In base agli ultimi dati presentati da DMASS, il primo trimestre 2022 della distribuzione europea è andato decisamente bene: il comparto ha fatto segnare un fatturato globale pari a 4,75 miliardi di euro, con un “balzo del 40,8%. Carenza di chip e prezzi più elevati sono i principali fattori alla base di questo incremento sostenuto.
Per quanto riguarda i semiconduttori, l’aumento è stato pari al 43,5% (3,13 miliardi di euro), mentre il segmento IP&E (Interconnect, Passive and Electromechanical) ha fatto registrare un aumento del 37,5% (1,62 miliardi di euro).
Nonostante comunque questi dati positivi, esiste il concreto rischio di rallentamento nei prossimi trimestri.
“Una crescita del 40% è senza dubbio notevole – ha affermato Hermann Reiter, chairman di DMASS – ma nello stesso tempo è un segnale di un’epoca senza precedenti. Le problematiche legate all’era post – COVID vanno a sommarsi alle incertezze provocate dalla guerra della Russia con l’Ucraina e alle conseguenze che porterà all’intero pianeta”.
Come sono andati i semiconduttori…
Per quando concerne i semiconduttori, l’andamento delle varie regioni è stato il seguente:
- La Germania è cresciuta del 45,4% (867 milioni di euro)
- L’Europa dell’Est è cresciuta del 34,5% (540 milioni di euro)
- L’Itala è cresciuta del 45,6% (310 milioni di euro)
- I Paesi nordici sono cresciuti del 46% (240 milioni di euro)
- La Gran Bretagna è cresciuta del 47.8% (213 milioni di euro)
- La Francia è cresciuta del 54.8% (210 milioni di euro)
Per quanto concerne i prodotti e i gruppi di prodotto, la situazione è stata un po’ diversa. Mentre memorie e altre logiche (ASSP, ecc.) sono aumentati sopra la media e i micro MOS sono cresciuti leggermente sotto la media, altre categorie hanno fatto registrare aumenti inferiori alla media, comunque sempre in percentuali comprese tra il 20 e il 30%. I circuiti analogici, a esempio, sono aumentati del 42% (886 milioni di euro), i micro MOS del 44,8% (621 milioni di euro), i dispositivi di potenza del 36,5% (375 milioni di euro), le memorie del 71,8% (328 milioni di euro), i componenti optoelettronici del 26,1% (260 milioni di euro), altre logiche del 64,7% (172 milioni di euro), e logiche programmabili del 33,5% (165 milioni di euro). Discreti e sensori (azionamenti compresi), hanno invece fatto registrare aumenti del 41,9% e 34,9% rispettivamente, per un fatturato di 188 e 88 milioni di euro.
… e gli IP&E (Interconnect, Passive and Electromechanical)
Per quanto concerne i componenti di interconnessione, passive ed elettromeccanici, la crescita media è stata “solo” del 30%. Il fatturato globale del comparto, pari a 1,62 miliardi di euro, è così ripartito a livello regionale: la Germania è cresciuta del 39,5% (418 milioni di euro), l’Italia del 40.5% (191 milioni di euro), la Gran bretagna del 31.4% (147 milioni di euro), la Francia del 31.9% (143 milioni di euro) e l’Europa dell’est del 30,5% (207 milioni di euro). A livello di prodotti,, i passivi sono aumentati del 36,4% (670 milioni di euro), gli elettromeccanici (connettori compresi) del 34,6% (852 milioni di euro) e gli alimentatori del 40,4% (93 milioni di euro).
“I risultati del trimestre sono stati soddisfacenti – ha concluso Reiter – anche se permangono le criticità relative all’approvvigionamento che non permettono di soddisfare nel modo migliore le richieste dei clienti. Ci auguriamo che la situazione possa migliorare verso la fine dell’estate, anche se la situazione attuale non permette di fare previsioni affidabili.