Elettronica Plus

Strategie per uscire dalla crisiERT

Il punto sulla situazione dell’industria elettronica e le prospettive future al centro della 18a edizione dell’International Electronics Forum – IEF – di Ginevra promosso da Future Horizons

Sicuramente l’industria elettronica (e non solo) sta sperimentando la peggior crisi dal dopoguerra. Le tematiche affrontate dal 18° International Electronic Forum, l’evento organizzato da Future Horizons che da 18 anni è il punto di riferimento del mondo dei semiconduttori sono state in un certo senso “obbligate” e sono ruotate attorno a un fulcro centrale: la ricerca di metodologie e strategie per uscire da un tunnel mai stato così profondo.

Andamento del costo per bit delle memorie flash

“Oltre che essere molto profonda - ha detto Maria Marced, president di TSMC Europe – la crisi è stata anche sincronizzata, nel senso che ha colpito non una singola regione geografica, ma l’intero globo”. “Il fatto positivo - ha proseguito - è che i maggiori indicatori economici indicano una stabilizzazione nei prossimi mesi cui farà seguito una graduale ripresa”. Questa analisi abbastanza ottimistica si basa anche su confortanti ricorsi storici: dopo ogni recessione (come quella delle dot com) ha sempre fatto seguito una fase di espansione. D’altra parte le opportunità di ripresa, per tutti coloro che si occupano di silicio, non mancano di certo: la sempre maggiore pervasività di sistemi di elaborazione di tutti i tipi (netbook, notebook ultrasottili, Mid), handset e dispositivi elettronici consumer faranno da volano all’aumento della richiesta di una pluralità di chip, dai sensori agli integrati di potenza, dai driver x lcd e led ai mems, dai convertitori dati ai componenti per RFiD.

Per sostenere questa crescita, una via inevitabile è l’investimento in R&D: per tale motivo TSMC ha deciso di aumentare ulteriormente il numero di persone impiegate in queste attività (attualmente 1.200 ingegneri) in misura pari al 30% nel prossimo anno.

“Anche l’Europa giocherà un ruolo importante nella ripresa”: riconoscendo il ruolo del Vecchio Continente in settori chiave come quello automobilistico e della green energy, TSMC ha aperto un centro di ricerca in Leuven (Lovanio). Di pari passo all’aumento del grado di pervasività dei dispositivi elettronici, cresce la “fame” di memorie.
 

“Il nostro obiettivo - ha detto Brian Harrison, presidente e Ceo di Numonyx B.V. – è quello di placare questo appetito con soluzioni di memoria che hanno nell’innovazione il loro elemento caratteristico”. Per Numonyx l’innovazione non è vista solo a livello di memorie, ma si estende al livello dei sottosistemi di memoria. Dal punto di vista prettamente tecnologico, l’innovazione di Numonyx è racchiusa in una sigla: PCM (Phase Change Memory). Le caratteristiche intrinseche di queste memorie, è convinto Harrison, aprirà la strada a una pletora di nuove applicazioni.

La tecnologia di processo è la chiave
Legge empirica ma che ha conservato negli anni la sua sostanziale validità, quella di Moore è una legge che va rivisitata in chiave moderna. L’intervento di Jean Marc Chery, Cto di STMicroelectronics – si è infatti concentrato prevalentemente su un aspetto: la definizione di un modello capace di supportare le due linee guida dell’evoluzione dell’industria elettronica che possono essere sinteticamente espresse da queste due espressioni entrate nel lessico degli addetti ai lavori: “More than Moore” e “More Moore”.

Un approccio flessibile per supportare i concetti “More Moore” e “More than Moore”

In altre parole la prima vuole significare diversificazione, ovvero l’interazione con il mondo diverso da quello digitale (ovvero quello dei passivi, dei sensori e degli azionamenti, dell’analogica e della radiofrequenza) mentre la seconda significa semplicemente miniaturizzazione sempre più spinta (è il mondo delle Cpu, delle memorie o più in generale della tecnologia Cmos). Per il Cto del colosso italo/francese, la soluzione è rappresentata dalla costituzione di un modello che prevede la realizzazione di una alternativa competitiva a un modello basato esclusivamente sulle fonderie. Si tratta di un modello flessibile che prevede alleanze e cooperazioni in fase di R&D e la disponibilità di fonti interne e fonderie esterne per la produzione. “Inoltre – ha sostenuto – è necessario gestire con efficienza produzioni di medi volumi di prodotti estremamente complessi”. Un modello agile, quindi, che ST ha implementato con successo.

Crescere tra le nuvole
La risposta al problema della scarsa crescita che influenza l’industria dei semiconduttori, secondo Young Sohn, Ceo di Inphi, è quella di trovarsi posto giusto e crearsi lì uno spazio appropriato. Il posto giusto è tra le nuvole: Il “cloud computing”, infatti è un’industria in salita, con tassi di crescita del 45% su base annua. Secondo le più recenti stime di Merrill Lynch, il mercato del cloud computing varrà 100 miliardi di dollari nel 2011. Inphi, dal canto suo, è un’azienda specializzata nella realizzazione di componenti analogici ad elevata velocità (logiche per interfacciamento di memorie, componenti ottici, prescaler e via dicendo” destinati ai produttori di server e alle cosiddette “server farm” dove gli utenti richiedono la massima velocità possibile per la trasmissione delle loro informazioni. A questo proposito basti considerare che 100 ms di latenza “costa” ad Amazon l’1% a livello di vendite.

Continua il declino del mercato europeo dei semiconduttori, nonostante i programmi di R&D del Vecchio Continente (Catrene ad esempio) sono considerati tra i migliori al mondo

Qualche dato incoraggiante
Nella sua relazione Malcolm Penn, Ceo di Future Horizons, ha tenuto a sottolineare che non si era mai visto un periodo in cui gli investimenti in capacità produttiva sono stati così bassi. Un solo dato: mentre storicamente il rapporto capex/vendite si è attestato sul 20%, lo scorso anno è stato del 12% e quest’anno sarà pari al 4%. “Anche se questo dato raddoppierà il prossimo anno – ha detto Penn – sarà ancora a livelli troppo bassi”.

Malcolm Penn intervista Pasquale Pistorio durante IEF 2009: “Il ruolo del Ceo – ha sostenuto Pistorio, Honorary Chairman di STMicroelectronics – si può così riassumere: creare una visione, costruire un team, impostare una cultura, definire una roadmap e gestire l’esecuzione”

Il secondo trimestre di quest’anno è stato comunque il punto di svolta: il mercato sceso del 24% nel quarto trimestre dello scorso anno è sceso di un altro 15% nel primo trimestre 2009 ed è salito del 17% del secondo. “Si è trattato della seconda volta nell’industria dei semiconduttori – ha ricordato Penn – che si è registrato un incremento in questa percentuale su base trimestrale”.
L’intervento di Penn si è concluso all’insegna dell’ottimismo:
+ 19% nel 2010, +28% nel 2011 e +18% nel 2012. I driver della crescita? Quelli consolidati: PC, automotive, consumer.