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Semiconduttori: Siamo arrivati alla fine della china? .ERT

Un esempio per tutti: Flextronics, secondo contract manufacturing nelle classifiche mondiali con 11,2 miliardi di dollari di fatturato, ha dichiarato ufficialmente che il turnover di magazzino, che all’inizio del 2000 era mediamente di 4 settimane, si era spostato alla fine del secondo trimestre 2001, al livello di 12 settimane: un aumento di un fattore tre. Da una parte i fabbisogni degli OEM si erano ridimensionati in modo significativo, mentre dall’altra il materiale si era accumulato nei magazzini.
Da non dimenticare che nella catena di fornitura un ruolo importante viene giocato anche dalla distribuzione ha sofferto, come spesso accade in situazione di shortage, di ordini doppi o tripli che al momento dell’inversione si sono automaticamente tramutati in materiale fermo a stock.
Il fenomeno dell’eccesso di inventario, tipico alla fine di un ciclo positivo, si è manifestato questa volta in modo decisamente più significativo e distruttivo che non in altri momenti di inversione del mercato: i livelli di inventory raggiunti, sottostimati dalla maggior parte degli analisti soprattutto sul mercato europeo, sono stati di conseguenza uno dei fattori determinanti della durata di questo declino massiccio della domanda.

La riduzione della domanda

Intanto l’economia americana iniziava a dare i primi segni di flessione: da una crescita trimestrale del PIL di oltre il +6% dei primi due trimestri del 2000, la locomotiva statunitense, che correva a tutto vapore da vari anni, riduceva il passo scendendo sotto il 3% nel terzo trimestre ed ancora batteva la fiacca nell’ultimo periodo dell’anno registrando anche nel primo trimestre del 2001 valori al di sotto del 2%.
L’indicatore della domanda interna batteva dunque il passo, i consumi si andavano riducendo soprattutto nel settore high tech. Lentamente ma inesorabilmente, il rallentamento negli USA si è riflesso sull’Europa che da un valore vicino al +3% trimestrale si è abbassata verso il 2%.
Per la prima volta, le telecomunicazioni contribuiscono al declino.

I settori coinvolti? Quasi tutti, anche se in misura diversa. E per la prima volta le Telecomunicazioni hanno avuto un ruolo dominante, insieme al settore del Computer, in questa discesa a precipizio del 2001, dopo aver contribuito altrettanto generosamente alla crescita dei due anni precedenti. Sull’ultimo forecast emesso, che promette un –26% totale nel 2001, le telecomunicazioni apportano un –9%, mentre il Computer gioca, come al solito, una mano pesante con –13. Sono l’industriale e l’auto a mettere in gioco i valori negativi più bassi, con un –1% circa a testa, mentre il settore consumer mette sul tavolo il rimanente –2.

Cosa ha giocato male nel Telecom?
Infrastrutture e terminali hanno subìto entrambi un impatto significativo: le prime per i tagli sugli investimenti delle “dot-com” in difficoltà nell’ultima parte dell’anno dopo l’inizio del crollo del NASDAQ; i secondi per la saturazione del mercato e per il mancato decollo delle nuove generazioni di telefonini. Qualche numero per dare la sensazione del clima: alla metà del 2000 le previsioni di vendita di telefonini per il 2001 davano una stima di circa 650.000 unità. Sei mesi più tardi, all’inizio del 2001, la stima passava a 450.000, che oggi sono diventati 390.000 mentre il numero di unità veramente prodotte è stimato in 330.000.
Nel Computer, la corsa al Pentium di ultima generazione, con relativo aumento di megabyte installati per supportare l’ultima versione di casa Microsoft, si è fermata visto che sia l’uno che l’altro non apportano più miglioramenti significativi alle prestazioni “percepite” dall’utente.
Ma attenzione che questo totale –26 è ancora in fase di aggiustamento verso valori più negativi, come avremo modo di vedere poco più avanti, e l’auto potrebbe, visti i segnali che arrivano anche da questo settore, incrementare il suo contributo negativo al totale deficit del 2001.

Lo scenario attuale

A settembre Dataquest ha emesso le previsioni a medio – lungo termine, dove il 2002 era dato con una crescita negativa di circa il –26% rispetto al 2001.
Ma passate solo alcune settimane ed avuti disponibili i dati mondiali di vendita del mese di agosto, questa previsione è stata immediatamente rivista verso il basso e portata ad un ben più negativo -30%.
Lo stesso aggiustamento verso il basso è stato dato per la crescita 2002/2001, che dal valore precedentemente stimato di +12% è stato ridimensionato ad un solo digit, vale a dire sicuramente sotto al 10%.
I dati confermano su agosto una vendita di semiconduttori pari a 9,4 miliardi di dollari e quindi una leggera crescita rispetto agli 8,8 di luglio, ma non sufficiente a far pensare ad un effettivo cambiamento di clima.

La crescita trimestrale (trimestre corrente verso lo stesso trimestre dell’anno precedente), che è il primo indicatore di un’inversione di tendenza, è prevista raggiungere il suo minimo alla fine di Settembre, per poi riprendersi nell’ultimo trimestre; ma dovremo aspettare il momento in cui leggerete questo articolo per averne la certezza. Sempre mentre stendiamo questo articolo, una visione ottimistica del quarto trimestre del 2000 prevede una crescita del 10% sul trimestre precedente e questa porterebbe ad un valore totale sull’anno che confermerebbe quel –30%.

Le DRAM: il prodotto maggiormente in sofferenza

Oggi un MegaBit di DRAM è offerto sullo spot market per volumi ad un centesimo di dollaro, contro 0,13$ alla metà del 2000: una riduzione del 90%!
Nonostante questi prezzi, ben al di sotto dei costi di produzione e che dovrebbero stimolare la domanda, il mercato continua a mostrare segni di declino: il trimestre concluso alla fine di Agosto mostra una diminuzione del 77% sul trimestre dell’anno precedente – il peggiore risultato nella storia di questo prodotto – e un totale declino del –55% annuale che, forse, non ha raggiunto ancora il suo minimo che alcuni prevedono possa raggiungere un ben più negativo –72%!
Anche dal punto di vista del valore assoluto del venduto, che è stato in Agosto di circa 620 milioni di dollari, si è raggiunto un minimo storico mai toccato nell’ultimo lustro!