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Distribuzione in Germania: calano gli ordini e le venditeERT

Germania: ribasso nelle vendite. Il ritorno a un trend positivo è previsto il prossimo anno, mentre si tornerà  ai precedenti (forti) livelli nel 2021

In linea con il mercato dei componenti e con l’andamento dell’economia tedesca, le vendite nel settore della distribuzione di componenti elettronici sono diminuite in modo significativo nell’ultimo trimestre. Le vendite dei distributori all’interno dell’FBDi, l’Associazione tedesca dei distributori di componenti, sono diminuite del 12,6% a 808 milioni di euro. Gli ordini sono diminuiti del 34% a 674 milioni di euro.

Sul fronte dei prodotti, si sono registrati cali nelle vendite di semiconduttori (-13,3% a 566 milioni di euro) e componenti elettromeccanici (-14,6% a 87 milioni di euro); migliorano i componenti passivi  con cali nelle vendite ‘solo’ dell’8,1% a 103 milioni di euro. Gli alimentatori – 11,5%, i display -13%, i moduli e i sistemi -10,9%. Al contrario, i sensori hanno visto ancora una volta la crescita, questa volta dell’8,7%. La ripartizione del mercato è rimasta invariata: semiconduttori 70%, componenti passivi 13%, componenti elettromeccanici 11% e gli altri insieme rappresentano il 6%.

Georg Steinberger, presidente esecutivo di FBDi, commenta: “Il calo delle vendite atteso nel trimestre estivo è stato purtroppo un più pronunciato del previsto. L’ultimo, comparabile, si è verificato durante la crisi bancaria del 2008. Stiamo assistendo a un mix di scorte drasticamente ridotte, pianificazione eccessivamente cauta (guidata dall’incertezza macroeconomica) e rallentamento economico in alcuni mercati target dei nostri clienti. Vi è quindi la possibilità di un declino a doppia cifra nel nostro settore nel 2019”.

Steinberger identifica l’eccessivo scetticismo “tedesco” come una grande sfida: “In nessun altro Paese europeo o dell’Ocse si avverte lo stesso pessimismo che aleggia in Germania, anche se l’economia non sta andando così male”.

Un ulteriore fattore è che la Germania non è molto innovativa nel tentativo di realizzare infrastrutture più rispettosa del clima. “La rivoluzione nella fornitura di energia – un potenziale motore tecnologico – non solo non è avvenuta dal 2011, ma è anche rallentata. Ciò non aiuta il settore high-tech tedesco; mancano gli obiettivi climatici e la Germania rischia di rimanere indietro in termini di protezione ambientale “.

“Il 2019 è stato sicuramente peggiore del previsto ma – dice Secondo Steinberger – nonostante lo scetticismo e la paralisi politica, prevediamo che vi sarà un trend positivo l’anno prossimo e un ritorno al precedenti,  forti livelli di prestazione nel 2021. L’inversione di tendenza inizia nella testa delle persone”.