EON_624

EON EWS n . 624 - NOVEMBRE 2018 3 T ERZA P AGINA di IBM di rivedere la propria posizione nel mondo dei forni- tori di soluzioni Cloud. Anche l’apparente conversione di Microsoft sulla via di Dama- sco, dopo anni di guerra bre- vettuale dichiarata all’Open Source, segue un’analoga lo- gica utilitaria. Il software Open Source fa infatti girare gran parte dell’infrastruttura Cloud e tanto Microsoft quanto IBM hanno bisogno di potersi inte- grare con le diverse soluzioni libere già disponibili, possi- bilmente modificandole per adattarle alla proprie esigenze. Allentare la morsa sui brevetti ed entrare a far parte delle co- munità di sviluppo in maniera più o meno diretta è un modo per incanalare gli sforzi degli sviluppatori ed assicurare una maggior compatibilità con le proprie offerte commerciali. Microsoft ha da tempo com- preso che la maggior parte I l mese scorso il mondo Open Source è stato scosso da due eventi che si potrebbero defi- nire epocali: il 10 ottobre Mi- crosoft ha dichiarato di essere entrata a far parte dell’Open Invention Network, rendendo open source ben sessanta- mila dei suoi brevetti; il 28 ot- tobre è stata resa pubblica la notizia che IBM ha dato il via all’acquisizione di Red Hat per la ragguardevole cifra di 34 miliardi di dollari. Due notizie che si sono propagate nella comunità Open Source con un misto di stupore, eccitazione, ma anche un pizzico di preoc- cupazione per la propria indi- pendenza. Se verrà finalizzata in seguito all’approvazione de- gli azionisti, quella di IBM sarà la terza più grande acquisizio- ne della storia (dopo quella di EMC Data Storage da parte di Dell e quella di Broadcom da parte di Avago ) e la prima in assoluto relativa a un’azienda del software; il prezzo pattuito, da molti ritenuto assai superio- re al valore di mercato, riflette tanto il buon stato di salute di Red Hat quanto la necessità degli sviluppatori di soluzioni Web, Cloud e IoT preferiscono orientarsi verso soluzioni aper- te, agnostiche tanto dal punto di vista del sistema operativo quanto da quello delle piatta- forme di sviluppo. Anno dopo anno ha allargato i cordoni del- la borsa per sostenere i pro- getti e le iniziative open source di maggior interesse, ad esem- pio rendendo pubblico il codice sorgente di componenti ne- cessari all’interoperabilità, en- trando a far parte del Board of Directors della Linux Founda- tion e acquisendo la piatta- forma di sviluppo condiviso GitHub. Con il recente rilascio di un vastissimo portafoglio di brevetti all’OIN, il gigante del software intende “proteggere i progetti open source da de- nunce di violazione della Pro- prietà Intellettuale”. IBM, dal canto suo, è sem- pre stata una specie di Santo Patrono della comunità Open Source e non si può negare che per molti versi il successo stesso del movimento Open Source e di Linux stesso sia dovuto agli investimenti effet- tuati proprio da Big Blue negli anni novanta e nei primi anni duemila. Apache, Eclipse e MQTT, ad esempio, devono molto agli sviluppatori sostenu- ti da IBM. Di converso, svariate soluzioni di casa IBM hanno tratto vantaggio dall’impiego di Linux (nella fattispecie Red Hat Enterprise Linux, o RHEL), degli stack e delle tecnologie di virtualizzazione open source. Il Cloud si appoggia pesante- mente a Linux e al software Open Source; il cuore delle piattaforme Cloud di Amazon e Google è infatti a codice aperto; e persino l’offerta di casa Microsoft, Azure, fa lar- go uso di macchine virtuali basate su Linux (RHEL, per la precisione). Con l’acquisizio- ne di Red Hat, IBM incremen- ta significativamente il suo controllo su alcuni elementi chiave per la realizzazione di soluzioni Cloud ibride, in par- ticolare di virtualizzazione a livello di sistema operativo (la cosiddetta “containerizzazio- ne”, che s’incarna ad esempio nell’offerta di Kubernetes), la gestione multi-cloud e, ovvia- mente, una versione di Linux orientata all’impresa con un supporto dedicato di alto li- vello. L’obiettivo è ovviamente quello di guadagnare posizioni nella classifica dei fornitori di soluzioni Cloud che attualmen- te la vede al quinto posto, dopo Amazon, Microsoft, Google e il nuovo arrivato Alibaba . Il con- tributo di Red Hat permetterà a Big Blue di puntare alla posizio- ne di maggior fornitore mondia- le di soluzioni ibride multi-cloud. Microsoft e IBM guardano al Cloud in ottica di collaborazione con la comunità Open Source M ASSIMO G IUSSANI Cloud: un futuro sempre più Open Source

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