EON_620

EON EWS n . 620 - GIUGNO 2018 4 “C i vuole coraggio nell’a- dottare una visione a lungo termine quando gli investito- ri cercano una crescita del 10% l’anno”. Con queste pa- role, Rajeev Misra, CEO del fondo di tecnologia Vision Fund di SoftBank , ha an- nunciato che sosterrà finan- ziariamente la crescita del- la controllata inglese ARM nell’IoT (Internet of Things). Anche a costo di rinunciare a staccarsi cedole per due o tre anni. Quegli utili saranno infatti rinvestiti per finanzia- re le capacità tecnologiche dell’azienda nel medio-lungo periodo, costruendo anno dopo anno la sua capacità di affrontare il futuro. “L’IoT richiede soluzioni complete, non solo i singoli chip, e per poter compiere questi inve- stimenti, bisogna sacrificare i profitti per i prossimi tre o cinque anni” ha spiegato Mi- sra. L’azienda, essendo stata delistata a fine 2016 dal LSE (London Stock Exchange), può ora orientare con mag- giore libertà la sua strategia di investimento. “Quando si segue una visione a die- ci anni, le fluttuazioni nella valutazione a breve termine non sono rilevanti” ha ag- giunto il manager del fon- do che vanta un portafoglio di asset in gestione per un centinaio di miliardi di dol- lari. Secondo Misra ci sono grandi sfide in arrivo per un gruppo del calibro di ARM i cui chip sono già oggi pre- senti in smartphone e device in tutto il mondo. In partico- lare, secondo il manager, l’azienda potrebbe cogliere le opportunità che verranno dalla sicurezza digitale che diventerà un business in for- tissima crescita nei prossimi tre anni. Inoltre non bisogne- rà attendere a lungo per as- sistere anche a grandi evo- luzioni nell’ AI (intelligenza artificiale) che nel giro di un paio di anni sarà capace di processare e analizzare vo- lumi enormi di dati, permet- tendo nuove inedite appli- cazioni. Non a caso, forte di questa visione, il Vision Fund di Softbank, ha già investito in 36 aziende e intende por- tare sotto il suo ombrello fino a 90 società nel giro di un paio di anni. Del resto, nella sua opinione, non è un caso che sulla scia dell’esperien- za della Silicon Valley, anche la Cina stia creando un nuo- vo ecosistema competitivo nel settore tecnologico. La sfida cinese, che ha allerta- to anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non è certo sui capitali, ma sul dominio di un futuro tec- nologico sempre più innova- tivo. Una battaglia che, nella visione del CEO di ARM, si può vincere solo investendo massicciamente nel futuro. Possibilmente lontano dal giudizio del mercato, più in- teressato agli utili trimestrali che non alle strategie di lun- go periodo. A metà giugno il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imposizione di dazi del 25% su 1.102 prodotti Made in China , con in prima fila quelli hi-tech compresi nel “pia- no strategico al 2025” varato nel maggio 2015 dal governo di Pechino. In particolare, la prima ondata di tariffe doganali riguar- da 818 beni per un valore di 34 miliardi di dollari statunitensi e partirà il 6 luglio, a cui seguirà - dopo una consultazione con i maggiori attori economici ame- ricani - una seconda ondata su altre 284 merci per ulteriori 16 miliardi. Nel complesso, il prov- vedimento dell’amministrazione Trump colpirà il 10% del valo- re annuale delle importazioni totali di beni cinesi negli Stati Uniti, pari a 506 miliardi nel solo 2017, a fronte di un valore dell’export a stelle e strisce ver- so la Cina di circa 130 miliardi. In pratica, l’anno scorso il deficit commerciale di Washington nei confronti della maggiore econo- mia asiatica è stato di 376 mi- liardi. E proprio con l’obiettivo di ridurre questo enorme passivo, l’inquilino della Casa Bianca ha annunciato il 15 giugno scorso l’adozione di sanzioni del 25% sul valore dei beni cinesi impor- tati negli Stati Uniti, anche se sono state presentate come ri- posta a violazioni della proprie- tà intellettuale da parte di Pechi- no, compreso il trasferimento forzato di tecnologia a partner locali per consentire alle azien- de a stelle e strisce di operare nel più grande mercato asiatico. Tra i prodotti colpiti dalle nuove tariffe di Trump figurano aerei, auto, apparecchiature medicali, elicotteri, macchinari industriali, macchine utensili, navi, turbine, motori, hard disk, mentre sono state escluse merci molto diffu- se tra i consumatori americani come smartphone e televisori Made in China. Dall’analisi della lista di prodotti soggetti ai dazi emerge anche la volontà degli Stati Uniti di ostacolare il piano portato avanti dal presidente ci- nese Xi Jinping di trasformare entro il 2025 un’industria con- centrata su produzioni a basso costo e a basso valore aggiun- to, in una fucina d’innovazione, di produzioni ad alto valore aggiunto e di tecnologie pro- duttive avanzate, con un occhio all’ecologia. Secondo alcuni analisti, questo ultimo obiettivo dell’amministrazione Trump po- teva essere raggiunto più facil- mente impendendo ai colossi americani del silicio di vendere semiconduttori alle aziende ci- nesi, dato che tutte le merci in cui Pechino vuole conquistare la leadership mondiale richiedo- no un grande impiego di micro- chip. La risposta del governo ci- nese non si è fatta, comunque, attendere dato che sono state prese misure che colpiscono la voce principale dell’esporta- zioni americane in Cina, cioè i prodotti agricoli. Anche questi ultimi dazi partiranno il 6 luglio, ma non è escluso che si possa arrivare a un compromesso tra le due superpotenze prima di questa data. Hi-tech cinese nel mirino di Trump ARM guarda al futuro nell’IoT Tra pochi giorni saranno applicate dagli Stati Unti le tariffe doganali del 25% su molti prodotti tecnologici provenienti dalla Cina, esclusi quelli di largo consumo, con l’obiettivo di ridurre l’enorme deficit commerciale degli Usa nei confronti di Pechino e per impedire al colosso asiatico di diventare leader mondiale in settori ad alto valore aggiunto. La risposta del colosso asiatico non si è fatta attendere, ma si spera ancora in un accordo Il socio Vision Fund di Softbank annuncia che sosterrà la strategia di crescita della controllata britannica nell’Internet of Things. Anche a costo di sacrificare i profitti per fare spazio a investimenti di lungo periodo E LENA K IRIENKO F EDERICO F ILOCCA H I - TECH & FINANZA

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