Gli avvenimenti in Giappone hanno suscitato ovunque molta apprensione e preoccupazioni soprattutto per gli elevati costi in termini di vite umane.
A queste si sono aggiunte le preoccupazioni per il mercato e, in particolare per i componenti elettronici, visto che è ancora difficile valutare l’impatto delle calamità. Fra questi mercati vi è quello degli FPD (Flat Panel Display) poiché il Giappone è di fatto la fonte principale di componenti LCD, e produce anche circa il 10% del silicio policristallino per pannelli solari. I produttori di LCD di Taiwan, così come quelli in Corea, e Cina hanno espresso preoccupazione per l’approvvigionamento di questi componenti per i prossimi mesi. Tuttavia, secondo le prime notizie non ancora confermate, riportate dalla società di ricerche di mercato DisplaySearch, l’impatto del terremoto sul settore TFT LCD potrebbe essere più dannoso a livello psicologico che non reale.
Stando alle informazioni infatti diverse fabbriche di LCD TFT vicino all’area interessata dalle calamità non sarebbero state danneggiate dal terremoto. Il riferimento è quello agli impianti Hitachi Display (prefettura di Chiba), NEC Gen 2 (prefettura di Akita), le fabbriche a Fukaya a Ishikawa di Toshiba, così come quella Epson Gen 2. In realtà va precisato che si tratta comunque di impianti dedicati alla realizzazione di display di dimensioni medi e piccole, per cui gli analisti ritengono che non vi sarà in impatto significativo sul mercato, anche tenendo conto delle necessarie sospensioni della produzione per la verifica degli impianti.
A queste fabbriche si aggiungono quelle di Sharp Gen 8 e Gen 10, di Panasonic Gen 8 e quelle di NEG che sono invece situate nell’area di Kansai, che non sembra essere stata colpita particolarmente dal terremoto.
Nella realizzazione di LCD vi sono comunque anche altri componenti, ma produttori di componenti essenziali per gli LCD come Nitto Denko, DNP, Sumitomo, Toppan, e Corning hanno gli impianti produttivi nella zona ovest del Giappone e non sembrano essere stati colpiti.
Per le fabbriche che rientrano invece nell’area colpita dal terremoto, come per esempio quelle di filtri colore di Toppan e DNP che sono situate rispettivamente nelle prefetture di Niigata e Saitama, le condizioni degli impianti non sono ancora chiare. I commenti di DisplaySearch a questo riguardo però precisano che anche se ci fossero stati dei danni, l’impatto sulla supply chain sarebbe poco significativo dato che le linee sono quelle più datate per Gen 3-3,5.
Se si passa ali impianti più prossimi all’area del sisma, come per esempio la fabbrica Panasonic LCD Gen 6 che si trova a Chiba, non sembra che vi siano stati danni importanti.
Sempre nella zona del sisma, nella prefettura di Ibaraki, si trovano anche le fabbriche di Hitachi Chemical e Sony Chemical, che forniscono ACF (Anisotropic Conductive Film), un elemento fondamentale per la produzione di LCD. La situazione di questi impianti non è comunque ancora chiara, ma qualsiasi impatto sui produttori di pannelli è probabile, secondo DisplaySearch, che sia relativamente limitato, in quanto i produttori di pannelli dispongono normalmente di scorte di sicurezza di ACF.
Per quanto riguarda l’impatto del disastro giapponese sul settore fotovoltaico, DisplaySearch ritiene che l’industria manifatturiera solare del Giappone sia rimasta sostanzialmente intatta, a parte gli impianti di M. Setek. I principali produttori di silicio policristallino, in base ai dati di DisplaySearch, in Giappone sono Tokuyama, Mitsubishi e M. Setek, e l’unica fabbrica che si trova in una zona colpita dal disastro è appunto quella di M. Setek a Soma Fukushima.
La proprietà di M. Setek è di AUO che ha annunciato, dichiara DisplaySearch, il blocco della produzione non perché abbia subito danni alle strutture, ma per mancanza di elettricità e acqua.