Buone notizie per le aziende che investono in pubblicità. In particolare per quelle che hanno intenzione di puntare su questa forma di comunicazione in misura maggiore rispetto a quanto fatto lo scorso anno. Per loro sono previsti interessanti vantaggi fiscali.
PREVISTO UN CREDITO D’IMPOSTA SUL DIFFERENZIALE TRA I DUE ANNI
Il 15 giugno scorso è stato infatti convertito in legge il decreto che definisce la misura del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici, emittenti televisive e radiofoniche.
Si tratta di un valore importante, pari al 75 per cento dell’incremento sugli investimenti effettuati. Per pmi, microimprese e startup innovative la percentuale arriverà addirittura al 90 per cento. A confermarlo è una comunicazione di Anes, l’Associazione nazionale editoria di settore.
“SCONTO” SULLE TASSE DEL 75% O DEL 90% PER LE PMI
Ciò significa, per farla semplice, che se un’azienda (a partire dal 24 giugno, giorno della pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale, e fino alla fine dell’anno) sosterrà una spesa in pubblicità superiore di almeno l’un per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, su quella differenza vanterà un credito d’imposta del 75 o 90 per cento.
Poniamo quindi, per esempio, che l’azienda A abbia speso 50mila euro nel 2016 e che spenderà 70mila euro nel 2017. Ciò significa che il valore differenziale è 20mila euro. Bene, la spesa effettiva, su questi 20mila euro, sarà pari solo a cinquemila. Il resto, 15mila euro (ovvero il 75 per cento del differenziale), si trasformerà in credito d’imposta. Lo stesso esempio, per una pmi, si tradurrebbe in una spesa di solo duemila euro, a fronte di un credito d’imposta di 18mila (il 90 per cento).
NON È ANCORA CHIARO SE IL BENEFICIO VALE ANCHE PER L’ONLINE
Certo, non si tratta di un risparmio immediato, ma questo provvedimento potrà senz’altro contribuire a favorire gli investimenti in questo campo. La pubblicità potrà essere fatta sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Per essere riconosciuto, il differenziale positivo tra il primo e il secondo anno dovrà essere pari almeno all’uno per cento.
L’unico dubbio al momento riguarda le campagne pubblicitarie online: non è ancora chiaro se la legge preveda il beneficio fiscale anche per questi investimenti.
@BusinessPmi