EO 520

NON SCORDARE LE SONDE Seppure fisicamente separate, le sonde sono parte in- tegrante del funzionamento dell’oscilloscopio. In do- tazione con un apparecchio solitamente ci sono delle sonde passive. Sono quelle più economiche, hanno una larghezza di banda pari o leggermente superiore a quella dell’oscilloscopio e possono essere usate in varie situazioni. Sono disponibili con diversi fattori di attenuazione, permettendo un livello di tensione mag- giore e un carico del segnale ridotto. Un limite delle sonde passive è che difficilmente pos- sono gestire una larghezza di banda oltre i 500 MHz. Se si deve operare con segnali a più alta frequenza si deve puntare su sonde attive che, grazie alla presenza di un circuito di amplificazione, riducono significativa- mente il carico capacitivo e aumentano la larghezza di banda di ispezione. Tuttavia, con le sonde attive bi- sogna accettare il compromesso che spesso offrono una minore gamma dinamica e hanno un prezzo più elevato. Oltre alle sonde attive ad alta frequenza, è opportuno considerare molte altre applicazioni di test speciali. Se si devono effettuare misure su un bus seriale diffe- renziale ad alta velocità, la scelta più opportuna è una sonda attiva differenziale ad alta frequenza. Se invece si devono effettuare misure su segnali ad altissima tensione, meglio puntare su una sonda ad alta tensio- ne, mentre nel caso di misure di corrente, si dovrebbe- ro prendere in considerazione sonde di corrente con sensori a effetto Hall. T&M DIGITAL SCOPES e la restante componentistica dell’oscilloscopio si può ri- durre a essere poco più di una sonda. Più in generale, oggi sono disponibili oscilloscopi conmol- teplici fattori di forma per poter soddisfare le necessità più disparate, a partire da chi preferisce un apparecchiatura da usare esclusivamente in laboratorio a chi, invece, vuole uno strumento facilmente trasportabile perché deve ese- guire spesso misurazioni “sul campo”, come magari un dispositivo palmare. Connettività non vuole però solo dire collegarsi a un PC ma anche, e forse soprattutto, in rete. E la presenza di apposite interfacce abilita una serie di nuove opportuni- tà, a partire dalla possibilità di avere un controllo remoto dell’apparecchiatura. Un aspetto che può rivelarsi como- do in molteplici situazioni, come per esempio quando si eseguono lunghe misurazioni che non necessitano di una presenza costante. Scegliere un oscilloscopio digitale oggi significa valutare in modo attento le caratteristiche, ma soprattutto avere ben chiaro il tipo di utilizzo che ne dovrà fare e quali se- gnali dovranno essere analizzati. Le apparecchiature di- sponibili sul mercato sono molteplici e ben differenziate. Consentono infatti di spaziare da semplici test di un cir- cuito al controllo dell’intera fase di sviluppo di un prodot- to, dalla caratterizzazione del primo silicio alla convalida del collegamento sui canali fino al debug di tutto lo stack di protocolli. Si utilizza sempre lo stesso tipo di apparec- chiatura ma con caratteristiche e, soprattutto, prezzi mol- to differenti. Un errore nella scelta può letteralmente co- stare molto caro. L’oscilloscopio digitale Tektronix Serie 5 è un efficace esempio di MSO: può gestire fino a 8 segnali analogici o 64 segnali digitali, più un ingresso trigger esterno (Fonte: Tektronix) Oggi sono disponibili diversi modelli di sonda, che con- sentono di “prelevare” il segnale da analizzare senza mo- dificarne sensibilmente le caratteristiche (Fonte: Rhode & Schwarz) ELETTRONICA OGGI 520 - SETTEMBRE 2024 63

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