di Alessandra Corsini e Roberto Passini
Nata dal connubio tra sensoristica e comunicazione in rete di device digitali, l’Internet of Things (IoT) continua ad attestarsi come il paradigma che ridefinisce gli ecosistemi tecnologici e produttivi dell’informatica. Si tratta di dispositivi elettronici connessi ad Internet allo scopo sostanziale di raccogliere e trasferire informazioni, automatizzando funzionalità e permettendo di migliorare monitoraggio e controllo.
Smart device basati su protocolli di comunicazione standard, adatti a settori applicativi considerevolmente vasti. Si spazia dalla Massive IoT alla Mission Critical IoT – in relazione alla capacità di comunicazione delle applicazioni, alla loro affidabilità, latenza, e al numero di dispositivi connessi – investendo nei settori della logistica, della “smart home” e della “smart city”, dell’automazione in fabbrica, dell’automotive, ma anche di medicina e sicurezza.
Ambiti e tecnologie
Gli ambiti applicativi della IoT sono innumerevoli e possono essere rappresentati come tutti quei contesti in cui sia necessario elaborare informazioni e generare processi per implementare la qualità della vita – nonché la qualità produttiva – di utenti finali e aziende.
Come è noto, l’Internet of Things trae vantaggio dagli sviluppi produttivi nei settori dell’elettronica e della comunicazione wireless, andando ad incentivare le capacità di reperimento di informazioni e comunicazione di elettrodomestici, sistemi di sorveglianza e sicurezza, dispositivi wearable e sanitari, apparecchi relati a domotica, robotica, farming, ma anche trasporti, self-driving car e molto altro.
Tecnologie focali alla base dell’Internet delle cose, piattaforme computazionali – come le note Arduino e Raspberry – reti Wi-Fi e Bluetooth, integrate da Edge Computing – architetture IT decentralizzate – per fronteggiare problemi di latenza, affidabilità e quant’altro, ed elaborare grandi quantità di dati in tempo reale.
La commercializzazione di questi dispositivi – chiaramente soggetta alla certificazione CE dei prodotti stessi – continua a beneficiare di una solida crescita. Stando alle stime odierne, nel 2015 la presenza IoT sul mercato si attestava sui 18 miliardi di device connessi; device che – secondo le previsioni – raggiungeranno il numero di circa 50 miliardi nel 2020.
Come ottenere il marchio CE sui device IoT
La certificazione CE è un elemento imprescindibile per la commercializzazione dei prodotti IoT sul mercato europeo, garantendo al consumatore la conformità del prodotto stesso a tutte le disposizioni della Comunità Europea. Gli obblighi in materia di certificazione CE, come disciplinato dalla decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 768/2008/CE, ricadono sui diversi operatori economici coinvolti, che si tratti di fabbricante, rappresentante autorizzato, importatore o distributore.
Tra gli obblighi principali figurano quello di redigere, o fare redigere da un laboratorio competente come Sicom Testing , la procedura di valutazione della conformità del prodotto, la dichiarazione di conformità UE, predisponendo un fascicolo tecnico per la marcatura CE. Il fascicolo tecnico in questione – dimostrazione documentaria della rispondenza dell’oggetto alle direttive vigenti – dovrà essere conservato per dieci anni. Obblighi imprescindibili alla certificazione CE dei prodotti, inoltre, sono l’apposizione del marchio CE (che deve essere visibile, leggibile e indelebile) nonché l’attuazione repentina di azioni correttive laddove il prodotto immesso sul mercato si rivelasse poi non conforme alle direttive della Comunità Europea.
Per redigere la dichiarazione di conformità UE e ottenere la certificazione CE dei prodotti, i device IoT devono essere soggetti a test e prove di valutazione che affermino il loro attenersi alle direttive vigenti. Tra le valutazioni pertinenti si annoverano:
• Prove di conformità durante il processo di certificazione e pre-testing in fase di progettazione del prodotto; prove per il controllo di produzione durante tutta la vita del prodotto stesso; • Prove per la certificazione di compatibilità elettromagnetica, per verificare la performanza del prodotto e la sua immunità a disturbi esterni;
• Prove radio per la certificazione della piena funzionalità di comunicazione dei dispositivi che integrano Wi-Fi e Bluetooth;
• Prove di esposizione umana e SAR, per la verifica dello “Specific Absorption Rate” per dispositivi utilizzati nelle vicinanze dell’orecchio e del corpo, necessarie in modo particolare per dispositivi wireless e “wearable devices”;
• Prove di sicurezza elettrica, per la verifica di conformità delle apparecchiature IoT elettriche ed elettroniche ai requisiti essenziali della direttiva LVD;
• Prove su piccoli e grandi elettrodomestici per uso domestico e industriale: attività di test su elettrodomestici che prevedono l’integrazione di tecnologie radio, elemento cardine dell’IoT.
Per rendere l’immissione dei prodotti sul mercato semplice, veloce e sicura ci si può affidare a Sicom Testing (https://www.sicomtesting.com/), laboratorio specializzato nel collaudo e certificazione di prodotti elettrici, elettronici e radio.