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Il 5G secondo Paolo Campoli, head of global service provider business per il Sud Europa di CiscoERT

Il 5G è uno dei trend tecnologici del momento. In che modo la vostra azienda è impegnata in questo ambito?

Paolo Campoli, head of Global service provider business per il Sud Europa di Cisco:

È un ambito nel quale siamo impegnati già da tempo, ad esempio collaborando con terze parti all’interno del Verizon 5G Technology Forum con l’obiettivo di accelerare la diffusione dello standard 5G.

Risale al 2016 l’annuncio della collaborazione con Ericsson, Intel e altri big della mobility, quando abbiamo collaborato allo sviluppo del primo router 5G che sarà introdotto sul mercato.

Più recentemente, quest’anno, in occasione del MWC abbiamo annunciato ulteriori passi avanti verso il 5G e nella nostra collaborazione con Verizon per aiutare i nostri clienti a creare ambienti 5G-ready. Si trattava di una realizzazione pre-commerciale che dispone di un nucleo basato su Packet Core nativo Cloud e 5G-ready utilizzando la Service Platform ULTRA di Cisco. La piattaforma Ultra rende disponibili funzionalità 5G, come ad esempio quella CUPS (control and user plane separation – CUPS) e lo “slicing” della rete, dove ogni cliente o applicazione verticale gode di una “slice” di rete e di controllo dedicato, a tutto vantaggio della programmabilità della rete, della sicurezza e delle prestazioni. Un’innovazione pensata per gli operatori che possono trarre vantaggio da queste funzionalità senza dover aspettare le piene potenzialità del 5G in termini di funzioni Radio.

Col resto dell’industria, degli enti di ricerca e lavorando con le start-up, stiamo creando un’architettura centrata su 5G per la digitalizzazione del Paese e una strategia che renda facile semplificare, automatizzare e virtualizzare i flussi di lavoro dinamici di oggi. E, anche se la piena standardizzazione 5G non sarà reale prima di un paio d’anni, noi siamo al lavoro per accelerare i tempi.

Quali sono le sfide da affrontare, oltre alla velocità, per le reti 5G. 

Dal punto di vista tecnologico le sfide più importanti e delicate poste dal 5G sono tre: semplificazione, Edge Computing e automazione. Se la prima è probabilmente la più intuitiva, le altre due meritano di essere approfondite. Quando parliamo di Edge Computing parliamo della necessità di portare l’intelligenza ai bordi della rete, per favorire prospettive come quelle delle auto a guida autonoma che dovranno avere una rete capace di lavorare a ridosso del terminale. Mentre l’automazione sarà una necessità e una conseguenza delle reti super-veloci, che consentiranno una creazione più rapida e fluida dei servizi. Motivo per cui le infrastrutture dovranno essere ottimizzate per tutti i tipi radio ed essere dei fattori abilitanti.

In generale, il 5G indurrà una rivisitazione di tutto l’ecosistema, spostando il valore dalla pura connettività mobile a una piattaforma che consenta di creare soluzioni e use case orientati all’industria. E questo provocherà una maggiore vicinanza fra i fornitori di soluzioni 5G e i player che operano nell’automotive, nella filiera agroalimentare o nella sicurezza.

Se il 5G sarà un’importante evoluzione della rete mobile trainata dalla crescita degli oggetti connessi, nel frattempo, ci sono domande legittime che devono ancora essere risolte. Ci sono standard e ostacoli normativi che dovranno essere affrontati per molte applicazioni dell’ “Internet Of Things” (IOT), a partire dalle tempistiche sull’effettiva disponibilità delle reti a standard 5G, il tutto mentre si conferma urgente la richiesta e la necessità di una connettività mobile davvero onnipresente e affidabile.

Ultimo, ma non ultimo, un elevato livello di cybersecurity non è una facoltà, bensì un obbligo. L’Internet of Things porterà in Rete una quantità gigantesca di oggetti IP che, per la loro natura di essere sempre connessi, potranno essere dei bersagli o addirittura essi stessi sorgenti di attacchi. Più connettiamo “cose” e “smart objects” più dobbiamo dedicare attenzione alla sicurezza. Ma bisogna farlo in fase di progettazione delle reti e analizzando sintomi e segnali ai bordi della rete, identificando i prodromi di potenziali attacchi massicci e rendendo la rete automaticamente protetta.

Che impatto avrà la diffusione delle reti 5G sull’IoT?

Il 5G viene considerata la tecnologia di rete mobile pensata per aprire nuove frontiere al business, in quanto fattore abilitante dell’industria IoT e più in generale della digital transformation, con impatto notevole nell’operatività contingente di chi fa impresa.

Il 5G offrirà un portafoglio di opzioni di accesso radio, spaziando da connessioni che consumano pochissima energia negli oggetti connessi IoT a connessioni ad altissima velocità e bassa latenza. Il tutto in ambiente dove le funzioni cloud vengono spinte molto vicino ai terminali, in modo da elaborare i dati e rispondere in tempo reale, come richiesto dalla realtà virtuale o dalle self-driving car, per esempio. Per chi fa impresa, questo significa poter disporre di un tessuto connettivo di networking e potenza di calcolo in modo fluido. Pensando a qualche esempio concreto, per la piccola e media impresa ciò significa poter creare servizi digitali in mobilità, per chi fa design di offrire ai propri art director la prototipazione di ambienti in realtà virtuale da condividere immediatamente coi clienti, a chi si occupa di sicurezza del territorio di fornire e consumare informazioni geo-referenziate ovunque e senza vincoli di velocità.

In altri termini, se la Rete è presente con intelligenza distribuita ed alto livello di automazione, il 5G fornisce il modo migliore per sfruttare questo tessuto connettivo in mobilità, a tutto vantaggio delle nuove applicazioni, delle persone e dei processi.

Come definisce la situazione italiana? 

Sono tornato in Italia dopo 17 anni e mezzo passati per Cisco fra Europa, Medio Oriente e Africa, rimanendo piacevolmente colpito dalla forte competizione sulle infrastrutture fra gli operatori di TLC. Abbiamo di fronte a noi una ondata positiva di investimento che è importantissima, perché lo strato ultrabroadband è essenziale per i progetti di digitalizzazione.

La composizione del nostro tessuto produttivo, con tante Pmi e pochi big, rischia di favorire uno scollamento tra la domanda di trasformazione dei processi business e i piani concertati delle imprese. Anche per questo motivo abbiamo lanciato il piano Digitaliani (un piano di accelerazione che sostiene e attiva la trasformazione digitale dell’Italia, collaborando sia con il settore pubblico, accademico e con le imprese per aiutare il Paese a cogliere appieno tutti i benefici dell’innovazione tecnologica). Siamo convinti che affrontare questo gap strategico sia un obbligo, e stiamo lavorando con gli operatori di TLC, il governo, la PA, le università e molti altri partner industriali per mettere in piedi le infrastrutture del futuro, cloud-based e orientate all’IoT.

In Italia sono partiti progetti di sperimentazione sponsorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico e anche le previsioni del nostro report Cisco Visual Networking Index™ (VNI) Complete Forecast, confermano la tendenza di una crescita importante in questo settore.

Quali nuove tipologie di servizi si potranno aspettare gli utilizzatori?

Il 5G si dovrà inserire in uno scenario all’interno del quale ci sarà una grande varietà di requisiti in termini di banda e di latenza. Lo sviluppo e l’evoluzione della fibra ottica e del 5G permetteranno di offrire una vastità di servizi innovativi, a patto di sostenere la domanda di performance che arriverà da piattaforme come quelle della realtà aumentata o delle auto connesse. Vale a dire di servizi che hanno bisogno di elaborare numerose quantità di informazioni in pochi secondi, con un mix di velocità elevate e latenze minime.

A ciò si aggiungono tutti gli altri servizi cloud che avranno meno esigenze in termini di latenza o velocità, ma dovranno comunque essere efficienti. La coesistenza fra questa varietà di servizi dalle caratteristiche differenti è possibile solo se alla base c’è un’architettura in grado di gestire questo traffico e ottimizzare il trasporto di connettività per contenere i costi. Quindi la semplificazione è un elemento fondamentale. Ma non è l’unico. Anche automazione, virtualizzazione e sicurezza sono delle caratteristiche imprescindibili per le reti del futuro.

Il 5G si baserà su un insieme diversificato di tecnologie di accesso radio, in modo differenti dai precedenti passaggi generazionali delle reti cellulari (2G, 3G e 4G), quando le nuove tecnologie di accesso radio si sono sostituite a quella precedente. Si tratta di standard e tecnologie in fase di sviluppo e sono suscettibili di includere sia un’evoluzione delle tecnologie radio esistenti, oltre a nuove. Quando si progettano questi sistemi radio ci si focalizza sempre piu` sui cosidetti “use-cases”, ovvero le offerte al mercato che si pensa potranno realizzaresi tramite 5G. Ci sono tre diverse classi (Figura 1), secondo Ofcom (commissione normativa UK):

figura 1)

Fonte: Ofcom 2017

figura 2)

Fonte: Ofcom 2017

 

Quali opportunità si aprono con la diffusione delle reti 5G

Il potenziale di innovazione è enorme ma la sfida è duplice: come creare valore con la tecnologia 5G, per non farne semplicemente un 4G più veloce, e quali tappe intermedie percorrere per arrivare al 5G con terminali, reti e sistemi pronti a massimizzare l’esperienza d’utente e l’efficacia delle applicazioni…