EON_630

EON EWS n . 630 - MAGGIO 2019 3 T ERZA P AGINA una riunione riservata, sta nell’at- tribuire una diversa sensibilità ai componenti posti nei centri nevral- gici (il “core”) rispetto a quelli alla periferia (“edge”) dell’infrastrut- tura di rete. Secondo gli esperti britannici, se si fa in modo che le funzioni critiche avvengano all’in- terno di un “core” opportunamente protetto da filtri e gateway, il rischio associato ai componenti periferici può essere gestito senza rischiare compromissioni critiche della rete. Di tutt’altro avviso risulta essere il governo australiano che ha invece sposato in pieno la tesi americana circa le potenzialità di rischio ad ogni livello dell’infrastruttura, evi- denziando come nel 5G il confine tra “core” ed “edge” sia destinato a dissolversi man mano che le reti si fanno sempre più distribuite. Il go- verno Italiano, dal canto suo, fa sa- pere per voce del sottosegretario agli Affari Esteri che “un governo serio deve attenzionare tutte le reti a prescindere da chi le gestisce, che si tratti della Cina oppure degli Stati Uniti” e che lo Stato vigilerà affinchè “tutto venga fatto a norma e in sicurezza”. Non è pertanto da escludere che tra un colpo al cer- chio e uno alla botte, le gare d’ap- I lavori per l’approntamento dei di- spositivi e il dispiegamento dell’in- frastruttura 5G continuano tra an- nunci, ritardi, rivelazioni e colpi di scena. L’ affaire Huawei , relativo ai dubbi gettati dai servizi americani sulla cybersicurezza dei compo- nenti critici della rete 5G realizzati dal colosso cinese, continua ad essere di attualità in tutti e cinque i continenti. Nonostante le pressioni esercitate da un’amministrazione americana sempre più coinvolta in schermaglie politico-commer- ciali con la Cina, non tutti gli alle- ati sembrano disposti a rinunciare all’offerta di un’azienda che è riu- scita a ritagliarsi un posto d’avan- guardia nel 5G. Persino il Regno Unito, alleato che da sempre gode di una “relazione speciale” con gli Stati Uniti, avrebbe deciso di non rinunciare ai prodotti Huawei per i componenti dell’infrastruttura 5G ritenuti non critici, come le anten- ne e gli altri componenti della rete di accesso radio (RAN, Radio Access Network). La ratio dietro la scelta britannica, la cui notizia è prematuramente trapelata da quella che avrebbe dovuto essere palto per l’infrastruttura 5G in Italia seguiranno, come hanno già fatto in passato, la sola logica dei costi. Huawei, che nel frattempo ha fatto causa al Governo americano per quella che ritiene essere un’ingiu- sta e anticompetitiva esclusione dal mercato, ha reso noto che nonostante l’ostracismo occiden- tale il fatturato 2018 è cresciuto del 19,5% per arrivare a quota 107 miliardi di dollari. Scherma- glie e accordi non sono limitati alla sola infrastruttura delle reti 5G: sul fronte dei dispositivi portatili sono i modem di quinta generazione a fare la differenza. E anche su questo fronte non mancano i colpi di scena: dopo più di due anni di battaglia legale senza esclusio- ne di colpi, Apple e Qualcomm hanno scelto di seppellire l’ascia di guerra e intraprendere la strada dell’accordo extragiudiziale. Tut- te le cause multimiliardarie tra le due aziende imperniate sulla di- sputa dei brevetti e in particolare sulle elevate royalty determinate dal presunto abuso di posizione dominante di Qualcomm, sono state lasciate cadere lo scorso 16 aprile. Una pace improvvisa che secondo alcuni osservatori è stata motivata dalla possibilità che Intel non sarebbe riuscita a consegnare i modem 5G in tem- po per le prossime generazioni di iPhone. E se il colosso di Santa Clara si era precedentemente premurato di smentire le notizie di qualsivoglia difficoltà, confer- mando la deadline del 2020 per la consegna dei modem 5G XMM 8160, a poche ore dall’annuncio dell’accordo Apple-Qualcomm ha reso noto che sarebbe uscito dal business dei modem 5G per smartphone per concentrarsi sui chip 4G e 5G per PC e IoT. Si è successivamente saputo che uno dei motivi delle difficoltà incontra- te da Intel è stata la riorganizza- zione del gruppo 5G in seguito al passaggio di uno dei princi- pali progettisti del sistema XMM 8160 in Apple lo scorso febbraio. La pace legale tra Apple e Qual- comm permette alle due aziende di non divulgare in pubblico se- greti industriali e, anche se com- porta costi ritenuti ingenti (ma non divulgati) per Apple, porta con sé un accordo pluriennale di licenza dei brevetti Qualcomm che con ogni probabilità risulterà nel ritor- no dei modem Qualcomm nella prossima generazione di iPhone. Ora resta da vedere se Cupertino anticiperà l’uscita dei modelli con comunicazioni di quinta gene- razione per contrastare il lancio del Galaxy S10 5G di Samsung , previsto proprio per il mese di maggio, e del Mate X di Huawei che dovrebbe arrivare sui mer- cati quest’estate (tanto Samsung quanto Huawei producono inter- namente i propri modem 5G). 5G: Apple e Qualcomm seppelliscono l’ascia di guerra, Intel si fa (parzialmente) da parte mentre Huawei dichiara fatturati da record nonostante l’ostracismo USA M ASSIMO G IUSSANI Guerra e pace sullo sfondo del 5G (Fonte: www.PublicDomainPictures.net)

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