EON_627
EON EWS n . 627 - FEBBRAIO 2019 3 T ERZA P AGINA numerose aziende del settore tecnologico (e non solo) che per lunghi anni hanno potuto trarre vantaggio dall’incessante espansione economica cinese. A gennaio Apple , che deve alla Cina continentale il 15% circa delle sue entrate, ha dovuto rive- dere al ribasso (di circa il 15%) le previsioni di fatturato per il pri- mo trimestre dell’anno; l’outlook negativo si aggiunge alla contra- zione del 5% che il fatturato an- nuale dell’azienda di Cupertino ha subito nel 2018 ed è ricon- ducibile alla contrazione della domanda cinese, esacerbata dalle ripercussioni della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Tutti i principali partner di Apple hanno rilevato segni di flessione: Foxconn , il principale assem- blatore taiwanese di Apple ha pronosticato un 2019 in salita; TSMC , la fonderia che produce i SoC per iPhone, ha pronosticato un fatturato inferiore agli 8 miliar- di di dollari per il secondo trime- stre 2019, contro precedenti pre- visioni di 8,8 miliardi di dollari.Gli effetti del rallentamento si esten- dono a tutto il settore dell’elettro- nica e non solo. Samsung , ad esempio, risente del calo della I dati recentemente pubblicati dal Fondo Monetario Interna- zionale confermano il progressi- vo rallentamento nell’espansio- ne dell’economia cinese: con un trend che ha iniziato a delinearsi all’inizio di questo decennio, il tasso di crescita in percentuale del prodotto interno lordo cinese si sta avvicinando alla linea del 6%. I dati per il 2018 dicono che il PIL cinese è aumentato “solo” del +6,6% (il valore più basso degli ultimi 28 anni) e le proiezio- ni per il 2021 sono di un’ulteriore riduzione a +6%. Una differenza sostanziale rispetto all’espan- sione a doppia cifra che aveva caratterizzato il primo decennio del secolo, ma una crescita co- munque robusta, specialmente considerando che con un PIL di 12 triliardi di dollari la Cina è la seconda potenza economica mondiale. Ancora più importan- te è il fatto che si tratta in larga parte di un rallentamento struttu- rale frutto di politiche governati- ve tese a creare un’espansione economica stabile nel lungo ter- mine. Nondimeno, la decelera- zione è reale e sta influenzando domanda globale di microchip e memorie ed ha visto i propri profitti ridursi del 28,7% negli ultimi tre mesi del 2018. Nvidia , dopo aver abbassato di mezzo miliardo di dollari le previsioni di fatturato sullo stesso periodo, ha perso 15 punti sul mercato azionario. L’industria cinese dei semiconduttori presenta il tasso di crescita più basso degli ultimi cinque anni (+16,2%, stando ai dati di TrendForce ) e dai valori del Purchasing Managers Index pubblicati a fine gennaio emer- ge che tutta l’attività produttiva cinese sta subendo un rallen- tamento. Tanto le esportazioni quanto le importazioni hanno subito variazioni negative che le collocano al di sotto delle previsioni: in particolare le im- portazioni dal resto del mondo mostrano una contrazione del 7,6%, in netto contrasto con l’atteso incremento del 5%. A rallentare la crescita sarebbe anche l’economia USA: Eu- romonitor pronostica infatti una riduzione di mezzo punto percentuale tanto nel tasso di crescita del PIL cinese quanto in quello statunitense. L’indebo- limento del commercio interna- zionale risente anche delle tarif- fe imposte nel conflitto commer- ciale tra Cina e Stati Uniti: se entro il primo marzo i due Paesi non troveranno un accordo sarà il 5% del commercio globale a vedere un aggravio dei dazi, con effetti che secondo uno stu- dio dell’ Unctad (United Nation Conference on Trade and Deve- lopment) avranno ripercussioni pesantissime sulle nazioni più piccole e povere, specialmente nell’Est Asiatico. A trarne van- taggio non saranno comunque i due litiganti: secondo lo studio delle Nazioni Unite, gli Stati Uni- ti si accaparreranno appena il 6% dei 250 miliardi di dollari di esportazione cinese soggetta ai nuovi dazi, mentre la Cina si dovrà accontentare del 5% de- gli 85 miliardi di analogo export americano. Per contro, le espor- tazioni europee aumenteranno di 70 miliardi di dollari, mentre quelle di Canada, Giappone e Messico incrementeranno di 20 miliardi ciascuna. C’è però poco da gioire, fa sapere la Banca Mondiale : le previsioni di cre- scita dell’economia globale va- lutate in +2,9% per quest’anno e in +2,8% per l’anno prossimo lasciano infatti presagire “cieli cupi”. Il rallentamento nella cre- scita coinvolgerà maggiormen- te le nazioni più ricche come USA, Giappone ed Europa, con la potenziale aggravante per quest’ultima di un danno econo- mico aggiuntivo in caso di Brexit senza accordo. Il rallentamento dell’espansione economica in Cina e la guerra commerciale con gli USA stanno influenzando negativamente numerose aziende del settore tecnologico M ASSIMO G IUSSANI Cielo coperto sopra Pechino: e non è solo smog
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