Il piano lanciato dal governo nel settembre 2016 cambia volto e da Industria 4.0 diventa Impresa 4.0.
Il raggio d’azione si amplia – ha detto il ministro Calenda (nella foto) intervenendo al convegno “Piano nazionale Impresa 4.0”, alla Camera – passando dalla manifattura in senso stretto ai servizi e dando inizio a una seconda fase dove saranno protagonisti le competenze e il lavoro, allargando poi l’attenzione alle PMI.
Si entra dunque in una nuova fase: nel 2018 si punterà ancora alla modalità degli incentivi cercando di promuovere l’innovazione all’interno delle piccole e medie imprese italiane, ma cercando di costruire una vera e propria cultura dell’innovazione.
Verranno dunque prorogati gli incentivi alle imprese ma con aliquote riviste, compatibilmente con le risorse di finanza pubblica disponibili.
Impresa 4.0 diventerà Lavoro 4.0, Competenza 4.0 con incentivi alla formazione per proteggere e rafforzare l’occupazione.
Uno dei capisaldi della fase due sarà il credito d’imposta per la formazione 4.0 che con la legge di Bilancio 2018 sarà a disposizione delle imprese che effettueranno una spesa incrementale in formazione. Il credito di imposta si applicherà solo alle spese relative ai costi del personale che ha sostenuto corsi di formazione sulle tematiche sotto elencate, con focus su almeno una tecnologia Industria 4.0 e pattuiti attraverso accordi sindacali:
- Vendita e marketing
- Informatica
- Tecniche e tecnologie di produzione
Investimenti periodo 2017-2020
Per l’anno prossimo è stato annunciato un incremento degli investimenti privati di circa 10 miliardi di euro, passando da 80 a 90 miliardi. Crescerà anche la spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione, nel periodo 2017-2020, con maggiore focus su tecnologie per l’industria 4.0.
Competenze – Sui temi dell’Industria 4.0 sono stati mobilitati 200 mila studenti universitari e 3.000 manager, con aumenti del 100% delle iscrizioni degli studenti agli Istituti tecnici superiori sempre relativamente ai temi dell’Industria 4.0.
Infrastrutture – Entro il 2020 sarà connesso a 30Mbps il 100% delle aziende italiane, mentre il 50% sarà connesso a 100Mbps.
Per il Piano banda ultralarga, sono stati stanziati 3,4 miliardi di interventi pubblici, di cui 800 milioni di euro su aree bianche, 1,3 miliardi su aree grigie e 1,3 miliardi per voucher alla domanda, ma si punta a mettere altri 1,5 miliardi di euro per rafforzare il Piano.