EON_621

EON EWS n . 621 - LUGLIO / AGOSTO 2018 3 T ERZA P AGINA memoria: nell’aprile del 1969, in un’era dominata dalle memo- rie a nucleo magnetico, sforna il suo primo prodotto, la Sram bipolare da 64 bit i-3101 in tec- nologia TTL Schottky. Nel luglio dello stesso anno, Intel sforna sotto la guida di Les Vadasz, altro veterano dal passato in Fairchild, il primo chip di me- moria in tecnologia MOS con gate in silicio, la Sram i-1101 da 256 bit. Pur essendo troppo lenta e costosa per diventare un successo commerciale, è stato grazie alla difficilmente imitabile tecnologia CMOS adottata che Intel ha iniziato a differenziarsi e a distaccarsi dalla concorrenza. Con l’introduzione della più per- formante RAM dinamica MOS da 1024 bit nell’ottobre 1970, il chip i-1103, finisce l’era delle memorie a nucleo magnetico ed inizia il predominio di Intel come produttore di memorie. Il primo processore monolitico a 4 bit (i-4004), e il relativo chipset MCS-4 costituito da ROM (i- 4001), RAM (i-4002) e registri a scorrimento (i-4003) vedono la luce già nel 1971, grazie ai contributi di Ted Hoff e alla lun- gimiranza di Federico Faggin. L’era delle CPU a 8 bit viene aperta nel 1972 dall’8008 in tec- nologia Pmos, cui fa seguito nel I l 18 luglio di quest’anno Intel ha compiuto ufficialmente cin- quant’anni. Fondata da Robert Noyce e Gordon Moore, due dei “ traitorous eight ” che nel settem- bre del 1957 abbandonarono i laboratori Schockley (uno dei tre padri riconosciuti del transistor) per creare Fairchild , l’attuale gi- gante californiano nasce in quel di Mountain View con il nome tentativo di N M Electronics, ma verrà subito ribattezzata Intel, acronimo di INTegrated ELec- tronics. Intel Corp. è infatti il no- me riportato nell’articolo del 2 agosto 1968 del Palo Alto Times che assieme alla notizia della fondazione ne riporta anche la strategia aziendale: “fare appro- fondite ricerche tecnologiche pri- ma di uscire con dei prodotti”. Una strategia che ancora oggi caratterizza l’azienda che ha messo in produzione la prima memoria MOS, la prima memo- ria Eprom, il primo microproces- sore e il primo chipset commer- ciali e ha introdotto innumerevoli innovazioni tecnologiche che le hanno permesso di mantene- re un saldo e apparentemente incolmabile vantaggio competi- tivo sulla concorrenza. Intel na- sce come produttore di chip di 1974 il più performante 8080 in tecnologia Nmos; eppure è solo nei primi anni 80 che, grazie al successo dei PC IBM , il busi- ness principale di Intel passa dalla produzione di memorie a quella dei microprocessori. Con l’introduzione del processore 8086 nel 1978 Intel ha gettato le basi di un predominio, quel- lo dell’architettura x86, che nel bene o nel male si è conservato pressoché incontrastato fino ai giorni nostri. Al volgere dei cinquant’anni di attività Intel si trova ad affron- tare un mercato dei micropro- cessori profondamente mutato: oggi si fa sempre più imponente il contributo delle componenti Mobile ed Embedded, mentre il modello di computing è stato rivoluzionato dal Cloud, con esi- genze di potenza di calcolo det- tate dai recenti trend Big Data e AI. È un mondo nuovo al quale Intel ha faticato ad adattarsi. I ri- tardi del nodo da 10 nm, l’ottimi- smo che accompagna le previ- sioni relative invece al processo a 7 nm dell’eterno concorrente AMD e la recente scoperta del- la falla di sicurezza denominata Spectre sembrano candeline su una torta malriuscita. Come se non bastasse, Brian Krzanich, il CEO che ha preso il posto di Otellini proprio per guidare la trasformazione di Intel nel nuovo millennio, si è dovuto di- mettere lo scorso 26 giugno per aver infranto le regole aziendali di “non fraternizzazione” con i sottoposti. In attesa dei proces- sori a 10 nm (o della contropar- te a 7 nm di AMD) le vendite di microprocessori a 14 nm sono aumentate al punto che Intel fatica a soddisfare la domanda e il nuovo CEO ad interim Bob Swan ha dovuto aggiornare la previsione di fatturato per l’anno in corso a 67,5 miliardi di dolla- ri, 2,5 miliardi di dollari oltre le precedenti stime. Il futuro CEO di Intel dovrà saper raccogliere l’eredità di Kraznich, il quale nel corso del suo pur breve man- dato ha contribuito a plasmare l’evoluzione dell’azienda nell’e- ra post-PC con acquisizioni a otto o nove zeri come quelle di Altera (tecnologia FPGA per applicazioni AI), Mobileye (gui- da autonoma dei veicoli), Movi- dius (visione artificiale) e Ner- vana (deep learning). Il percor- so è tracciato, ma il cammino per colmare il divario che sepa- ra Intel da nVidia ed AMD nel segmento delle GPU per ma- chine learning e dal connubio ARM - Qualcomm nel mondo mobile è appena agli inizi. A 50 anni dalla fondazione Intel si trova ad affrontare le sfide del comparto Mobile e dell’AI, i problemi della miniaturizzazione estrema e un cambio di CEO in corsa M ASSIMO G IUSSANI Le cinquanta candeline di Intel Articolo del Palo Alto Times Aug. 2, 1968 Fonte: Intel)

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