Lo scenario attuale è quello in cui non sono più gli operatori, ma gli utenti a creare la domanda e il peso del mercato consumer è diventato determinante. Si tratta quindi di un deciso cambiamento rispetto al passato, dove era il mercato business a pilotare le scelte. “Occorre guardare all’esperienza dell’utente finale – ha sottolineato l’ad di Nokia Siemens Networks -, ma tutto questo in un ambiente sempre più veloce e dinamico”. In sostanza all’utente finale non interessa più quale tecnologia ci sia dietro, ma piuttosto la qualità del servizio.
Per quanto riguarda la banda, è un elemento che serve sempre più; basti pensare alle applicazioni video HD che sono particolarmente esigenti da questo punto di vista. Le attuali tecnologie come xDSL non offrono però la scalabilità necessaria per lo sviluppo adeguato della banda larga. In generale ciò significa che occorre la crescita del livello di connettività, e questo è un parametro che le ricerche indicano essere direttamente correlato al PIL di un Paese. Di fatto, il mondo delle telecomunicazioni è un elemento fondamentale per la ripresa di un Paese, ha ribadito l’ad di Nokia Siemens Networks.
In Italia stanno partendo iniziative molto importanti, come il progetto di Telecom Italia, che prevede la fornitura di banda ultralarga in 138 città entro il 2018, e il progetto “Fibra per l’Italia” promosso da Fastweb, Vodafone e Wind, ma la domanda probabilmente più interessante in questo momento è che cosa serve per far evolvere la rete. Fra gli aspetti individuati da Nokia Siemens Networks, in primo luogo c’è quello “financial”, cioè mantenere i costi operativi bassi. A questo si aggiungono però altri aspetti fondamentali come quelli legati alla migrazione e alla focalizzazione su progetti di managed services. L’articolo completo è sul numero 540-marzo di Eonews: www.ilb2b.it/eonews.
Nella foto: Maria Elena Cappello, amministratore delegato di Nokia Siemens Networks Italia