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Semiconduttori: Siamo arrivati alla fine della china? ..ERT

La capacità produttiva è in fase di riduzione

Se nel 2000 gli annunci di nuove linee di produzione si sprecavano nell’anno appena concluso è successo esattamente il contrario. Da parte della maggioranza dei produttori di componenti ci sono stati annunci a raffica di tagli, dismissioni e spostamento a tempi migliori degli investimenti precedentemente annunciati.
Le linee di produzione di tecnologie mature sono state in molti casi smantellate da parte dei produttori; la forza lavoro del settore è stata tagliata in modo altrettanto significativo e nuovi annunci su questo fronte sono ancora da aspettarsi, legati al disperato bisogno di far quadrare i bilanci sempre più in profondo rosso.
Hitachi chiude la sua fabbrica di DRAM di Singapore, considerata fino a poco tempo fa un fiore all’occhiello. NEC riduce di un terzo la forza lavoro della sua linea scozzese e più della metà di quelle della linea statunitense, ristruttura in modo significativo quelle giapponesi e sposta in avanti di nove mesi il suo investimento multi miliardario nella linea a 12 pollici e tecnologia 0,1µ. Hynix – precedentemente Hyundai – principalmente coinvolta nel mercato delle DRAM, rimane in pesanti difficoltà finanziarie: una perdita operativa di 523 milioni di dollari pesa sulla divisione semiconduttori nel terzo trimestre e non è da escludersi una possibile bancarotta se banche e creditori non troveranno la maniera di finanziare i 5 Miliardi di dollari necessari al salvataggio. Toshiba cerca di vendere la sua attività nelle DRAM a Samsung ed Infienon; Motorola non nega di valutare la possibilità di fare uno spin-off della sua attività nei semiconduttori per cercare offerte sul mercato.

E se, come prevediamo, la discesa del mercato si arresterà solo durante il secondo quarto dell’anno, non è difficile poter immaginare che altri produttori di componenti possano raggiungere la soglia di sopravvivenza, visto che ormai le trimestrali presentate da tutti i grossi nomi quotati in borsa mostrano invariabilmente pesanti perdite. Unica significativa eccezione STM che mantiene una situazione di utile operativo, anche in presenza di una riduzione significativa del venduto. Quindi tagli, consolidamenti e, da non escludere, bancarotte che portano come conseguenza una riduzione della capacità installata, riduzione che proseguirà la sua strada almeno fino a quando i bilanci dei produttori di silicio non inizieranno a virare dal rosso al nero ed il mercato darà segni di ripresa.

La supply chain è ormai in fase di svuotamento

I fornitori hanno fatto tutti gli sforzi possibili per ridurre le loro scorte, anche e soprattutto nell’ottica di evitare immobilizzazioni sottoposte inevitabilmente a deprezzamento, e crediamo che siano riusciti nel loro intento avendo anche manovrato la riduzione degli output di fabbrica. Gli inventari accumulati nella catena del Contract Manufacturer sono pure in fase di smaltimento e l’operazione di pulizia dovrebbe essere sicuramente conclusa per il primo trimestre del 2002.
Lo stesso dicasi per i magazzini presso la distribuzione, che si stanno lentamente riportando ai livelli fisiologici necessari a supportare una domanda ridimensionata.

Ma l’economia mondiale segna il passo

L’economia USA, che aveva una crescita annua del PIL al 4,1% alla fine del 2000 è prevista chiudere il 2001 al livello dell’1,1% e le previsioni – a mio parere ottimistiche – suggeriscono un +1,3% per il 2002. Il Giappone, con un –0,5% nel 2001 e solo un +0,7% nel 2002 si può tranquillamente definire in recessione; la Germania a +0,8% nell’anno appena trascorso, vi è molto vicina.
E probabilmente questi dati previsionali non sono ancora stati rivisitati dopo quanto avvenuto l’11 Settembre e potrebbero non tenere in conto dell’impatto che il clima generale scatenato avrà sull’atteggiamento dei consumatori.

C’è una sola certezza: la ripresa ci sarà!

L’industria dei semiconduttori è ciclica per sua natura. Questa ciclicità nasce dallo sbilanciamento costante tra domanda ed offerta: mentre la domanda può cambiare dall’oggi al domani, la capacità produttiva che determina l’offerta ha tempi di reazione decisamente più lunghi. Come conseguenza, l’equilibrio tra domanda ed offerta si realizza solamente in piccoli intervalli di tempo e l’industria viene a trovarsi in una delle due situazioni: o carenza di capacità – undersupply – od eccesso – oversupply.
Da non dimenticare, inoltre, che più il tempo passa e più basso è il valore del periodo di riferimento considerato nella valutazione della crescita. Vale a dire che se oggi, mentre scriviamo, compariamo il risultato del secondo trimestre con l’equivalente trimestre del 2001, dove i valori assoluti di vendita sono stati eccezionali, nel secondo trimestre del 2002 ci dovremo invece confrontare con lo stesso trimestre del 2001 che già aveva mostrato segni inequivocabili di discesa. In totale sarà quindi sempre più facile avere dei risultati positivi trimestre su trimestre.
Con questa considerazione in mente ed analizzate tutte le variabili, è oggi ragionevole supporre che la ripresa della crescita a livello mondiale sia localizzabile nel secondo quarto del 2002, probabilmente verso la sua fine, come la maggior parte degli analisti suggerisce, ma non sarà una ripresa esplosiva. Gli indicatori economici sono molto cauti, la situazione di incertezza del mercato permane, i consumatori sono, e probabilmente rimarranno, molto attenti nei loro piani di spesa, specialmente nei confronti dell’high tech, primo motore dell’elettronica.