EON_619

EON EWS n . 619 - MAGGIO 2018 4 C ontinuano gli investimenti massicci dell’industria dei semiconduttori ovunque nel mondo. Meno che in Europa, dove da tempo non viene annunciata la crea- zione di stabilimenti produt- tivi significativi. Colpa anche di un’econo- mia che stenta a ripartire e dei consumi che si assotti- gliano. Ma non solo di quel- lo. La Cina, ad esempio, sta beneficiando di miliardi di investimenti pubblici, desti- nati a potenziare un com- parto strategico per il Pae- se in cerca di indipendenza dai fornitori stranieri. Anche gli Stati Uniti, gui- dati dal presidente Donald Trump, hanno puntato sul- la reindustrializzazione di segmenti strategici per la new economy come la pro- gettazione e la costruzione di chip. Solo l’Europa sem- bra stare a guardare men- tre peraltro perde posizioni: al momento, fra i primi dieci grandi gruppi di semicon- duttori, solo uno appartiene al Vecchio Continente. “Se non c’è una politica indu- striale comune che scom- metta sulla tecnologia, l’Eu- ropa rischia di perdere un treno vitale per l’economia” ha spiegato un analista di una banca londinese. Non si può negare del re- sto che l’industria dei se- miconduttori vada a passo spedito. Lo scorso anno le vendite sono cresciute di oltre un quinto raggiungendo l’enor- me somma di 412 miliardi di dollari. Ma l’Europa ha beneficia- to solo in minima parte di questo exploit. “Sto pro- muovendo più Europa, più sinergie e più investimenti in ricerca e sviluppo” ha dichiarato Reinhard Ploss, CEO di Infineon , in un’in- tervista al quotidiano te- desco Handelsblatt. Il ma- nager spera che Bruxelles continui a finanziare parte del programma Ecsel per sostenere lo sviluppo di sistemi e componenti elet- tronici in Europa, con un budget si spesa da 5 mi- liardi di dollari spalmati su sette anni. In assenza di una veloce decisione politica, l’Europa continuerà dunque a gio- care in difesa. Nel vecchio continente, il settore sta beneficiando principalmen- te dello sviluppo automoti- ve (Bosch, NXP e Infineon) e del segmento sicurezza (NXP, Infineon e ST Mi- croelectronics). Tuttavia resta il fatto che, secondo le cifre pubblicate dall’as- sociazione di settore ZVEI, la situazione dell’industria europea è tutt’altro che rassicurante. Solo il 9% della totalità dei chip venduti sono infatti prodotti nel Vecchio Con- tinente. Taiwan, che ha un apparato industriale relati- vamente sviluppato rispetto all’Europa, produce invece da solo un quinto dei semi- conduttori richiesti dal mer- cato. La Corea del Sud pesa in- vece per il 15% e Singapo- re per il 7%. Cifre che fan- no riflettere su quanto stia accadendo in Europa e sul ruolo del Vecchio Continen- te nell’industria dei chip. L’ anno in corso è cominciato nel migliore dei modi per il lea- der europeo dei semiconduttori sulla scia dei brillanti risultati conseguiti nell’intero 2017. Nel primo trimestre di quest’anno, l’ultimo che porta la firma di Carlo Bozotti, STMicroelectro- nics è riuscita a portare a casa un fatturato di 2,23 miliardi di dollari, con un balzo del 22,1% su base annua, grazie alla cre- scita a doppia cifra registrata in tutti i gruppi di prodotto e in tutte le aree geografiche in cui il gruppo italo-francese è presente. Nel dettaglio, i ricavi della divisione Microcontrollers and Digital ICs di STMicroelec- tronics sono lievitati del 26,6% su base annua, trainati dalla forte espansione delle vendite di microcontrollori. Stesso rit- mo di crescita per il giro d’affari del settore Analog, MEMS and Sensors che ha beneficiato del marcato rialzo delle vendite di prodotti di Imaging e del pro- gresso registrato dai prodotti analogici e MEMS, mentre il fat- turato della divisione Automoti- ve and Discrete è migliorato del 15,4% rispetto ai primi tre mesi del 2017 sulla scia della cre- scita a doppia cifra nei prodotti per l’automobile e nei discreti di potenza. Numeri ancora miglio- ri sono stati presentati a livello di profitti operativi e dell’intera gestione. L’Ebit del colosso eu- ropeo dei chip è più che rad- doppiato rispetto allo stesso trimestre del 2017, passando a 269 milioni, pari al 12,1% dei ricavi netti, dai precedenti 132 milioni, pari al 7,2%. L’utile net- to del gruppo, che a partire dal prossimo primo giugno sarà guidato da Jean-Marc Chery in sostituzione di Bozotti, ha raggiunto 239 milioni, facendo un balzo dell’82,4% rispetto ai primi tre mesi del 2017. Molto positive anche le indicazioni dei vertici del gruppo italo-francese per il trimestre in corso. I rica- vi sono attesi in progresso del 17,5% su base annua e il mar- gine lordo è stimato al 40%, nonostante la debolezza della domanda di smartphone e ipo- tizzando un cambio euro/dol- laro di 1,21 che include anche l’impatto dei contratti di hedging in essere. A trainare il fatturato del periodo aprile-giugno i pro- dotti per l’automobile, il settore industriale e le applicazioni di Internet of Things mentre per la seconda metà dell’anno, il top management di STMicroelec- tronics vede poi una domanda sostenuta, con un portafoglio ordini robusto per tutti i grup- pi di prodotto, i mercati finali, compresi gli smartphone, e le diverse aree geografiche. Non è un caso che dopo l’annuncio dei conti trimestrali e dell’outlo- ok positivo per l’intero 2018, le azioni del leader europeo dei chip siano tornate a correre, su- perando di nuovo la soglia dei 20 euro e registrando da inizio anno una performance borsi- stica superiore al 10 per cento. Per gli analisti ci sono ancora margini di apprezzamento, an- che se piuttosto limitati, consi- derando che la media dei target price raccolti dalla piattaforma Bloomberg è pari a 21,31 euro. Inizia bene il 2018 per STMicroelectronics Il Vecchio Continente arranca sui chip I conti del periodo gennaio-marzo dell’esercizio in corso hanno confermato l’ottimo stato di salute del gruppo che a partire dal primo giugno sarà guidato da Jean-Marc Chery in sostituzione di Carlo Bozotti. I ricavi sono balzati del 22,1% su base annua e l’utile operativo è più che raddoppiato. Indicazioni positive anche per l’intero 2018, con le azioni che in Borsa sono ritornate sopra la soglia dei 20 euro Mentre Stati Uniti e Asia varano misure a sostegno del settore, l’Europa tarda a lanciare iniziative per rivitalizzare il comparto F EDERICO F ILOCCA E LENA K IRIENKO H I - TECH & FINANZA

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