EON_634
EON EWS n . 634 - OTTOBRE 2019 20 “Il direttore di quest’or- chestra sarà un motore a intelligenza artificiale che avrà appreso le vo- stre preferenze e potrà interpretarle in rapporto al vostro contesto in con- tinuo cambiamento. Con la possibilità di un vostro intervento nel caso pen- siate possiate fare meglio. Detto altrimenti: al posto di guida ci siete voi”. È piuttosto ovvio che que- sto scenario, se si materia- lizzasse, influenzerebbe in maniera decisiva la nostra vita quotidiana. Quelli meno conosciuti, sono i cambia- menti radicali che si verifi- cano dietro le quinte. Una nuova era per ingegneri e progettisti E così entriamo in un mon- do sconosciuto alla mag- gior parte degli utilizzatori di smartphone: quello della tecnologia dei chip e della progettazione dei sistemi. Prima di dare un’occhiata alle implicazioni dello sce- nario descritto in questo campo, facciamo un salto indietro nel tempo. Storicamente, lo sviluppo della tecnologia dei semi- conduttori è stata guidata dalle leggi di Moore e Den- nard. Ha proceduto lungo una tabella di marcia, o roadmap, piuttosto preve- dibile basata sul ridimen- sionamento dei transistor e il parallelo incremento della potenza di calcolo per chip. A un certo punto, tuttavia, questa traiettoria si è im- battuta in qualche ostacolo. Tra i più importanti, il fatto che l’energia per funzione non si rimodula in maniera appropriata e le limitazioni sulla quantità di calore che può essere dispersa per unità di superficie. La con- seguenza è che la vostra batteria si scarica persino più in fretta. O genera tem- perature inaccettabili ne- J an Rabaey, professore dell’University of California di Berkeley, ci conduce in un mondo di dispositivi mobili amorfi/disintegrati e riflette sulle conseguenze per la progettazione di sistemi e tecnologia dei semicondut- tori. Ci spiega inoltre come saremo sempre più in grado di costruire i nostri dispositi- vi tecnologici. Nel 2035 sa- remo tutti ingegneri? La disintegrazione degli smartphone Chiunque cerchi di formula- re previsioni sul futuro ruolo dell’IT nella società dovreb- be basarle sull’ubiquità della tecnologia. È sufficiente uno sguardo all’abbondanza di sensori e fotocamere inte- grate nelle nuove automo- bili. Non è che un assaggio di come il nostro ambiente si saturerà di sensori e at- tuatori. Anche noi, come esseri umani, saremo sem- pre più connessi. L’era dello smartphone ha prodotto un numero di cambiamenti irre- versibili dei quali non riusci- remo più a fare a meno. Tuttavia, uno smartphone in sé è ben lontano dall’esse- re un dispositivo ottimale. Il microfono non è vicino alla nostra bocca, ma alla nostra mascella. Il segnale wireless dall’antenna soffre le inter- ferenze della nostra testa e porta una fonte di radiazioni vicino al nostro cervello. Per riuscire a operare con il vo- stro smartphone, dovete al- lontanarlo dall’orecchio, così vi è impossibile avere con- temporaneamente una con- versazione. Non sorprende che sempre più persone ten- gano il proprio smartphone lontano dall’orecchio. Lo ten- gono di fronte a sé e ascolta- no chi parla dall’altoparlante. Non è dunque da esclude- re del tutto che in un pros- simo futuro gli smartphone si disintegreranno. Laddove oggi abbiamo un dispositivo all-inclusive, le funzioni si divideranno sempre di più. Uno smartwatch per una parte dell’interfaccia utente, un auricolare per il suono, il microfono come una sorta di corona sopra i vostri den- ti, occhiali o lenti a contatto per le immagini e l’antenna intrecciata nel tessuto della vostra giacca o del vostro zaino. In una sinfonia ben orchestrata questi dispositi- vi singoli lavoreranno insie- me per garantirvi un’espe- rienza d’uso ottimale. E non solo i dispositivi in- torno al vostro corpo. Pote- te incorporare anche dispo- sitivi di persone e oggetti vicini in base alle necessità di specifiche applicazioni. La capacità di elaborazione per lo streaming in alta riso- luzione non è sufficiente? Il processore della persona che vi è seduta di fianco in metropolitana dispone di un livello superiore di cui potete fruire anche voi. Cattiva connessione sulla lunga distanza? L’antenna di un edificio vicino racco- glie dati globali dal cloud e li invia a voi attraverso una connessione locale. J AN R ABAEY , EX RESEARCH IMEC E PROFESSORE ALL ’U NIVERSITY OF C ALIFORNIA Ancora negli anni novanta, erano in molti a considerare la telefonia mobile una sciocchezza. Una dimostrazione di quanto siamo poco affidabili nel predire i nostri bisogni. E adesso ci ritroviamo a guardare avanti, all’era post-smartphone L’era post-smartphone: siamo tutti ingegneri “Lo smartphone di oggi è ben lontano dall’essere un dispositivo ottimale...” A TTUALITÀ
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