Covid-19, i programmatori freelance non risentono della crisi. L’indagine BitBoss
E in era lockdown ed emergenza Covid-19, c’è pure qualche buona notizia: pare infatti che la pandemia, con il suo portato di conseguenze e complicanze, abbia, in controtendenza, influito positivamente sulla situazione lavorativa degli sviluppatori freelance italiani. Questo è quanto emerge dall’indagine condotta da BitBoss startup innovativa incubata presso l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, con l’intento di scattare una fotografia dell’ecosistema degli sviluppatori di software in Italia.
Dall’analisi dei risultati ottenuti dalla ricerca è emerso che, a differenza di quanto accaduto per altre professioni, le misure per il contenimento del contagio hanno provocato un incremento in termini di volume delle richieste di collaborazione fatte a coloro che svolgono la professione di sviluppatore in proprio. Il 35,5% del campione intervistato, infatti, dichiara di aver registrato un aumento della mole di lavoro.
Solo il 17,3% ammette di aver subito una flessione negativa durante i mesi di lockdown, mentre la restante parte sostiene di non aver affrontato mutamenti significativi. Il bilancio del settore risulta ampiamente positivo.
“Con alta probabilità, l’impatto positivo sul settore dei developers freelance è stato causato dalla spinta alla digitalizzazione attuata dalle imprese che hanno visto mutare le abitudini di consumo dei propri clienti” – afferma Tommaso Salvetti, amministratore delegato e co-founder di BitBoss.
“Ciò che emerge dai dati, è che l’ecosistema degli sviluppatori indipendenti dimostra di essere in salute, di avere grandi potenzialità e di essere stato in grado di crescere nonostante il contesto economico difficilissimo. Con pochi anni di formazione mirata (che può avvenire anche in autonomia), chiunque, in qualsiasi parte d’Italia, può stringere sinergie con aziende situate in qualsiasi parte del mondo, favorendo lo sviluppo del proprio territorio. Studenti, famiglie e istituzioni sono consapevoli di questa opportunità?”
Essere programmatore freelance in Italia
Gli sviluppatori freelance sviluppano principalmente soluzioni in ambito web (sviluppo di siti e applicazioni web), applicazioni Mobile e software per computer Desktop, lavorando principalmente da casa per committenti finali e società. Più del 25% degli intervistati dichiara di sviluppare per più di 50 ore a settimana. Solo l’8,6% abbandonerebbe con certezza la libertà di un lavoro autonomo in favore della maggior sicurezza di un lavoro subordinato.
La stragrande maggioranza degli intervistati lavora per clienti distribuiti sull’intero territorio nazionale, mentre oltre il 30% degli intervistati collabora dall’Italia con committenti localizzati oltre i confini nazionali.
Tra gli sviluppatori con contratto di lavoro dipendente (anch’essi oggetto dell’indagine) lo smart working è estremamente diffuso e desiderato. Solo il 10,2% di essi dichiara di non lavorare mai da remoto e il 72% dichiara che vorrebbe lavorare maggiormente con questa modalità.
Quanto alle tariffe, infine, emerge che il 71% degli sviluppatori con più di 5 anni di esperienza non applica mai tariffe giornaliere lorde inferiori ai 150€, mentre il 52% non scende mai sotto la soglia dei 200€ al giorno.
Tutti i risultati ottenuti tramite la ricerca svolta da BitBoss saranno resi pubblici in forma aggregata e anonima sul sito web https://developers.bitboss.it/.
Per capire a fondo la realtà BitBoss e la sua attività visita il sito.
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