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I mercati ICT nel Rapporto AssinformERT

Nel 2001, in un quadro internazionale di grande rallentamento, anche il mercato italiano delle ICT è cresciuto a tassi inferiori rispetto al 2000, ma i risultati sono stati comunque superiori alle medie europea e mondiale. E’ quanto appare dalle prime anticipazioni sul Rapporto Annuale Assinform, presentate il 7 marzo scorso alla stampa, che sostanzialmente concordano anche con le stime Federcomin, rese note a gennaio. A livello mondiale, secondo le elaborazioni Assinform, la crescita delle ICT è stata pari al 4,9% con un aumento dell’1,8% delle IT e del 7,1% delle TLC. Mentre nei Paesi dell’Europa Occidentale, stando alla fonte Federcomin/IDC, si è avuto un aumento del 5,9% di tutto il settore, che si scompone in un +5,7% delle IT e un +6,3% delle TLC. L’Italia ha fatto meglio di tutti, producendo una crescita complessiva del volume d’affari pari all’8,3%, che comprende l’8,5% delle TLC e l’8% delle IT.
Il Presidente di Assinform, Giulio Koch, ha spiegato questa vitalità del mercato italiano col recupero del ritardo accumulato dal nostro Paese e con l’uso strategico delle ICT da parte delle nostre imprese che, per questa via, mirano ad accrescere la loro competitività.

E Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting, la società di ricerca che collabora con Assinform, ha confermato che l’andamento del 2001 è in effetti da tributarsi “all’effetto volano dei processi di investimento avviati negli anni scorsi e soprattutto all’emergere del valore d’uso delle ICT come driver di mercato”. Questo è vero in particolare per le grandi imprese, che hanno sostenuto gli investimenti nelle nuove tecnologie, mentre sul fronte delle piccole e medie imprese e delle famiglie la domanda è caduta, in particolare nelle IT. Il mercato quindi ha tenuto “ma non si può negare che le spinte alla crescita si siano affievolite nella seconda metà del 2001 –ha osservato Koch- e quindi per poter proseguire, la crescita ha bisogno della domanda delle famiglie e delle piccole e medie imprese e l’Italia non può certo accontentarsi degli allori. I progressi compiuti necessitano invece ora di una capacità di governo che li consolidi”. Il Presidente di Assinform ha indicato pertanto alcune priorità per le azioni di politica economica a sostegno di questo mercato, che ormai in Italia contribuisce al PIL nella misura del 5,9%: spingere sull’e-government, adottare iniziative semplici e immediate, come la defiscalizzazione, per l’informatizzazione della piccola impresa, per la formazione (apprezzamenti per la Tremonti) e il trasferimento tecnologico. Ma vediamo in dettaglio l’andamento dei due mercati e in particolare della componente hardware che, come vedremo, ha rallentato in modo significativo la sua crescita.

Nel settore dell’informatica l’Italia è cresciuta più di tutti i Paesi industrializzati con un +8% che si confronta col 6,2% della Gran Bretagna, il 5,8% della Francia, il 3,3% del Giappone, il 2,2% della Germania e una contrazione del 4% negli Stati Uniti.
Il mercato, valutato in 20.748 milioni di Euro, è stato sostenuto dalla domanda delle imprese di grandi dimensioni, che continuano i loro investimenti in progetti e soluzioni in cui prevale l’aspetto applicativo e di integrazione a base Internet/Intranet, oppure ricorrono ai servizi in outsourcing. Pertanto l’hardware è cresciuto solo del 2,6%, contro l’11,1% del 2000, mentre software e servizi hanno realizzato un buon 11,8%. Il rallentamento è stato generale, ma è stato avvertito maggiormente dai segmenti dove pesa la domanda delle famiglie, che nel 2000 era stata sostenuta dal fenomeno del free Internet. Per questo il mercato dei PC è passato da una crescita del 17,6% nel 2000 al 6% del 2001, pur avendo registrato un incremento del 12,8% della domanda da parte delle imprese. In questo segmento la richiesta si è orientata maggiormente sui PC server, cresciuti addirittura del 29,2% contro il –9,5% del 2000, mentre i portatili hanno registrato un +9%, di gran lunga inferiore al 62,8% del 2000, e i desktop solo un +3,7% dal 9,2% del 2000.

Venendo alle telecomunicazioni, che hanno prodotto un volume d’affari di 40.025 milioni di Euro, la tenuta del mercato si deve sostanzialmente al comparto dei servizi, cresciuti del 9,3% (era +12,9% nel 2000), mentre gli apparati hanno realizzato una crescita del 6,3%, che appare poca cosa rispetto al +17% dell’anno precedente.
In particolare, gli investimenti in infrastrutture di rete fissa e mobile sono stati pari a 6.693 milioni di Euro, con una crescita del 14,3%, inferiore a quella del 2000 di 2,6 punti percentuali. Sono stati trainanti quelli in rete mobile mentre il fisso è stato in calo. Il segmento dei sistemi e terminali, ha riportato invece un calo netto del 3,8%, da addebitarsi alla saturazione nella vendita di telefonini e alla contrazione degli investimenti per i centralini e per il networking in generale.
Tutto questo per il 2001, ma cosa ci attende per il futuro? Secondo Assinform, dalle imprese c’è da attendersi un aumento degli investimenti in tecnologie, perché gli effetti della globalizzazione si fanno sentire e c’è bisogno di guadagnare competitività. Questo sarà un fattore di slancio dei mercati delle ICT purché si trovi il modo di coinvolgere le piccole e medie imprese, facilitandole nei loro investimenti tecnologici.

E proprio dalle piccole imprese Federcomin attende un contributo sostanziale alla ripresa, quando nell’ultimo aggiornamento al suo Rapporto ICT, condotto in collaborazione con IDC, osserva che le imprese di dimensioni minori costituiscono una “riserva di investimenti” IT maggiore rispetto al resto di Europa. La minor informatizzazione delle nostre imprese insieme agli effetti positivi della Legge Tremonti bis dovrebbero quindi consentirci di affrontare meglio questo periodo di rallentamento del mercato.
C’è chi vede la possibilità di un rimbalzo già nel corso del 2002, purché lo scenario internazionale tenda a risolversi, ma per la ripresa dei settori ICT viene più prudentemente indicato il 2003. Quindi in Italia il 2002 sarà un anno stabile, con una crescita delle ICT stimata dell’8,1% mentre per il 2003 è previsto un aumento dell’11,2% e per il 2004 del 13,5%, per un valore di mercato di circa 87 miliardi di Euro.