La crescente importanza dell’elettronica, soprattutto in ambito industriale e nelle telecomunicazioni, ha avuto la conseguenza di far crescere l’importanza degli armadi.
Ormai lontani dall’essere semplici contenitori in cui “chiudere”, in modo più o meno ordinato, le costose e fondamentali apparecchiature di cui dispone un’azienda, i rack hanno così iniziato a differenziarsi, spingendo i produttori a progettare strutture adatte a ogni specifica applicazione.
Oltre agli armadi riservati al cablaggio, le cui caratteristiche sono del tutto particolari, anche quelli destinati a ospitare server, router, hub, Ups e una serie di altre periferiche attive rispondono a criteri progettuali che devono tenere conto di una serie di fattori differenti.
Il classico “contenitore”, che doveva possedere solo una buona meccanica, per supportare il peso della batterie di riserva, unita alla resistenza chimica, per far fronte agli attacchi degli agenti corrosivi presenti nell’ambito industriale, ha infatti lasciato il posto a strutture che devono soddisfare anche esigenze come quelle legate alla gestione della temperatura interna e alle necessità di distribuzione dell’energia elettrica ai diversi apparati.
Il tutto senza trascurare la necessità di massimizzare lo spazio interno e minimizzare lo spazio occupato esternamente.
Ma l’affermarsi dei rack, ormai presenti in ogni realtà produttiva, ha costretto i produttori a prestare maggiore cura anche all’estetica.
Un fattore certo non essenziale al momento di valutare la funzionalità, ma non trascurabile quando l’armadio si trova in un ambiente accessibile al pubblico.
Se cambia il server…
Sul mercato esistono già alcuni server multiprocessore alti 1U e, in molti casi, si osserva la tendenza a decentralizzare la potenza di elaborazione, posizionando gli apparecchi anche in locali differenti.
Questo perché si stanno affermando una serie di computer specifici, destinati a essere utilizzati solo per gestire determinati tipi di dati.
Ciò porta allo sviluppo di server caratterizzati da dimensioni sempre maggiori, con la necessità, da parte dei produttori di rack, di proporre strutture caratterizzate da profondità superiori, con l’obiettivo di ospitare unità sempre più grandi.
Inoltre la crescita delle densità comporta, come immediata conseguenza, la necessità di predisporre impianti di climatizzazione sempre più efficienti.
A cui si aggiunge una progettazione capace di garantire agli operatori la possibilità d’intervenire anche attraverso una porta posteriore, permettendo così un agevole accesso ai cavi e ai connettori posizionati sul retro della struttura.
Ma l’accesso è reso necessario anche dalla crescita delle unità connesse, con il conseguente aumento della necessità di cablaggio, che deve essere gestito nel modo più opportuno.
Spesso l’evoluzione tecnologica, unita alle possibili espansioni industriali, implica la riconfigurazione e l’aggiornamento periodici della componentistica attiva, una situazione che rende indispensabili una serie d’interventi successivi alla messa in opera.
Per questa ragione le strutture modulari, capaci di far fronte alle mutate esigenze, stanno ottenendo un successo crescente.
Bisogna saper scegliere
La scelta di un componente attivo risulta, per molti aspetti, semplice.
È infatti “sufficiente” saper interpretare i valori forniti dalle schede tecniche e, a parità di prestazioni, affidarsi all’azienda che sembra offrire maggiore affidabilità.
Diventa tutto più difficile nel momento in cui si deve individuare il rack più adatto.
Non basta, infatti, farsi guidare dall’impulso e orientarsi verso l’apparecchio esteticamente più gradevole.
Al contrario è necessario valutare l’equipaggiamento, la capacità di dissipazione termica, i diversi gradi di protezione dalla polvere e dall’acqua e la robustezza.
Ma è necessario osservare con attenzione anche altre caratteristiche, forse meno immediatamente apprezzabili, come funzionalità, facilità d’installazione, cablaggio, manutenzione e impatto ambientale.
Si tratta di parametri per i quali, nella maggior parte dei casi, non esiste un valore di riferimento identificabile sulle schede tecniche, ma è necessario spendere del tempo e affidarsi alla propria esperienza.
In particolare, per quanto riguarda la resistenza, l’obiettivo sarebbe quello di avere una struttura in grado di reggere qualsiasi carico, permettendo di supportare l’installazione di tutti gli elementi.
In realtà è necessario valutare a priori il peso dei componenti che si intende inserire e confrontarlo con la portata del rack, la cui struttura viene solitamente realizzata con materiali in grado di resistere agli attacchi degli agenti chimici e atmosferici, come acciaio inox o alluminio.
Ma, oltre alle sostanze, non si può dimenticare che, soprattutto quando le strutture si trovano in ambienti accessibili agli estranei, è necessario optare per armadi antivandalismo.
In questo caso, oltre alle immancabili serrature, è indispensabile verificare che siano dotati di viti inaccessibili, al fine di evitare furti o danneggiamenti il cui costo, non solo in termini economici, sarebbe rilevante.
Sempre in questo campo vale la pena di rilevare come alcune aziende abbiano posto in commercio anche appositi schermi antimanifesto.
L’aspetto estetico, in molti ambiti, riveste un ruolo importante, anche se non certo essenziale per il buon funzionamento.
Bisogna però sottolineare come i rack, in alcuni casi, siano installati in ambienti particolarmente ostili.
Per questa ragione, soprattutto in prossimità di località marine o in ambienti particolarmente umidi, è importante scegliere strutture anodizzate o protette da apposite vernici, prevenendo così la rapida ossidazione e un prematuro invecchiamento.
Trovato il giusto equilibrio fra estetica e funzionalità, un’azienda deve valutare anche i costi e, soprattutto, i possibili risparmi.
Un’occasione per contenere i prezzi di trasporto è fornita dalla disponibilità di strutture smontabili, che possono essere caricate anche su un’automobile.
Gli evidenti vantaggi devono però essere valutati considerando l’impegno richiesto dalla successiva installazione, non sempre facilissima.
La scelta del “fai da te”, quindi, va presa in considerazione in funzione delle proprie capacità, soprattutto quando la struttura necessita l’aggiunta di una serie di accessori specifici.