMBRE 2017

L’invenzione, nel 1959, del MOSFET

(transistor a effetto di campo a semi-

conduttore ossido metallico) da par-

te di Dawon Kahng e Martin Atalla,

ricercatori presso i Bell Labs, segnò

un punto di svolta nel campo dell’e-

lettronica di potenza. Il primo MOSFET

commerciale venne messo in produzione cinque anni

dopo. Da allora, diverse generazioni di transistor MO-

SFET hanno consentito la realizzazione di progetti di

potenza caratterizzati da livelli di prestazioni e di den-

sità che non era possibile ottenere con i loro predeces-

sori bipolari.

Questi progressi, tuttavia, hanno cominciato a subire

un certo rallentamento negli ultimi anni, creando un

vuoto che poteva essere colmato solamente con l’intro-

duzione di una nuova tecnologia innovativa.

A questo punto entra in gioco un nuovo materiale se-

miconduttore, il nitruro di gallio (GaN). Essendo una

tecnologia in grado di assicurare un ampio bandgap

(WBG – Wide Band Gap), il GaN si propone come

un’alternativa capace di garantire il raggiungimento di

nuovi livelli di prestazioni e di efficienza nei sistemi di

elettronica di potenza. I vantaggi legati al GaN apro-

no nuove opportunità per i progettisti che possono ri-

definire il concetto di densità di potenza e soddisfare

una richiesta di potenza in continuo aumento. Scopo

di questo articolo è evidenziare le potenzialità offerte

dal GaN.

GaN: il perché di una scelta

Un materiale come il GaN offre diversi vantaggi e ri-

spetto ai tradizionali MOSFET in silicio dal punto di

vista della densità di potenza, tra cui:

R

DS (on)

più bassa:

come si evidenzia dalla tabella 1,

il GaN è caratterizzato da un valore di RDS(on) pari

alla metà di quello di un MOSFET, che si traduce in

una riduzione del 50% delle perdite per conduzione

nel circuito. Ciò permette di utilizzare dissipatori di ca-

lore più piccoli e semplificare la gestione termica dei

progetti.

Tabella 1 – Confronto tra i valori di RDS(on)

Mosfet

GaN

R

DS (on)

– area metric

14-18 m -cm

2

6-9 m -cm

2

Carica del gate e di uscita inferiori:

in un dispositivo

GaN la carica di gate è inferiore. Nel caso di un tipico

dispositivo di media tensione la carica di gate è pari a

circa 1 nC rispetto ai 4 nC dei MOSFET (Tab. 2). Una

carica del gate minore consente di sviluppare proget-

ti contraddistinti da tempi di innesco (turn on) e slew

rate migliori, a fronte di una riduzione delle perdite.

Tabella 2 – Confronto tra la carica di uscita

Mosfet

GaN

Gate charge

~4 nC-

~1-1.5 nC-

Output charge

~25 nC-

~5 nC-

Analogamente, in un dispositivo GaN la carica di uscita

è sensibilmente minore (si faccia sempre riferimento

alla Tab. 2), il che comporta un duplice vantaggio. In

primo luogo, le perdite di commutazione risultano dra-

sticamente ridotte (in una percentuale che può arriva-

re all’80%): tale caratteristica, abbinata alle minori per-

dite di conduzione, ha un impatto sicuramente positivo

sulla densità di potenza.

In secondo luogo, il progetto può essere fatto funzio-

nare a frequenze di commutazione molto elevate, su-

periori di un fattore fino 10 volte, a seconda della to-

pologia e dell’applicazione. Ciò contribuisce a ridurre

le dimensioni della componente magnetica, nonché la

Maggiore densità di potenza

grazie al GaN

L’impiego di dispositivi che utilizzano come materiale semiconduttore il nitruro di gallio

permette lo sviluppo di progetti che abbinano a una maggiore densità di potenza,

velocità più elevate, minori consumi e dimensioni inferiori rispetto a quelli ottenibili

adottando i tradizionali MOSFET

Texas Instruments