EON_626

EON EWS n . 626 - GENNAIO 2019 20 anche bloccando le acqui- sizioni di società americane da parte di aziende cinesi. Il clima è stato reso ancora più incandescente dalla guerra commerciale in atto fra le due Potenze e da accuse, come quelle di spionaggio indu- striale, mosse alla Cina. Que- sta guerra si combatte su più fronti e coinvolge anche Stati alleati. Per esempio, per le commesse tecnologiche per la realizzazione di reti 5G in alcuni Paesi particolarmen- te legati agli Stati Uniti sono stati bloccati gli acquisiti di prodotti progettati e realizzati in Cina da aziende cinesi. Gli analisti ritengono che questa guerra commerciale stia contribuendo a rendere al Cina ancora più determina- ta e propensa a investire cifre sempre maggiori nella ricer- ca per ottenere prestazioni sempre più elevate, e non è un caso se i supercomputer più potenti sono attualmente in questo Paese. La Cina è partita dalle parte finale della catena del valore del mercato dei chip, con il packaging e l’assemblaggio, ma l’industria cinese sta risa- lendo rapidamente questa ca- tena conquistando posizioni in settori come la progettazione e la produzione. Questa scalata sta riducendo quindi la dipen- denza della Cina dalle compe- tenze straniere, anche se non è riuscita ancora a eliminarla del tutto. Di fatto questa guer- ra commerciale e il crescente senso di ostilità tra America e L’ industria dei semiconduttori, nata nella Silicon Valley, si è trasformata moltissimo negli anni e gli effetti della globa- lizzazione su questo settore sono diventati decisamente complessi. Il mercato dei chip non è certo in crisi: WSTS (World Semiconductor Trade Statistics) ha stimato che rag- giungerà i 478 miliardi di dollari nel 2018 e 490 miliardi di dol- lari nel 2019, con un crescita in tutte le aree geografiche. Anche se l’attenzione princi- pale si è spostata nel tempo verso aziende che gestiscono, anche se in modo e per scopi diversi, i dati, come per esem- pio Google oppure Amazon , i chip restano comunque la base indispensabile che per- mette di gestire questi dati, trasformandoli in qualcosa di utile. Gli scenari però stanno cambiando abbastanza rapi- damente e l’industria dei chip sta affrontando delle sfide par- ticolarmente difficili. Una catena complessa I chip sono diventati pro- dotti estremamente compli- cati, realizzati in fabbriche estremamente costose (una fab per produrre chip con un processo a 7 nm, per esempio, costa circa 10-12 miliardi di dollari) e il nume- ro di aziende specializzate coinvolte nella supply chain sono nell’ordine delle cen- tinaia di migliaia, distribuite in tutto il mondo. Le aziende coinvolte possono essere raggruppate essenzialmen- te in tre categorie: progetta- zione, produzione, assem- blaggio e imballaggio e per ogni categoria le aziende sono sparse in diverse aree geografiche. La Semicon- ductor Industry Associa- tion , un ente commerciale americano, ha evidenziato che uno dei suoi membri ha più di 16.000 fornitori, di cui oltre 8.500 sono al di fuori degli Stati Uniti. Conside- rando i diversi processi che occorrono per realizzare un chip, che di fatto sono ese- guiti in impianti estrema- mente specializzati dislocati in Paesi diversi, questi com- ponenti, prima di poter fun- zionare in un prodotto finale, che sia una lavatrice oppure un server, devono letteral- mente fare molta strada. La geopolitica Dovendo spostare più vol- te i prodotti semilavorati, gli aspetti tecnici non sono gli unici che condizionano que- sta industria. I chip recente- mente sono ritornati infatti a suscitare l’attenzione dei mercati per due motivi: il primo è legato alla geopoli- tica, il secondo alla fisica. I chip sono infatti tra i prodotti coinvolti in una rivalità sem- pre più accesa tra Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti hanno sempre visto la realizza- zione di questi componenti elettronici come una risorsa strategica, e non è un caso, infatti, se tra i principali in- vestitori in questo settore c’è sempre stato il Diparti- mento della Difesa. Anche la Cina vede però i chip come un elemento cruciale per la sua crescita e ha istituito nel 2014 un apposito fondo per gli investimenti in questo set- tore e avviato un programma nazionale per promuovere le industrie ad alta tecnologia e aumentare la produzione di componenti per assicurare che la maggior parte della domanda interna sia soddi- sfatta a livello nazionale (at- tualmente questa quota è di circa un terzo). Ovviamente gli Stati Uniti non hanno ac- colto favorevolmente queste iniziative che minacciano la loro supremazia nel settore e hanno reagito in diversi modi, F RANCESCO F ERRARI La fine della legge di Moore e lo scontro commerciale fra Stati Uniti e Cina stanno modificando gli scenari di crescita del mercato dei semiconduttori La globalizzazione e i semiconduttori La produzione dei chip non si ferma ai wafer, ma il processo richiede ulteriori fasi di assemblaggio e packaging che si svolgono in impianti produttivi specializzati dislocati in varie parti del mondo (Fonte: Intel) A TTUALITÀ

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